Forlì, chiedere la sospensione del Premio Verzocchi è un errore

Scritto da il 28 Aprile 2023

Le associazioni critiche sulla presidenza di Langone scendono in piazza chiedendo la sospensione del concorso 

 

Camillo Langone

 

Emilia-Romagna, Forlì – Ventisei associazioni hanno organizzano per la giornata di domani, sabato 29 aprile, una manifestazione di protesta contro la presidenza di Camillo Langone della prima edizione del Premio Verzocchi, manifestazione intitolata all’imprenditore e mecenate Giuseppe Verzocchi a cui si deve la mirabile collezione d’arte  comprendente una settantina di opere di autori italiani del ‘900.

La nomina di Langone da parte dell’amministrazione forlivese, arrivata dopo un bando di gara, è stata oggetto di forti critiche di una parte della politica cittadina (centrosinistra e Movimento 5 Stelle) e di varie associazioni del territorio per via di alcune dichiarazioni di Langone considerate “deliranti e antiscientifiche, in perenne accanimento contro le donne, la comunità lgbt+ e le persone migranti”.

A firmare la nota “Anpi. Comunale Forlì, Anpi. Forlì-Cesena, Arci Comitato Forlì, Associazione Barcobaleno – Aps Forlimpopoli, Associazione Luciano Lama Forlì, Auser Forlì, Cgil. Forlì, Consulta Laica Forlivese, Fondazione Lewin Forlì, Forlì Città Aperta, Forum delle donne Forlì, Il progresso delle idee Forlì, Italia Nostra Sezione di Forlì, La materia dei sogni Forlì, Libera Forlì-Cesena, Monnalisa Forlì, Naima Foundation Forlì, Parità di Genere Forlì, Rea Collettivo di genere Forlì, Scuola Viva Forlì, Tavolo Permanente delle Associazioni Contro la violenza alle donne, Uaar Forlì-Cesena, Udu Forlì, Un secco no Aps Forlì, Unione Donne in Italia Aps Forlì, Vocedonna Castrocaro“.

 

La nota delle associazioni  

In una nota congiunta le associazioni hanno chiesto all’amministrazione comunale di prendere “coscienza del significato del patrimonio culturale per la comunità, e di quanto questo rappresenti uno spazio simbolico di riconoscimento e identificazione universalistico e inclusivo” invitando la stessa amministrazione a realizzare “attività di valorizzazione del patrimonio culturale che siano espressioni inclusive e plurali della cittadinanza“.

Il problema andrebbe oltre la presidenza di Langone, le associazioni infatti hanno chiesto “l’immediata sospensione del concorso” dato che il senso stesso della collezione – dicono – sarebbe “frutto di un preciso contesto, in un dato momento storico e di una precisa volontà, quella di Verzocchi e non di altri“.

Un appunto che conferma quella tendenza a considerare un pregio la cristallizzazione del patrimonio artistico e dei suoi contenitori, quasi che le opere o le collezioni fossero esperienze concluse nel proprio tempo, piuttosto che espressioni viventi e pulsanti anche al di fuori del tempo nel quale furono concepite.

Verrebbe da chiedersi, seguendo la logica dei ragionamenti in campo, se i rappresentanti delle sopracitate associazioni non provino un qualche disagio, oltre che per la presidenza di Langone, anche per il fatto che all’interno della collezione Verzocchi si trovi un conservatore come Giorgio De Chirico. Oppure quel Mino Maccari che nel 1922 partecipò alla marcia su Roma, quando coniò ironicamente il motto “O Roma o Orte”. E, ancora, Ardengo Soffici che fu, assieme a Prezzolini e Papini, una delle figure chiave del movimento culturale Strapaese. Questo solo per citare alcuni degli artisti che, visti con gli occhi di oggi, potrebbero risultare indigesti.

 

La contestazione di Vittorio Sgarbi 

Ricordo l’episodio della contestazione di un altro personaggio legato al mondo dell’arte, Vittorio Sgarbi che, nel 2010, fu attaccato da alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara.

I contestatori entrarono nel salone dove il critico aveva preso la parola esponendo due cartelli di protesta, suscitando il sostegno di parte del pubblico. Dopo averli letti Sgarbi disse: “Avete applaudito l’opera d’arte o il concetto? E comunque siete in un’accademia, potevate fare meglio […] Il disagio, che è un concetto giusto e nobile, non si esprime con quel cartello, si esprime con le cose che si fanno; c’era disagio nell’opera di Van Gogh, ma non scriveva cartelli per protestare…”.

Situazione diversa da quella di Forlì, certamente. Resta però valido un concetto: quando si parla di arte il dissenso non andrebbe manifestato attraverso istanze di censura dell’espressione altrui.

 

Camillo Langone 

I concetti espressi in alcune occasioni da Camillo Langone possono essere contestati e criticati. Tuttavia, sono sicuro che, a parti inverse, Langone non avrebbe mai chiesto di censurare un artista meritevole per aver espresso idee opposte alle proprie.

Io stesso non concordo con varie cose scritte da Langone, questo però non mi ha impedito di restare meravigliato visitando la mostra Pittori fantastici nella Valle del Po (Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara, 2020) da lui curata.

La distanza su alcuni temi non mi impedisce tuttora di ammirare il lavoro svolto da Langone in quello splendido diario della pittura italiana vivente che è Eccellenti pittori, progetto all’interno del quale possiamo scoprire decine di artisti straordinari; dove possiamo incontrare le luminescenze di Tommaso Ottieri, i toni caravaggeschi e  sacramentali delle opere di Giovanni Gasparro o il sarcasmo screziato dei lavori di Enrico Robusti. Senza il lavoro di Langone avrei conosciuto questi artisti?

Se il concorso venisse annullato, come auspicato da alcuni, la città di Forlì potrebbe perdere delle opere uniche, precludendosi le tante e belle opportunità che nascono da queste esperienze. Perché rischiare?

 


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