“Misteri per orchestra” è il libro più bello di Filippo Facci: compratelo e leggetelo

Scritto da il 20 Febbraio 2023

Filippo Facci

 

Circa due anni fa chiesi ad un amico libraio di trovarmi la prima edizione di “Misteri per orchestra” di Filippo Facci; mi propose una copia in vendita da privato a quasi 50,00 euro. Ancora oggi online si possono trovare copie vendute a prezzi simili. Decisi di aspettare.

Fortunatamente, qualche tempo dopo, Marsilio Editori acquistò i diritti del libro da Mondadori, ripubblicandolo nell’Universale Economica Feltrinelli, permettendo il rientro del testo in commercio e facendo giustizia dell’immeritata uscita di scena di questo lavoro godevolissimo.

 

I misteri per orchestra  

I misteri indagati da Facci sono reali, riguardano le vite di personaggi protagonisti indiscussi del proprio tempo, acclamati, amati, invidiati, come oggi accadrebbe soltanto alle più famose rockstar. Tuttavia, fama e successo erano spesso avvolti da ombre, da misteri, persino da aure demoniache capaci di terrorizzare e attrarre popolani e aristocratici, uomini e donne, creando leggende che perdurano dopo secoli.

Cosa (o chi) uccise Čajkovskij? Come morì davvero Mozart? Cosa spinse Rossini a scomparire dalle scene giovane e all’apice di un successo mondiale? Cosa legava Adolf Hitler alla famiglia Wagner? C’era davvero qualcosa di sinistro e sovrannaturale nelle capacità di Paganini o nello strumento da lui utilizzato?

Filippo Facci attraversa questi misteri come se avesse frequentato quei mondi lontani nel tempo; leggendo sentiamo gli umori di anni impregnati di romanticismo e passioni, di morte e oscurità. Nelle pagine più cupe non manca mai l’ironia dell’autore: il lettore si spaventa, poi ride, si incupisce, poi si commuove. Una lettura sulle montagne russe dove la realtà supera le capacità dei migliori giallisti.

 

La prefazione di Filippo Facci 

A rendere “Misteri per orchestra” un libro imperdibile è anche la nuova prefazione in cui Facci parla del Mistero più grande, quello della musica, definita “una profondità nascosta alla superficie“. Chiunque abbia un’idea sul “personaggio Facci”, magari avendo letto articoli, libri, oppure avendolo visto in qualche scazzottata televisiva, blocchi i pregiudizi e legga: queste pagine introduttive varrebbero da sole l’acquisto del libro.

Non c’è la ridondanza argomentativa di certi melomani passatisti, vedovi di un tempo mancato: l’autore indaga davvero questo Mistero fuori dal tempo: “vale tutto – spiega – persino la normalità, persino l’abbruttimento con musiche ossessive e frastornanti“. Si parla della morte di oggi “presidiata dalla Tecnica” in una cultura – la nostra – che, rimuovendola, “impedisce di ascoltarla“.

Si parla del rapporto tra musica e montagna, dell’alpinista ridotto ai minimi termini dalla grandezza che tenta di attraversare, si parla delle esperienze percettive più arcaiche che abbiamo vissuto, cullati in quel “protettivo liquido amniotico” in cui talvolta vorremo tornare. C’è qualcosa di oscuro e luminoso, di spaventoso e di bello, in ciò che Facci non vuole dire al lettore, forse perché le parole da sole non bastano. Leggendo  capiamo perché Nietzsche avrebbe voluto rinascere animale marino perdendosi nell’oscurità degli abissi.

Concludo questo articolo a notte fonda, in sottofondo una sonata di Paganini rende sinistro il tonfo sul muro di una finestra mossa dal vento. Vado a letto pensando, forse certi misteri andrebbero presi sul serio.

 

“Misteri per orchestra”: l’intervista a Filippo Facci

 

 


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