Addio a Giorgio Napolitano, l’ex Presidente della Repubblica aveva 98 anni

Scritto da il 23 Settembre 2023

Giorgio Napolitano era nato a Napoli nel 1925. Esponente di spicco del Partito Comunista Italiano, nel 2006 fu eletto Presidente della Repubblica

 

 

Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano (Foto Riccardo De Luca / AGF)

 

Si è spento ieri nella città di Roma il Presidente emerito della Repubblica Italiana e Senatore a vita Giorgio Napolitano, aveva 98 anni.

Una vita intera dedicata alla politica come esponente del Partito Comunista Italiano, prima di diventare Presidente della Repubblica Napolitano ha ricoperto numerosi incarichi di rilievo istituzionale come quello di Ministro degli Interni e Presidente della Camera dei Deputati, fu anche Europarlamentare.

Figura di grande spessore politico e culturale nel corso della sua presidenza non mancarono le polemiche per un interventismo giudicato da alcuni eccessivo.

Napolitano è stato anche il primo Presidente della Repubblica ad accettare una rielezione per un secondo mandato.

 

Gli incarichi politici di Napolitano 

La carriera di Giorgio Napolitano è segnata da vari incarichi ai massimi livelli delle istituzioni italiane: Presidente della Camera dei Deputati nell’XI Legislatura (subentrando nel 1992 a Oscar Luigi Scalfaro nel frattempo salito al Quirinale), Ministro dell’Interno nel governo Prodi I, Deputato in quasi tutto il periodo fra il 1953 e il 1996, Europarlamentare dal 1989 al 1992 e dal 1999 al 2004, Presidente della Repubblica nel 2006, succedendo a Carlo Azelio Ciampi e, infine,  Senatore a vita dal 2015.

 

I primati di Giorgio Napolitano

Napolitano aveva all’attivo anche diversi “primati”: è stato il primo Presidente della Repubblica ad aver fatto parte del Partito Comunista Italiano ed anche il primo eletto per un secondo mandato.

È stato inoltre il cittadino più anziano ad essere eletto Capo dello Stato al momento della nomina e il più anziano capo di Stato d’Europa.

Se tale classifica la si estende estesa a tutto il globo, è stato terzo al mondo, preceduto solamente dal Presidente della Repubblica dello Zimbabwe Robert Mugabe e da re Abd Allah dell’Arabia Saudita.

 

La presidenza della Repubblica sotto Napolitano 

Come Capo dello Stato ha assistito all’alternarsi di cinque Presidenti del Consiglio dei Ministri differenti: Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi.

Nel corso del proprio mantato Giorgio Napolitano ha anche nominato cinque senatori a vita: l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti, l’architetto Renzo Piano, lo scienziato e premio Nobel Carlo Rubbia, la scienziata Elena Cattaneo e il compositore Claudio Abbado.

 

Una vita dedicata alla politica 

La vita di Giorgio Napolitano risulta legata in modo inscindibile alla politica che ha rappresentato un  punto fermo nel percorso umano e professionale del Presidente.

 

Giorgio Napolitano

20 novembre 2018, Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella partecipa alla cerimonia per i 100 anni della Camera dei Deputati col Presidente emerito Giorgio Napolitano (foto Giandotti/Ufficio stampa / AGF)

 

La giovinezza di Giorgio Napolitano

Nato a Napoli 29 giugno 1925, Giorgio era figlio dell’avvocato Giovanni Napolitano e della nobile di origini piemontesi Carolina Bobbio.

Durante gli anni del fascismo Napolitano ha fatto parte dei GUF di Napoli (Gruppi Universitari Fascisti, ndr) scrivendo di critica teatrale sul settimanale IX Maggio dove curava una rubrica di critica teatrale.

Come è noto, fu proprio all’interno dei GUF, non soltanto napoletani, che vennero coltivate alcune delle sensibilità antifasciste che si manifesteranno successivamente.

 

L’invasione sovietica dell’Ungheria

Napolitano ha da sempre avuto come fonte di ispirazione politica Giorgio Amendola, figura di spicco del Pci e figlio illustre di Giovanni. Napolitano ha aderito così al Pci, partito improntato alla socialdemocrazia europea, come moderato, pur non senza qualche intoppo.

Episodio significativo fu, ad esempio, la violenta repressione sovietica in Ungheria del 1956, dove Napolitano sposò la linea del partito, appoggiando l’URSS e il suo intervento a Budapest.

 

 

La militanza nella corrente moderata del Pci e la Primavera di Praga

In seguito, dal 1963 al 1966 Napolitano diventa Segretario della Federazione comunista di Napoli, sua città natale.

Dal 1964, dopo la morte di Palmiro Togliatti, diventa uno dei maggiori esponenti dell’ala moderata del partito, quella più vicina al Partito Socialista Italiano.

Nello stesso periodo entra nella direzione nazionale del Pci, scrivendo anche la critica del suo partito nei confronti dell’intervento sovietico a Praga nel 1968, da cui è scaturita la deposizione del governo di Alexander Dubcek.

 

Il “migliorismo”

Dopo la morte di Giorgio Amendola del 1980, la corrente riformista del Pci con a capo Napolitano viene definita “migliorista“. Aggettivo che nasce dall’idea di poter, con una serie di riforme, migliorare in maniera graduale il capitalismo.

Tuttavia, questo termine assume spesso accezione negativa ed è stato sempre più frequentemente utilizzato dagli oppositori interni ed esterni al Pci di Napolitano, indicando la vana ricerca di miglioramento di vita dei lavoratori senza rivoluzionare il capitalismo.

Questi anni sono infatti caratterizzati da scontri interni al partito, come quando nel 1981 Napolitano criticò sull’Unità il segretario del Pci, Enrico Berlinguer, accusandolo di “settarismo” ed “elitismo“.

Nel medesimo periodo Napolitano dovrà difendersi dalle accuse postegli dagli oppositori riguardo l’eccessiva vicinanza al Psi, partito all’epoca con a capo Bettino Craxi.

 

Giorgio Napolitano

11 maggio 2012 Città del Vaticano, Aula Paolo VI, concerto offerto dal Presidente della Repubblica al papa, nella foto papa Benedetto XVI, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la moglie Clio (foto Stefano Carofei / AGF)

 

L’elezione a Presidente della Repubblica

Nel 2006 Giorgio Napolitano è diventato il primo Capo dello Stato proveniente dal Pci ad ottenere tale carica.

L’elezione ad avergli conferito questo titolo si è svolto in quattro turni, che ha visto lo stesso Napolitano avere alla quarta votazione la meglio fra gli altri su Franco Marini, Emma Bonino, Massimo D’Alema e Gianni Letta con 543 voti su 990.

 

La controversia sulle intercettazioni nel processo trattativa Stato-mafia

Nel 2012 la figura dell’allora Capo di Stato è stata toccata dalle polemiche sul processo relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia, causa alcune intercettazioni reperite fra lo stesso Napolitano e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino.

Dopo la richiesta di conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale, l’ex Presidente della Repubblica ha richiesto la distruzione delle intercettazioni, avvenuta poi l’anno seguente il giorno del giuramento di Napolitano per il suo secondo mandato.

 

Il secondo mandato

Nel 2013, dopo la richiesta di buona parte del Parlamento, Napolitano offre la propria disponibilità ad essere rieletto per un secondo mandato. Proposta accolta e, al sesto scrutinio, il  Presidente viene rieletto, è la prima volta nella storia che un Presidente della Repubblica rimane in carica per due mandati.

Lo stallo politico vigente all’epoca viene poi interrotto con la nomina a Presidente del Consiglio di Enrico Letta (Partito Democratico) da parte di Napolitano.

Il leader Dem si dimetterà tuttavia dopo meno di un anno dalla nomina, obbligando Napolitano alla nomina di una nuova figura incaricata a formare un nuovo governo.

La scelta del Presidente della Repubblica è ricaduta su Matteo Renzi.

Dopo undici mesi dalla nascita del nuovo Governo, Giorgio Napolitano rassegnerà le dimissioni da Capo dello Stato per ragioni legate all’età, alle porte dei 90 anni. Gli succede il democristiano Sergio Mattarella.

 

 

 

 

 

 


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