Tajani e Monteduro uniti per il rispetto dei diritti umani in Iran

Scritto da il 28 Dicembre 2022

Alessandro Monteduro, dirigente di ACS (Aiuto alla Chiesa che Soffre), fa eco al Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani nel chiedere il rispetto dei diritti umani in Iran

 

Monteduro

Alessandro Monteduro (foto ufficio stampa ACS)

 

La convocazione da parte del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani dell’Ambasciatore iraniano designato Mohammad Reza Sabouri per richiedere il rispetto dei diritti umani nella Repubblica Islamica dell’Iran rappresenta un atto particolarmente apprezzabile. L’Iran è responsabile della violazione di molti diritti umani, incluso il diritto alla libertà religiosa come definito dalle convenzioni delle Nazioni Unite.

Qualsiasi attività volta ad evangelizzare in Iran è contro la legge. Le Chiese non registrate, soprattutto quelle evangeliche, sono considerate nemiche dello Stato e subiscono una persecuzione sistematica. I cristiani sono spesso vittime di arresti arbitrari, detenzione e aggressioni da parte della polizia.

Molti fedeli sono stati arrestati durante cerimonie religiose e accusati di crimini contro la sicurezza nazionale. Il governo impone limitazioni legali alla costruzione e al restauro delle chiese.

Sono vietate le celebrazioni in lingua farsi, l’idioma nazionale, di conseguenza non si possono celebrare Messe in persiano e diventa impossibile trasmettere la fede. Per lo stesso motivo non è permesso detenere Bibbie o libri sacri in persiano.

La libertà, l’integrità fisica e perfino la vita dei convertiti al Cristianesimo sono particolarmente a rischio, potendo essere accusati di apostasia, un reato che prevede la pena capitale. La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre si unisce pertanto alla voce delle Istituzioni italiane per chiedere una reale svolta nelle politiche del Paese.


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