La vera grandezza dell’uomo non sta nell’autosufficienza ma nell’amore

Scritto da il 4 Giugno 2022

Nella foto particolare de La Pentecoste, trittico Corsini del Beato Angelico (Mimmo Frassineti / AGF)

 

La riflessione sul Vangelo di domenica 5 giugno 2022 del Vescovo Emerito di Carpi Francesco Cavina:

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Con la Pentecoste la Chiesa celebra l’invio dello Spirito Santo, che rende presente in maniera permanente il Signore tra noi. Per fare spazio a Lui – che è la terza Persona della Santissima Trinità – Cristo deve “andarsene”.

In effetti, nel testo del Vangelo di oggi, tratto dai cosiddetti discorsi di addio, Gesù annuncia ai suoi discepoli che di  lì a poco sarà arrestato, giudicato e condannato alla morte in croce. Dà loro una notizia terribile, ma nello stesso tempo li rassicura.

Non li lascerà soli ad affrontare l’odio del mondo, la persecuzione, lo sconforto, la paura… Fa una promessa. Dice:

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perchè rimanga sempre con voi”.

La parola “Paraclito” significa difensore, avvocato, ma anche consolatore. Gesù dicendo “un altro” rivela che Lui è il primo Paraclito, e che l’azione dello Spirito Santo sarà simile a quella da lui compiuta, anzi ne sarà quasi il prolungamento.

Lo Spirito Santo, dunque, è il continuatore della presenza del Padre e del Figlio tra gli uomini. Pertanto, la fonte dell’Amore che animava il Figlio, passa ora ad animare e a sostenere gli uomini che credono in Lui.

Tre sono i compiti affidati allo Spirito Santo. Rimane sempre con noi, ci porta  Cristo, ci ricorda ciò che Lui ha detto.

Innanzitutto lo Spirito Santo rimane sempre con noi, ci conforta, lenisce i nostri dolori recando sollievo e allontana da noi quel senso di turbamento che spesso ci assale quando attorno a noi la violenza, la cattiveria, l’indifferenza, l’incredulità rendono  incomprensibile la vita e portano a dubitare della bontà di Dio.

San Cirillo d’Alessandria scrive che l’azione dello Spirito Santo nell’anima è “soave… viene a salvare, a curare… a illuminare”. In che modo opera tutto questo? Facendoci  comprendere la verità dell’insegnamento portato da Cristo e offrendoci la certezza che la “ragione” sta dalla Sua parte.

Ha ragione quando predica l’amore di Dio per noi e ha ragione quando fa della sua vita un dono d’amore; ha ragione quando chiede agli uomini di credere, di amare e di sperare; ha ragione quando insegna che la vera grandezza dell’uomo non sta nell’autosufficienza orgogliosa, ma nello scambio umile di amore, nel dare la vita per gli altri perché lui, Gesù, ha donato la sua  per noi.

Lo Spirito Santo, poi, riporta nel nostro cuore la presenza di Gesù. E così ci è data la possibilità di instaurare un rapporto vivo con Lui.

Lo Spirito, che è effuso in noi con i sacramenti del Battesimo e della Cresima permette al Signore Gesù di agire  nella nostra vita, di praticare la Sua stessa carità, di riconoscere cosa è bene e che cosa è male; ci dona il Suo modo di pensare, il coraggio di testimoniare la Verità. Inoltre, ci dona la Sua pace: “Vi do la mia pace”. Essa è diversa da quella che gli uomini si augurano o tentano di realizzare.

La pace di Gesù sgorga dalla vittoria sul peccato e sull’egoismo che  impediscono di amarci come fratelli. È dono del Signore  e segno della sua presenza.

Vieni, o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato”.

 

Francesco Cavina

S.E. Mons. Francesco Cavina

 

 

 

 

 


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