Caffè Lungo: Greg-Oro

Scritto da il 25 Luglio 2019

Ci sono esseri umani che, a differenza della stragrande maggioranza delle persone, si trovano a loro agio in un altro elemento che non sia la Terra nella quale camminiamo e viviamo tutti. C’è chi si trova a più agio nel rapporto con l’aria, chi addirittura in quello col fuoco (parlo di artisti, non di piromani) e chi con l’acqua. Gregorio Paltrinieri appartiene a quest’ultima categoria.

Il giovane nuotatore carpigiano, quando si tuffa, diventa una sorta di fantastico extraterrestre. Non sembra che stia nuotando, piuttosto sembra che stia compiendo un volo, una sorta di lotta contro il tempo che lo vede sempre trionfare. Un volo acquatico, non semplici bracciate; poesia di coordinazione e movimento, simbiosi con l’ignoto colorato di azzurro, non semplice sport.

Un siluro umano, verace e sorridente, ritratto perfetto della terra che gli ha dato i natali. Gli ultimi mondiali di nuoto a Gwangju lo hanno consacrato per l’ennesima volta, uno straordinario oro (il terzo in altrettanti mondiali di fila), riuscendo a bruciare (cosa non semplice nell’acqua) gli avversari. 800 metri divorati e l’imprendibile Gregorio che va a prendersi il gradino più alto del podio, consapevole di aver già varcato da un pezzo le soglie dell’Olimpo sportivo. Un onore che vale solo per chi trasforma le storie in leggende.

Ti sei preso l’eternità, Greg. Federico Bonati


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