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Cultura dopo il coronavirus, Luigi Mascheroni del Giornale a Radio 5.9: “Impatto devastante. Fondamentale tornare a vivere i musei e le librerie senza paura”

Scritto da il 24 Giugno 2020

Per risollevarsi dalla crisi economica scaturita dall’emergenza coronavirus il nostro Paese deve valorizzare la cultura comprendendone il valore strategico e sociale

 

Luigi Mascheroni lavora al Giornale dal 2001, dopo aver scritto per le pagine culturali del Sole 24 Ore e del Foglio. Si occupa di cultura, costume e spettacoli. Ha una cattedra di Teoria e tecniche dell’informazione culturale all’Università Cattolica di Milano e ha pubblicato vari libri, fra i quali ricordiamo, nel 2010, il pamphlet “Manuale della cultura italiana” (Excelsior 1881), un dizionario satirico sui salotti intellettuali.

 

Come nasce la sua passione per il mondo della cultura?

Sin da quando ho deciso che avrei fatto il giornalista ho iniziato a lavorare all’interno degli inserti culturali di vari quotidiani nazionali. Questa passione ha fatto sì che, col passare del tempo, abbia accumulato una certa esperienza circa il mondo culturale italiano che frequento da almeno vent’anni girando tra festival letterari, di cinema, saloni del libro, fiere e mostre e frequentando i luoghi e i personaggi che fanno parte di questo mondo.

Non sono un critico letterario o un editorialista ma un giornalista che tenta di raccontare cosa succede nel mondo, a volte un po’ troppo trascurato, della cultura del nostro Paese. Mi considero un osservatore di questo importante settore. 

 

Come ha impattato l’emergenza coronavirus sulla cultura italiana?

L’impatto sul mondo della cultura è stato devastante. Pensando al settore dell’editoria, ad esempio, ricordiamo che lo stop è stato così prolungato e assoluto che esso ne pagherà le conseguenze ancora a lungo. Le librerie chiuse hanno limitato enormemente le vendite nonostante la parte online. Una percentuale di editori piccoli e medi sono a rischio e tra loro in molti non sanno neppure se riusciranno a ripartire,  mentre il mondo delle mostre e delle fiere d’arte è stato devastato, nonostante la riapertura la prospettiva di pubblico si è fortemente ridimensionata.

Anche il mondo del cinema è stato duramente colpito, le produzioni sono state bloccate. Il Festival del Cinema di Venezia invece è stato confermato per settembre.

Il problema più drammatico però risiede in quell’infinita, straordinaria, ricchissima e importante filiera del mondo culturale che patirà questo stop in modo molto pesante: editor, rilegatori, operatori, maestranze del cinema e così via sono oggi a rischio. Bisognerà rimboccarsi le maniche e fidarsi della politica, ritengo che il Ministro Franceschini stia facendo del proprio meglio per la cultura, tuttavia  servirà un cambio di passo da parte del cittadino italiano che non dovrà avere paura a rientrare nei musei, oppure a tornare al cinema o frequentare le librerie. ù

Il consumatore di cultura potrà dare il suo importantissimo contributo investendo tempo e, per quanto possibile, denaro in attività culturali. 

Ricordiamo poi che arte e cultura in Italia si legano molto al turismo, questo è un settore fondamentale da tutelare, rilanciare e sostenere il più possibile. 

 

Ci sono state alcune polemiche sulla frase di Conte riferita agli artisti che ci fanno divertire”…

Quella del Presidente del Consiglio è stata una gaffe ma andrei oltre. Il vero problema è che troppo spesso diamo per scontato il fatto di avere nei nostri territori delle meraviglie assolute. Io sono di Milano, lavoro a un chilometro scarso da Brera, sono a cinque passi dall’Ambrosiana, due tesori straordinari: noi italiani diamo troppo per scontata la presenza di luoghi semplicemente unici all’interno delle nostre città.

Dobbiamo riprendere la consapevolezza di questo fatto dedicando del tempo a visitare e vivere questi luoghi, a farli conoscere ai nostri figli e così via.

La frequentazione continua dei luoghi d’arte, la lettura o il cinema possono offrire un plus da spendere nella vita quotidiana che può essere davvero importante. 

 

Cosa bisognerebbe fare oggi per incentivare la cultura?

Durante il lockdown è stato fatto molto attraverso la rete con conferenze in streaming, visite virtuali ai musei, incontri con gli autori online, tutto importante in una fase di emergenza ma non facciamo l’errore di pensare che queste modalità possano diventare la regola. La visita virtuale o lo streaming non possono sostituire la presenza fisica e la visita in loco dei luoghi. L’unica soluzione è tornare a vivere la cultura direttamente. Dobbiamo riconquistare la nostra libertà che avevamo prima del coronavirus e non cederne neanche un millimetro. 

 

C’è un rapporto stretto tra cultura ed economia…

Il rapporto tra cultura ed economia è speculare, la cultura aiuta il Paese, specialmente il nostro, in un modo fondamentale. Qualunque assessore alla cultura di un comune italiano sa che investendo in un festival culturale si ha un ritorno, a livello di indotto economico, praticamente immediato. Investendo 1 euro in un festival culturale ne ritornano almeno 2,50 nell’economia cittadina. Bisogna lavorare per rendere tutto questo sempre più compatibile con la qualità dell’offerta e con la varietà delle proposte specie dopo l’emergenza che abbiamo vissuto. 

 

Un luogo da vedere e un libro da leggere in questo momento?

La mostra per i cinquecento anni di Raffaello Scuderie del Quirinale è certamente un evento da non perdere. Per quanto riguarda i libri invece con la ripartenza del mondo editoriale c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tenete presente che in Italia prima del coronavirus ogni anno venivano pubblicati 60/65mila titoli tra novità e ristampe, quest’anno saranno meno ma comunque abbastanza per divertirsi trovando ciò che più è compatibile con la propria sensibilità.

 

Lavorando nel giornale fondato da Indro Montanelli cosa pensa sulla recente polemica riguardante la sua statua e, più in generale, sul dibattito che sta coinvolgendo molti personaggi storici del passato?

Io non difendo Montanelli perché lavoro nel giornale da lui fondato, io difendo un’idea: non si tratta di non giudicare la storia con gli occhi del presente come molti ripetono in questi giorni, difendo invece l’idea di tutelare una statua, che è un simbolo, poiché se passasse il concetto che sia lecito imbrattare o distruggere un monumento per colpe o addirittura crimini, reali o presunti, del personaggio raffigurato non salveremmo più nessuno. Da lì in avanti arriverebbe sempre qualcuno più puro a dare il proprio giudizio, magari opposto rispetto alle valutazioni fatte in precedenza. 

Le faccio un esempio: qualcuno ha proposto la sostituzione della statua di Montanelli con un personaggio definito “più degno” come Buzzati, benissimo, personalmente preferisco i suoi libri a quelli di Montanelli. Tuttavia, più di una biografia, racconta che Buzzati aderì alla Repubblica Sociale Italiana. Allora domani qualcuno potrebbe dire “come si fa a dedicare una statua ad un uomo che aderì alla Rsi”, come poi fecero molti altri personaggi.

Sempre in questi giorni altre persone hanno proposto di dedicare lo spazio e la statua a Gianni Rodari, personaggio al di sopra di ogni critica che ha fatto tantissimo per i bambini e la letteratura ma, anche in quest’ultimo caso, qualcuno potrebbe eccepire che Rodari negli anni ’50 viaggiando in Cina raccontò le straordinarie conquiste sociali realizzate da Mao ignorando i crimini continui e assoluti che la dittatura dello stesso Mao perpetrava contro la cultura, gli intellettuali e anche i bambini.

Voglio dire che se facessimo passare il principio che si possa abbattere o imbrattare la statua di Montanelli  apriremmo le porte dell’inferno in questo senso: Gandhi e Churchill l’altro ieri, poi Roosevelt e così via, andremo avanti all’infinito. Non mi interessa difendere Montanelli, mi interessa difendere un  principio. 

 

Cosa consiglierebbe ad un giovane che sognasse di raccontare la cultura a livello giornalistico? 

Leggere tanto, leggere i giornali: consiglio di abituarsi a leggere gli inserti culturali dei giornali.

Non dico tutti i giorni, cosa che potrebbe risultare costosa, ma pensiamo a quanti contenuti interessantissimi troviamo nel fine settimana sui quotidiani nazionali, dove possiamo leggere approfondimenti praticamente su ogni tema, dalla A di archeologia alla Z di zoologia fantastica: l’offerta è semplicemente infinita!