“Il furto del millennio. Come la Cina ha turlupinato e depredato l’Occidente”: intervista all’economista Fabio Scacciavillani

Scritto da il 26 Maggio 2023

Fabio Scacciavillani, autore, con Michele Mengoli, del libro “Il furto del millennio. Come la Cina ha turlupinato e depredato l’Occidente”

 

Non sarà un caso se “Il furto del millennio. Come la Cina ha turlupinato e depredato l’Occidente” (Piemme, 2023) sia finito in ristampa a poche settimane dall’uscita nelle librerie.

In questo saggio, scritto dall’economista Fabio Scacciavillani e dal giornalista Michele Mengoli, per la prima volta viene analizzato e dettagliato nella propria interezza l’impatto dei furti di proprietà intellettuale, perpetrati dal regime di Pechino, ai danni di aziende e governi occidentali.

Capitolo dopo capitolo, con ritmo incalzante e dissacratorio, si accendono i riflettori su alcune delle ragioni che hanno portato all’incredibile crescita economica della Cina negli ultimi trent’anni: spionaggio, hackeraggio, furto di proprietà intellettuale, abuso di brevetti, ricatti, corruzione e chi più ne ha, più ne metta.

Lo straordinario sviluppo economico della Cina – scrivono nel libro – è frutto di una monumentale appropriazione indebita di cui sono stati (e continuano a essere) vittime imprese, lavoratori, ricercatori, investitori e istituzioni pubbliche in tutto il mondo“.

 

Numeri da capogiro 

Gli autori suddividono così le ruberie: 51% tecnologie industriali; 41% spionaggio informatico; 34% acquisizione di tecnologia militare; 16% informazioni politiche o associazioni e individui. Per l’FBI (Federal Bureau of Investigation) il gioco costerebbe all’America, ogni anno, circa 600 miliardi di dollari. Per l’Europa il dato non è rilevabile.

Il problema riguarda anche l’Italia, emblematico il caso della Pedrollo, eccellenza veronese fondata nel 1974 e leader mondiale nella produzione di elettropompe per la movimentazione dell’acqua. L’azienda ha 500 dipendenti, clienti in 160 paesi e un fatturato di 170 milioni di euro: “Pedrollo stima una perdita annua di fatturato nell’ordine del 30% circa a causa dei tanti cloni delle sue pompe prodotti da aziende cinesi“.

Oltre al danno, ecco la beffa: alcune di queste aziende “concorrenti” usano nomi che, in un modo o nell’altro, richiamano, per assonanza, all’impresa originale, Pedrollo appunto.

 

Politica, opinione pubblica e coronavirus 

Tanti altri gli episodi inquietanti che emergono dal libro.

L’influenza sulla classe politica: in Australia, ad esempio, tra il 2000 e il 2016, “l’80% di tutte le donazioni straniere ai partiti australiani provenivano dalla Cina“.

La capacità di manipolazione dell’opinione pubblica, citiamo il social network TikTok il cui controllo, secondo il direttore dell’FBI Christopher Wraypermette di manipolare i contenuti e di usarli per operazioni di manipolazione dell’opinione pubblica“.

Ultimo, non per importanza, il tema del Coronavirus che nel 2019 ha provocato la pandemia di cui tutti ricordiamo gli effetti nefasti. Gli autori riportano la denuncia di due  giornalisti del The Wall Street Journal, Gordon e Strobel, che in un articolo dal titolo “Lab Leak Most Likely Origin of Covid-19 Pandemic, Energy Department Now Says“,  pubblicato nel febbraio 2023, riportavano “le conclusioni del rapporto del Dipartimento dell’energia USA (DoE) – secondo il quale il Covid sarebbe stato – creato in laboratorio“. Mentre resta ancora da accertare se la fuga del virus “sia stata accidentale o provocata intenzionalmente“.

 

Necessario un dibattito sul modus operandi della Cina

Se è vero, come è vero, che la Cina conosce l’Occidente meglio di quanto gli occidentali non conoscano la Cina, questo libro ha il merito di portare alla luce un modus operandi fraudolento, collaudato nel tempo e applicato su vasta scala. Possiamo approfondire o contestualizzare il fenomeno ma, certamente, non possiamo ignorarlo.

La Cina ha una storia millenaria, una storia affascinante sotto molti aspetti, questo però non deve impedirci di vedere tutte le altre facce di questo grande Paese il cui ruolo a livello globale sarà sempre più rilevante. Spesso si è parlato del tema, sacrosanto, dei diritti umani; ora si pone anche la questione dell’impatto socioeconomico e politico di un’ascesa cinese in Occidente.

Ci auguriamo che, presto o tardi, anche dalla lettura di questo libro, possa nascere un dibattito sui modi con i quali  l’Italia e l’Europa dovranno approcciarsi alla Cina nel prossimo futuro.

 

L’intervista all’economista Fabio Scacciavillani

 

Il furto del millennio. Come la Cina ha turlupinato e depredato l’Occidente

 

 

Cosa c’è dietro la crescita vertiginosa della superpotenza cinese? Per Fabio Scacciavillani e Michele Mengoli, negli ultimi trent’anni la Cina ha commesso un furto epocale a danno dell’Occidente, sedotto, derubato e non abbandonato, ma sfruttato con lungimirante e criminale determinazione.

I metodi utilizzati sono molteplici: frodi, truffe, spionaggio, hacking, appropriazione indebita, trasferimenti coatti di tecnologia, furti di know-how, dumping, ricatti, estorsioni, guerra ibrida, disprezzo per le regole commerciali e la tutela dei brevetti, violazioni dei trattati, contraffazioni su vasta scala.

Una serie di colpi sempre più audaci -­­ messi a segno in pieno giorno, sotto gli occhi distratti o appannati delle vittime e con la complicità di potentati occidentali – che trasformano l’analisi economica e geopolitica degli ultimi anni in una spy story dai mille colpi di scena.

Il furto del millennnio racconta con dovizia di particolari e documentazione i comportamenti sleali del regime comunista di Pechino, rintracciandone l’origine nell’umiliazione inflitta al Celeste Impero dalle potenze occidentali tra l’Ottocento e gli anni Cinquanta del secolo scorso.

La successiva e inarrestabile rinascita, prima militare e poi economica, della Cina si è basata su metodi truffaldini, ed è giunto il momento di aprire gli occhi davanti al più gigantesco furto nella Storia dell’Umanità.

Siamo ancora in tempo per invertire la rotta e recuperare almeno una minima parte del bottino sottratto all’Occidente, alle economie di mercato, alle società aperte, alle loro imprese, alle loro istituzioni, ai loro cittadini, scienziati e ricercatori.


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