Arte, amore e morte nel romanzo “La ragazza immortale”: intervista allo scrittore Camillo Langone

Scritto da il 10 Maggio 2023

“La ragazza immortale” è il primo romanzo d’amore di Camillo Langone

 

Camillo Langone autore del romanzo “La ragazza immortale” (La Nave di Teseo, 2023)

 

Camillo Langone ha scritto diversi libri e moltissimi articoli, si occupa di arte, cibo, religione. Vive tra Parma e Trani. “La ragazza immortale” è il suo primo romanzo d’amore.

Due i protagonisti del libro. Lei, Benedetta, è giovane, bella, sensuale e ama i classici della letteratura. Originaria di San Benedetto del Tronto, vive a Bologna dove studia all’università. Lui è un uomo di mezza età divenuto rentier dopo la morte del padre. Ama l’arte e viaggia per l’Italia con la sua Maserati, scelta per quel tridente di cui è sempre armato il Nettuno. Egli sembra odiare il tempo presente quando afferma che  “un occidentale che nasce oggi verrà su conformista come da stampino, ambientalista, animalista, femminista (anche se maschio), immigrazionista (anche se di carnagione bianchissima), omosessualista (anche se, dato per nulla scontato, gli piacesse la famosa figa)“.

Già mi immagino i nasi torti di certi lettori: come può la ragazza immortale amare questo maschio attempato, sprezzante e così distante dal moderno buon senso comune.

Qualcuno direbbe (qualcuno ha detto) maschilista, misantropo, sessista. Orrore. Eppure, leggendo, capiamo come la sua caratteristica principale sia l’altruismo totale verso Benedetta. Il resto è cornice.

Prima ancora che nel libro sia scritto il nome della donna amata leggiamo: “non voglio che muoia. Non voglio nemmeno che invecchi“, ricorda La cura di Franco Battiato, anche se lui proprio non sembra Franco Battiato. Vuole che la bellezza di Benedetta non sia perduta e, per preservarla, decide di commissionarne il ritratto ai migliori pittori italiani viventi. Non si tratta di collezionismo o di un modo per gloriarsi di una siffatta conquista. I quadri saranno di Benedetta, fatti per lei e a lei destinati.

L’uomo conosce gli effetti del tempo, sa bene che esso si porta via tanto le persone quanto il loro ricordo. Tuttavia non cerca mai di rimarginare le proprie ferite né cerca di fissarsi nel tempo. In certi passaggi emerge uno strazio evidente; quando ricorda sua madre, ad esempio, rimpiange d’esserne “l’ultimo suo testimone“, condividendo l’amarissima consapevolezza di come non sia lontano il giorno in cui “nessuno saprà che è esistita“.

Qualcuno lo definirebbe (qualcuno lo ha definito) egocentrico. Eppure il suo nome non viene mai pronunciato mentre il centro del suo mondo resta B-e-n-e-d-e-t-t-a.

La ragazza immortale” ha al proprio interno il tempo che scorre, gli spazi percorsi veloci come farebbero le biglie di un flipper, da un pittore all’altro, da un paese all’altro (in nessun altro luogo al mondo si trova una concentrazione di bellezza come in Italia).

Verso la fine del libro troviamo Cioran mentre viene ricordato come i soli romanzi degni di interesse siano quelli nei quali non accade nulla. Anche in questo romanzo non accade nulla, eppure c’è tutto. Ecco perché andrebbe letto, magari guardando al centro della tela, piuttosto che alle schegge sulla cornice.
 

“La ragazza immortale”: intervista allo scrittore Camillo Langone

 

 

 

 

 


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