Addio a Ermes, l’oste dei modenesi

Scritto da il 6 Giugno 2022

Si è spento a Modena Ermes Rinaldi, dal 1963 era alla guida dell’osteria di via Ganaceto 

 

Ermes Rinaldi

 

Ermes Rinaldi è morto oggi nella sua città, Modena. L’oste aveva 85 anni ed era conosciuto da tutti. Nel 1963 aveva aperto l’osteria di via Ganaceto che da allora avrebbe portato il suo nome; tutt’oggi un punto di riferimento per gli amanti della cucina emiliana.  Quasi sessant’anni di lavoro passati accanto alla moglie Bruna con cui animava l’attività.

Ho pranzato con Ermes una sola volta, poco prima della pandemia. Il tavolo era condiviso assieme ad altri commensali affamati. Una bottiglia di lambrusco per ciascuno, salumi, tortelli di zucca al ragù e così via.

Ermes parlò poco, mi chiese chi fossi, cosa facessi. Era diverso dall’oste loquace di cui avevo sentito parlare in molte occasioni. Mi dissero che dopo una caduta aveva perso un po’ dello sprint che lo caratterizzava. Ricordo bene il suo sguardo, amplificato dalle lenti spesse degli occhiali. I suoi occhi sembravano, almeno a me, quelli dei personaggi di Gino Covili e anche le sue mani erano grandi come quelle dipinte dal pittore pavullese.

Oggi la sua morte ha invaso i social dei modenesi (e non solo), tanti messaggi sinceri e sentiti, mentre i giornali locali e anche nazionali hanno ripreso la notizia. Il Sindaco di Modena Muzzarelli ha scritto che Ermes era “un vero e proprio simbolo della città, un autentico cultore della tradizione gastronomica modenese, dai modi apparentemente burberi, ma bonari, che non riuscivano a nascondere un cuore grande” e ricordato, a riprova di ciò, come l’oste festeggiò i 50 anni di attività “coinvolgendo tanti modenesi in un’iniziativa di solidarietà“.

In uno dei successivi pranzi da Ermes scattai una foto, due signore anziane mangiavano sedute al tavolo davanti alla porta finestra spalancata su via Ganaceto, sorridenti ed eleganti, giovanili nonostante gli anni. La luce rimbalzava dalla strada illuminando la scena mentre una foto di Pavorotti vegliava sulla sala. Se mi chiedessero di descrivere l’Emilia mostrerei quell’immagine.

Ciao Ermes.

 

Ermes con la moglie Bruna

 

 

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