Hinchada Diferente – Coppa Intercontinentale 1988: ¡Nacional del mundo, carajo!

Scritto da il 30 Ottobre 2020

Autore: Santiago Roque Favilla

L’ultimo trionfo mondiale del calcio uruguagio: il Nacional de Montevideo lotta, rimonta e batte in una serie di rigori infartante il PSV Eindhoven.

L’ 11 dicembre 1988 si disputa al National Stadium di Tokyo la Finale di Coppa Intercontinentale tra il campione d’Europa, il PSV Eindhoven di Olanda, e il campione del Sudamerica, il Nacional de Montevideo. Gli uruguagi vanno alla caccia del terzo successo mondiale: nel 1971, al posto del rinunciatario e ribelle Ajax di Cruijff, furono sconfitti i finalisti perdenti della Coppa dei Campioni, ossia i greci del Panathinaikos (1-1 al Karaiskakis all’andata e 2-1 al Centenario); e nel 1980 caddero i sorprendenti inglesi del Nottingham Forrest, battuti per 1-0 nella prima Finale disputata in Giappone proprio a Tokyo, città che sarà rimpiazzata da Yokohama nelle ultime edizioni pre-Mondiale per club dal 2002 al 2004. 

PSV EINDHOVEN – L’ormai ex squadra della Phillips, che ne fu main sponsor dal 1982 al 2016 (attualmente ha uno spazio nelle maniche delle maglie), si presenta in Estremo Oriente dopo aver vinto il Triplete Eredivisie-Coppa Nazionale-Coppa dei Campioni. Il cammino verso il tetto d’Europa è stato agevole e raro: sono stati eliminati il Galatasaray ai Sedicesimi (vittoria per 3-0 al Phillips Stadion e pericoloso KO in Turchia per 2-0), il Rapid Vienna agli Ottavi (vittorie per 2-1 in Austria e 2-0 in casa), il Bordeaux ai Quarti e il favorito Real Madrid in Semifinale, due squadre bloccate in casa per 1-1 e beffate dalla regola dei gol in trasferta dato che i match di ritorno giocati in Olanda si sono conclusi sullo 0-0. In Finale, al Neckarstadion di Stoccarda, lo 0-0 non si schioda nemmeno dopo 120′ contro il Benfica, ma la maledizione di Bela Guttmann colpisce ancora i portoghesi che perdono ai calci di rigore per 6-5 sbagliando soltanto il sesto tiro, parato da Van Breukelen a Veloso. In panchina c’è l’allora baffuto 42enne Guus Hiddink, al debutto da primo allenatore dopo essere stato vice sempre nel PSV dal 1982 al 1986. Il suo 4-4-2 si appoggia su cinque giocatori che sei mesi prima si sono laureati campioni d’Europa con la Nazionale olandese ai danni dell’Unione Sovietica: il portiere Van Breukelen, il libero Ronald Koeman (ne parleremo più avanti), il mediano Van Aerle, l’ala destra Vanenburg e la punta Wim Kieft, riserva con la maglia Oranje di Marco Van Basten e capocannoniere del campionato locale con 28 gol dopo quattro anni in Italia tra Pisa e Torino. Altre pedine fondamentali sono il terzino destro belga Eric Gerets (che è capitano), i tre danesi Nielsen (difensore centrale), Heintze (terzino sinistro) e Lerby (fantasista e attuale rappresentante di Dries Mertens), l’ala sinistra Linskens (fondamentale contro il Real Madrid al Bernabeu) e l’attaccante Gillhaus, miglior marcatore con 3 gol nella campagna europea. Il rinforzo estivo che però affiancherà Kieft a Tokyo sarà il rampante 21enne brasiliano ex Vasco da Gama Romário, fresco capocannoniere delle Olimpiadi di Seul 1988.

NACIONAL – Il terzo trionfo in Copa Libertadores del Tricolor inizia dal secondo posto nel Gruppo 3 (in questa edizione ci sono 5 gruppi), completato dai connazionali del Wanderers Montevideo (0-0 in trasferta e 1-0 in casa) e dai colombiani dell’America de Cali (primo con 9 punti nonostante il KO per 2-0 in Uruguay e lo 0-0 casalingo all’ultima giornata) e del Millonarios, battuti per 4-1 al Centenario e capaci di vendicarsi a Bogotà per 6-1 alla penultima giornata. Il cammino prosegue eliminando i cileni dell’Universidad Católica agli Ottavi (1-1 a Santiago, 0-0 a Montevideo); gli argentini del Newell’s Old Boys nei Quarti (1-1 a Rosario e 2-1 in Uruguay) giocati da sei squadre data la qualificazione automatica dei campioni in carica del Peñarol; e di nuovo l’America de Cali in Semifinale, battuto per 1-0 al Centenario e fermato sull’1-1 in Colombia. Nella doppia Finale c’è a sorpresa il Newell’s, eliminato ai Quarti ma qualificatosi alle Semifinali (dove l’ha spuntata contro il San Lorenzo) in una maniera insolita: grazie alla migliore differenza reti (2 gol fatti e 3 subiti) tra le squadre perdenti ai Quarti. Infatti per La Lepra, appaiata con 1 punto (= pareggio), prevale in una cervellotica classifica sul Peñarol (-1 di differenza reti, ma solo 1 gol subito e nessuno segnato) e sui boliviani dell’Oriente Petrolero (ultimi con 1 gol segnato e 3 incassati). Il 19 ottobre 1988 si disputa l’andata al Gigantes de Arroyito e il Nacional perde per 1-0 con un gol del subentrato attaccante Grabrich al 60′. Nel ritorno al Centenario, il 26 ottobre, il parziale si ribalta con un contundente 3-0: i gol sono dell’attaccante Ernesto Vargas al 13′ (già campione del Sudamerica e del mondo nel 1982 con il Peñarol), dell’elegante difensore centrale diventato mezz’ala Santiago Ostolaza al 36′ e dello stopper/capitano Hugo De León (campione continentale nel 1980 con Nacional e nel 1983 con il Gremio, con cui vinse pure l’Intercontinentale per 2-1 sull’Amburgo) che mette in ghiaccio il titolo su rigore al 78′. Per il 55enne allenatore Roberto Fleitas questo è un trionfo ancora più prestigioso dato che un anno prima aveva vinto con l’Uruguay la Copa America in Argentina battendo in Finale il Cile per 1-0 dopo aver eliminato in Semifinale con lo stesso risultato la Albiceleste campione del mondo di Maradona. Al Nacional ritrova il terzino Saldanha e richiede il portiere riserva di Eduardo Pereira nella Celeste: Jorge Seré, svincolato dal Danubio.

LA PARTITA – Fleitas schiera il Nacional con il 4-3-3, quindi punta nuovamente sulla velocità di Vargas a destra, la fisicità di De Lima al centro e William Castro a sinistra. Al 7′ Pinocho Vargas parte in contropiede sulla destra e guadagna un corner, El Pato Castro lo batte largo verso il secondo palo, Van Breukelen esce in modo incerto, tocca la palla con la mano destra e serve un cioccolatino a Ostolaza che arriva come un treno per segnare di testa l’1-0 a porta vuota. Il PSV non solo parte male ma soffre il pressing asfissiante del Nacional che al 10′ va vicino al raddoppio: Ostolaza di testa in avanti cerca De Lima, Koeman sbaglia il retropassaggio per Van Breukelen e lancia De Lima che nel tentativo di saltare il portiere cade rovinosamente a terra e permette a Koeman di rifugiarsi in rimessa laterale. Il contatto tra la punta e Van Breukelen c’è, ma per l’arbitro colombiano Jesús Díaz Palacios non è calcio di rigore.

La reazione olandese è un tiro in area dell’ala sinistra Ellerman che chiude un triangolo con Kieft, calcia forte ma centrale e Seré alza in angolo con un gran salto. Al 43′ Nacional fa venire i brividi in contropiede con De Lima: smarcato in profondità da un colpo di testa di Castro, il 9 supera in velocità Lerby, entra a tutta carriera in area, Van Breukelen gli para il sinistro in diagonale e Heintze sulla linea spazza disperatamente la ribattuta.

Il primo tempo si chiude sull’1-0 per gli uruguagi. Il secondo tempo non si gioca sui ritmi del primo e scorre lentamente. Al 75′ il PSV, leggermente più propositivo (grazie anche all’avanzamento di Koeman a centrocampo), pareggia la partita: Gerets dalla destra effettua una rimessa laterale lunghissima, Seré nell’area piccola respinge male con le due mani e serve il pallone sulla testa dell’isolato e cinico (sarà un marchio di fabbrica) Romário, fin lì annullato insieme a Kieft dalla coppia di colossi centrali De León-Revelez. Il colpo è duro per Nacional che si copre bene e non rischia un’eventuale assedio olandese. Si va ai supplementari sull’1-1. Al 95′ Castro, servito in profondità di testa da De Lima, esplode il sinistro e sfiora il palo in diagonale. Al 110′ Díaz Palacios combina una frittata regalando al PSV un calcio di rigore molto dubbio: Koeman lancia lungo per Gillhaus (entrato al 73′ per Heintze) che passa tra Revelez e Tony Gómez e cade in area dopo un lieve tocco sulla schiena di Revelez. Gli uruguagi, memori del rigore non fischiato al 10′ su De Lima, circondano furiosamente e inutilmente l’arbitro. Dal dischetto va Koeman. Seré al centro della porta si muove come un pendolo, si tuffa a destra e il 4 lo fredda con un forte destro centrale.

Il PSV ha rimontato l’incontro e deve guardarsi dalla veemente reazione dei charrúas, rinforzati da Fleitas in attacco con l’ariete Carreño al posto di Vargas. Il neo-entrato, su assist di De Lima servito di testa da Ostolaza, si mette in mostra con un destro a botta sicura che l’onnipresente Koeman respinge in extremis col gambone. Al 119′ il destino si mostra benevolo con Nacional: Castro crossa senza precisione dalla sinistra, Van Breukelen afferra la palla che sembra uscita, ma Díaz Palacios conferma il suo pomeriggio orripilante concedendo il corner per un presunto tocco di Koeman (che si lamenta sorridendo sarcasticamente) invece del rinvio dal fondo.

Il cronista uruguagio Carlos Muñoz, a dir poco arrabbiato, urla: “Díaz Palacios ha il sedere sporco. Questa era rimessa dal fondo, ma siccome ha la coda di paglia sta dando calcio d’angolo a Nacional. Questa è la prova inconfutabile che si è reso conto di aver sbagliato contro NacionalIl corner lo calcia Lemos. Gli unici giocatori assenti nella rovente area sono Romário e Seré. La battuta è larga, Van Breukelen esce, El Vasco Ostolaza fa valere il suo metro e 90, sovrasta di testa Ellerman che viene travolto dal portiere, la palla rimbalza a terra e va verso il primo palo coperto da Kieft che respinge di testa con l’aiuto del palo. Sono secondi di panico: Lerby spazza l’area, gli uruguagi chiedono il gol mentre gli olandesi sono ghiacciati. Díaz Palacios vede bene: il pallone aveva oltrepassato la linea rendendo inutile l’intervento di Kieft. È 2-2 e per Ostolaza è doppietta: “Non ho visto se era entrata, ma notai Revelez che era il più vicino alla porta alzare le braccia e gridare gol. Solo dopo la partita vidi che la palla era dentroSi va ai rigori.

RIGORI Il primo rigore del PSV spetta al destro di Koeman. Seré indovina ma non ci arriva. 1-0. Lemos calcia nello stesso modo e spiazza Van Breukelen. 1-1. Kieft incrocia a mezz’altezza e Seré, ondeggiando sulla linea al centro della porta, para con una elasticità notevole. Muñoz urla: “SUPERMAAAAAAAN!!!”. Carreño non ne approfitta e sbatte su Van Breukelen, lesto sul rasoterra alla sua destra. Seré intuisce senza successo il terzo rigore del mancino Gillhaus. 2-1 olandese.

Il centrocampista Morán, entrato al 75′ per Cardaccio, tira altissimo. Dopo aver proposto i primi tre tiratori visti contro il Benfica, Hiddink manda Romário. O Baixinho spiazza Seré con un morbido passaggio in porta e sbeffeggia il portiere indicandolo con il dito, ma Díaz Palacios mette immediatamente ordine. 3-1 per il PSV. Castro con il sinistro sfonda la rete. 3-2. Il quinto rigore dell’Eindhoven vale il titolo e come a Stoccarda, dove fu decisivo il sesto di Janssen, si presenta il danese Lerby. Muñoz, con l’impareggiabile epica che trasmettono i cronisti latinoamericani, parla di “Momento trascendentale e supremo”. Traversa. “Riviviamo tutti!!!”. Il quinto rigore del Nacional è per uomini forti e chi meglio di De León? “Non voglio guardare, ma devo. De León GOOOOOOOOOOOOL!!! LA CATEGORIA DI HUGO!!! NACIONAL PAREGGIA QUANDO SEMBRAVA MORTO. CI STAVANO METTEVANO I FIORI DI NUOVO, MA GLI URUGUAGI RESUSCITANO”. 3-3 e si va ad oltranza. Ellerman scheggia la traversa ed è fortunato. 4-3.

De Lima colpisce forte e Van Breukelen non ci arriva. 4-4. Valckx, entrato per Vanenburg al 90′, la mette sotto l’incrocio senza farsi impensierire da Seré che gli indica la sua destra. 5-4 per il PSV. Revelez non sbaglia nonostante l’intuizione di Van Breukelen. 5-5. Gerets non angola come vorrebbe e Seré, dopo una finta felina a sinistra, para accartocciandosi in aria sulla destra. El Chango Saldanha, terzino sinistro, va per la gloria. Traversa. Koeman, con l’aplomb che ha ora da allenatore del Barcellona, ride educatamente a centrocampo con alcuni avversari. Siamo ancora 5-5. “Loro tornano in vita e noi vogliamo morire”. Il difensore centrale Koot tira al centro e Seré questa volta si tuffa a destra come aveva indicato. L

‘olandese, mentre lascia l’area, si gira e scimmiotta il modo di indicare l’angolo del arquero. 6-5. Tocca a Ostolaza, l’uomo della Finale. El Vasco va di potenza a destra, Van Breukelen a sinistra. 6-6. Siamo al decimo rigore per entrambe le squadre. Van Aerle incrocia e Seré vola. “SUPERMAN DI NUOVO. TONY!!! LIQUIDALO PER FAVOREEEE!!!”. Seré guarda i compagni indicando sé stesso con la mano destra e il dischetto con la sinistra. L’adrenalina e la mania di protagonismo è giustamente così alta che vorrebbe occuparsi lui del decimo rigore del Nacional invece dell’undicesimo. Niente da fare. Il terzino destro Tony Gómez cammina a passo deciso. “Non lo voglio guardare. Voglio solo sentire il grido. Mi tolgo le cuffie. Voglio solo sentire il mormorio. Voglio sentire il grido. Dall’urlo dei miei colleghi saprò”. Piatto destro sotto il sette. 7-6 Nacional. Tris mondiale. De León, assente nel 1980 in quanto passato al Gremio, alza la sua seconda Coppa Intercontinentale. Ostolaza, hombre del partido, si porta a casa una Toyota. “NACIONAL DEL MUNDO!!! È GIUSTO COSÌ!!! NACIONAL DEL MUNDO CARAJO!!! STO PIANGENDO DI NUOVO, COME HO FATTO TANTISSIME VOLTE PER QUESTO BENEDETTO FÚTBOL. URUGUAY CAMPIONE DEL MONDO DI NUOVO. LO SFORZO DI VENIRE QUI IN GIAPPONE È VALSO LA PENA. E SAREBBE STATO COSÌ ANCHE SE NACIONAL AVESSE PERSO. PERCHÉ QUELLO CHE RIMANE È LA FORMA IN CUI QUESTI LEONI, QUESTI CHARRÚAS, HANNO COMBATTUTO. URUGUAY, ATTRAVERSO NACIONAL, È DI NUOVO CAMPIONE DEL MONDO!!! ”.

APPENDICE

Con 3 successi a testa, il Nacional è la squadra che ha vinto più volte la Coppa Intercontinentale insieme ai connazionali del Peñarol, gli argentini del Boca Juniors, il Milan e il Real Madrid.

Koeman è il difensore più prolifico della storia del calcio con 253 gol segnati tra il 1980 e il 1997 tra Groningen (35), Ajax (30), PSV (63), Barcellona (88), Feyenoord (23) e Olanda (14).

Romário giocò nel PSV fino al 1993, anno in cui passò al Barcellona di Cruijff. In Olanda vinse 3 Eredivisie, 2 Coppe Nazionali e 1 Supercoppa, oltre a segnare la bellezza di 128 gol in 142 presenze. Nell’estate del 1994 il 17enne talento Ronaldo Nazario da Lima, sotto suggerimento di Romário (suo compagno di squadra nel vittorioso Mondiale di USA 1994), lascia il Cruzeiro e spicca il volo verso l’Europa firmando proprio con il PSV che lo pagò 6 milioni di dollari: in due anni, prima del trasferimento al Barcellona, O Fenômeno fece 54 gol in 57 presenze e salutò alzando la Coppa Nazionale del 1996.

Nella Top 11 1988 del Sudamerica, introdotta due anni prima dal giornale uruguagio El País, ci saranno Seré, Saldanha, De León e Vargas. L’allenatore ovviamente è Fleitas. Ostolaza sarà inserito nel 1989 e Revelez nel 1990.

Nacional nel 1989 completerà il suo palmarés internazionale. A febbraio vince la Recopa Sudamericana contro il Racing Club de Avellaneda, campione della prima edizione della Supercopa (ci partecipavano tutti i vincitori della Libertadores): al Centenario è 1-0 e al ritorno al Cilindro basta lo 0-0. Il gol decisivo lo segna il talentino del vivaio Daniel Fonseca, futuro attaccante di Cagliari, Napoli, Roma e Juventus negli anni Novanta. El Conejo metterà la firma a marzo anche nella Copa Interamericana contro i campioni del Centro-Nord America, gli honduregni dell’Olimpia: finisce 1-1 a Tegucigalpa e 4-0 al Centenario (Ostolaza segna anche qui e il nuovo attaccante Noé fa doppietta). In panchina non c’è più Fleitas (passato ai rivali storici del Peñarol), ma Héctor Núñez, ex giocatore del Nacional dal 1956 al 1958 radicatosi in Spagna (giocò con Valencia, Mallorca e Levante) fino al 1987, salvo una parentesi in Messico al Tecos tra il 1981 e il 1983. Dopo aver diretto Costa Rica e Valencia, Núñez toccherà l’apice vincendo la Copa America con l’Uruguay nel 1995 contro il Brasile ai rigori.

 


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