Possiamo essere angeli aiutando le persone a ritrovare la voglia di vivere

Scritto da il 6 Agosto 2022

“I tre Arcangeli e Tobia”, cromolitografia per Cartolina Postale da dipinto di Sandro Botticelli (foto Fototeca Gilardi / AGF) 

 

La riflessione sul Vangelo di domenica 7 agosto 2022 del Vescovo Emerito di Carpi Francesco Cavina:

Nella prima lettura di questa domenica il protagonista è il profeta Elia, il più grande dei profeti; tanto grande che Gesù stesso gli fu paragonato.

Nel testo ci viene presentata la  situazione di stanchezza fisica e spirituale e di sconforto nella quale si trova Elia. È talmente disperato che chiede di morire:

Ora basta, Signore, prenditi la mia vita.

 

Nell’esperienza di questo profeta possiamo vedere riflessa quella di ogni cristiano. Quante volte anche noi presi dallo scoraggiamento abbiamo detto: non ce la faccio più, non serve a nulla fare il bene, impegnarsi per la giustizia, non vale la pena di seguire , il Vangelo chiede troppo.

Dio, tuttavia, non ci lascia nella nostra difficile situazione. Egli interviene e nel caso di Elia invia un angelo il quale apparentemente sembra non essere di grande aiuto.

Infatti, non toglie la fatica, non risolve i problemi, ma si limita a portare un po’ di pane e un po’ di acqua. Quasi nulla!

 

Lo stile di Dio nel Vangelo 

In realtà sono gli elementi più semplici e più necessari per vivere. È lo stile di Dio. Egli normalmente si rivela ed interviene nella nostra vita non con eventi straordinari, ma con la semplicità delle cose quotidiane: la bellezza della creazione, la gioia dell’amicizia, l’efficacia della preghiera, un gesto di amore, l’esperienza di un pellegrinaggio… Tutte esperienze che hanno la forza e la capacità di fare rinascere in noi la voglia di riprendere il cammino.

Gesù, nel brano di Vangelo con il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ci svela che accanto a noi c’è ben di più di un angelo che ci tocca e ci offre qualcosa.

Accanto a noi c’è Lui che fa vivere, che alimenta e sostiene l’esistenza. Egli afferma:

Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno.

 

Gesù nell’Eucarestia viene e porta se stesso perchè a nessun figlio basteranno mai le ghiande contese ai porci, come ci racconta la parabola del figlio prodigo.

Dio stesso, dunque, si fa cibo e nutrimento perchè nessuno venga meno  e si lasci “morire”. Egli ci dice: “Non avere paura! Su cammina, la strada può essere lunga e faticosa, stretta ma la puoi percorrere” e ci invita: “Va incontro a Colui che sta venendo incontro a te”. E questo accade in ogni celebrazione eucaristica.

Noi, a nostra volta, nutriti del Corpo e del Sangue di Cristo, siamo chiamati a farci “angelo” per i nostri fratelli.

 

Imitare Dio e aiutare il prossimo 

Insegna san Paolo: “Fatevi dunque imitatori di Dio”. È come dicesse: “Non solo date il pane, ma diventate voi stessi pane” per gli altri.

Ciascuno di noi può, a sua volta, essere questo angelo inviato agli altri, una presenza che non giudica, ma è attento, sta vicino, e aiuta a ritrovare la forza e la voglia di vivere.

 

 

 


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