Il calcio piange “StradiVialli”. L’attaccante che dalla nebbia portò sul tetto d’Europa Juventus e Sampdoria

Scritto da il 6 Gennaio 2023

12 ottobre 2019 Roma, stadio Olimpico, qualificazioni Europei 2020 giornata 7, Italia-Grecia, nella foto Gianluca Vialli (foto Federico Proietti Sync / AGF)

 

 

Gianluca Vialli ha saputo rappresentare la costante, e silente ricerca della modernizzazione nel mondo del calcio. Da giocatore incarnò il prototipo – fino a quel momento sconosciuto – di prima punta moderna: rapido, potente, letale. Un campione, che seppe fare le fortune della Cremonese prima per poi issarsi fra i protagonisti assoluti dei cicli più esaltanti e vincenti della storia di Sampdoria e Juventus. Ultimo a regalare una Champions League (1995-96) alla “Vecchia Signora”, il vero capolavoro della sua carriera Vialli lo scrisse con la “Doria”, portandola sul tetto d’Italia prima – in una Serie A che allora annetteva i migliori giocatori del globo – e d’Europa successivamente. Un leggendario Scudetto (1990-91), 4 Coppe Italia, una Super Coppa Italiana (1991) e una Coppa delle Coppe (1989-90) che lo resero – assieme al compagno di tante battaglie sportive Roberto Mancini – il Re di Genova.

Un’attitudine ed una fame per la vittoria con un unica grande, lacerante delusione: il Mondiale del 1990, disputato proprio in Italia. Un terzo posto vissuto con un’amara compostezza, che solamente ventidue anni più tardi avrebbe trovato parziale rivincita con l’inattesa vittoria – questa volta da membro dello staff del CT Roberto Mancini – del Campionato Europeo (2022).
Una vita dedicata al calcio e alla continua ricerca della vittoria, che si spegne a soli 59 anni a poche settimane di distanza dall’amico e compagno di mille battaglie sportive Sinisa Mihajlovic. Un brusco stop, che gli impedisce di coronare un ultimo sogno: accontentare i tifosi della Sampdoria, tornando nella città della “lanterna” da Presidente.

L’inarrivabile decano dei giornalisti sportivi, Gianni Brera, lo definì – incantato – “StradiVialli”: un omaggio al liutaio e concittadino Antonio Stradivari ma anche l’azzeccatissimo parallelismo atto a sottolineare l’assoluta genialità ed eleganza di Vialli dentro e fuori dal campo. Una sorta di premonizione, in quanto la storica firma della Gazzetta dello Sport non poteva immaginare che tale eleganza e compostezza avrebbero caratterizzato Gianluca anche nella sua ultima battaglia, purtroppo persa nel giorno dell’Epifania.

 

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