Lascia il Basket professionistico a 29 anni per fare il medico: la storia di Aaron Craft

Scritto da il 9 Luglio 2020

Questa notte, giocando l’ultimo match del “The Basketball Tournament” (famoso campionato estivo americano con 1 milione di dollari in palio e che, l’anno scorso, aveva vinto), Aaron Craft ha disputato l’ultima partita ufficiale della sua carriera a soli 29 anni.

Una vocazione che lo toglie dai parquet più importanti d’Europa

Craft lascia la sua grande passione, il basket, per coronare il suo sogno: diventare un medico.
Uno dei migliori playmaker della Serie A, dotato di un agonismo con pochi eguali, il migliore difensore di tutto il campionato che, nel pieno della sua carriera, con offerte da grossi club europei sul tavolo fra cui la “sua” Trento, dopo aver già rinviato di un anno l’addio al basket, adesso, ha definitivamente deciso di riporre nel cassetto la canotta da basket per provare a coronare il sogno di indossare il camice bianco.

“Voglio aiutare e servire la società in cui vivo ed aiutare chi ha bisogno”


Con una laurea in scienze dell’alimentazione già in tasca, Aaron frequenterà la facoltà di medicina di Ohio State University, la più grande degli Stati Uniti. 
«Il mio obiettivo è aiutare gli altri e servire al meglio la società in cui vivo. Ci sono diversi modi per farlo, certamente, ma il percorso di medicina è quello che più mi si addice e può offrirmi l’opportunità di vivere un’esistenza che non sia solo concentrata su me stesso. Quello che faccio non è per ricevere, ma per condividere l’amore che ho ricevuto, per restituirlo aiutando le altre persone».
Parole che, pronunciate da un ricco e talentuoso atleta professionista ventinovenne, suonano quasi utopistiche.  Il successo, i soldi, la fama per essere stato uno dei migliori giocatori nella storia di Ohio State, per aver vinto premi come miglior difensore ovunque abbia giocato, gli applausi ricevuti su tutti i campi d’Italia e in tanti campi europei, sono tutti aspetti della sua vita che Craft ha deciso di mettere in un cassetto.

L’Aquila Trento, compagine che trascina e nella quale milita dal 2018 (con un esperienza in precedenza anche nella stagione 2016-17), nulla ha potuto per trattenere uno dei talenti più incisivi del basket di casa nostra.


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