L’Ora Rossa – Il direttore Roberto Napoletano a Radio 5.9: “Siamo in un’economia di guerra e di fronte a un nuovo ’29. Unire il Paese e recuperare le nostre radici”

Scritto da il 18 Marzo 2020

A “L’Ora Rossa” di questa sera è intervenuto Roberto Napoletano, direttore del “Quotidiano del Sud” e autore del libro La grande balla. Non è vero che il Sud vive sulle spalle del Nord, è l’esatto contrarioedito da La Nave di Teseo:

“Siamo alla vigilia di una terza grande crisi globale. Fino a qualche mese fa nessuno poteva immaginare che la Lombardia si sarebbe trovata in una situazione del genere. Non è tollerabile che la Germania abbia 25mila terapie intensive mentre l’Italia solo 5mila. Ricordiamo, in Germania ci sono meno morti perché la sanità tedesca li cura e ha sufficienti strutture per farlo. Un paese di 60 milioni di persone necessità di un vero sistema sanitario nazionale. 

In proporzione alla popolazione ogni anno 60 miliardi di spesa pubblica per welfare (sanità, trasporti e scuola) e per infrastrutture vanno al Nord anziché andare al Sud. Bisogna fare un’operazione verità: tutta questa spesa pubblica non determina crescita sana, ma determina assistenzialismo e rendita privata. 

Questa crisi ci porta a scoprire i beni pubblici, la sicurezza e la salute pubblica sono cose essenziali, i numeri che stiamo vedendo non reggono con quelli degli altri paesi. Il sistema sanitario, pur essendo definito eccellente, fatica a reggere a questa prova. “La grande balla” anticipa alcuni di questi temi oggi emersi così fortemente; ci troveremo all’interno di un’economia di guerra. La prossima settimana salterà il patto di stabilità europeo, per fortuna e troppo tardi. In questi tempi, ripeto, tempi di economia di guerra, vanno prese decisioni di guerra,   quindi: spendere, spendere e spendere!

Si chieda alle imprese italiane, che sono flessibili e dinamiche, di fabbricare loro le mascherine, si comprino tutti i respiratori che servono ma, soprattutto, si coinvolgano le banche, con la garanzia dello Stato, facendo un grande piano di investimenti usciti dall’emergenza sanitaria permetta al Paese di ripartire. 

La BCE, dopo la gaffe inqualificabile della Lagarde, sta comprando a rotta di collo. Trump intanto pensa di mettere i soldi direttamente nelle tasche degli americani. Quello che si deve capire è che siamo di fronte a un nuovo ’29, quello che pensavamo fosse giusto prima ora non vale più, la cosa principale ora è garantire il reddito e il lavoro a coloro che vedono sospesa la propria attività e facendo una cosa di importanza fondamentale: recuperare le radici del nostro Paese unendolo sul piano infrastrutturale e industriale.

La distorsione della spesa pubblica ha fatto si che il Nord diventasse un’appendice meridionale del “gigante tedesco”, che ora si trova in crisi, mentre il Sud, che ha un reddito pro capite che è la metà di quello del Nord, non risulta essere più produttivo per il mercato dei consumi. 

Gli appalti Consip per i ventilatori sono l’esempio di una cosa fuori dalla realtà, nel fondo che scriverò domani sul Quotidiano del Sud dirò una cosa molto semplice: se è vero come è vero che viviamo in un’economia di guerra, gli uomini del tempo di pace non servono più. C’era Chamberlain e venne Churchill che poi, finita la guerra, se ne andò. In tempi di guerra servono uomini di guerra; servono uomini così alla Cassa Depositi e Prestiti, servono alla guida dello Stato. Stiamo lottando per la nostra sopravvivenza, per le vite umane e stiamo pagando un prezzo incredibilmente alto rispetto al resto del mondo proprio in termini di vite umane; qui, nel territorio italiano che tutti hanno indicato come quello dell’eccellenza sanitaria, evidente che qualcosa non vada e allora “La grande balla” diventa evidente.

Da questa crisi si esce se l’Europa mantiene un ruolo nel mondo attivando un grande piano di investimenti. Qualunque intervento da parte dell’Europa, come l’acquisto dei titoli di Stato italiani, non è un piacere ma un dovere per salvare l’intera Unione. In questo momento capiamo quanto sia stato importante per l’Europa avere una figura come Mario Draghi che garantiva la forza dell’Euro.

Più che dare un consiglio ai piccoli e medi imprenditori bisogna dare un ordine al Governo: chi soffre deve avere liquidità e, chi non ha più una redditività, che qualcun altro gli ha tolto, non deve pesare nell’approvvigionamento finanziario. Ricordiamoci una cosa importante, il Paese ha bisogno di avere sue grandi imprese e i propri grandi motori di ricerca. In questa competizione globale che, al di là della propaganda dei sovranisti, vince sempre, un virus sta facendo saltare tutto quindi bisogna che la nostra rete di piccole e medie imprese tornino ad avere una corazza che le protegga e gli consenta di resistere di fronte a questi pericoli.”

Ogni giorno alle ore 19:00  e la domenica alle ore 15.00 “L’Ora Rossa” vi terrà aggiornati sulle novità riguardanti l’emergenza dando voce ad amministratori locali, medici, imprenditori e giornalisti che ci racconteranno, da tutte le parti d’Italia, ciò che stanno affrontando in questo momento.

Riascolta l’intervista completa


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