FSL – Intervista alla Direttrice di Fondazione Fossoli Marzia Luppi: “Campo di Concentramento e Museo del Deportato hanno importanza internazionale. A Mauthausen gli studenti dibatterono molto sul tema del lavoro”
La Fondazione Fossoli è stata costituita nel 1996 dal Comune di Carpi e dall’Associazione Amici del Museo Monumento al Deportato. Obiettivi della Fondazione, che non ha scopo di lucro, sono la diffusione della memoria storica mediante la valorizzazione dell’ex campo di concentramento di Fossoli; la promozione della ricerca storico-documentaria sul Campo di Fossoli nelle sue diverse fasi di occupazione; l’attivazione di iniziative a carattere divulgativo, didattico e scientifico, rivolte in particolare alle scuole e ai giovani, negli ambiti di competenza propri della Fondazione, nonché dei diritti umani e dell’educazione interculturale. Dal 2009 la Fondazione ha sede in via Rovighi 57, nei locali della ex Sinagoga ottocentesca.
Di cosa si occupa la Fondazione Fossoli?
La Fondazione Fossoli è un ente relativamente giovane, nato nel ‘96 per tutelare e valorizzare Campo di Fossoli, il Museo Monumento al Deportato e le sinagoghe storiche. Abbiamo una grande responsabilità su questo patrimonio storico come pure sulla gestione scientifica della documentazione storica e sulle attività di formazione e sensibilizzazione sul tema della Memoria. Tutti i luoghi in gestione alla Fondazione Fossoli sono di proprietà del Comune di Carpi e si trovano sul territorio comunale ma non dobbiamo dimenticare l’importanza di carattere nazionale e internazionale di questo patrimonio storico e artistico.
Quale impatto ha avuto la pandemia sulle vostre attività?
Il Covid ha impattato molto sull’attività della Fondazione Fossoli. Il mondo della cultura si è trovato disorientato in questa situazione così difficile. Nonostante ciò, abbiamo mantenuto il contatto con le scuole cercando di preservare le iniziative almeno in modalità online. Al 24 febbraio 2020 avevamo oltre 980 prenotazioni di scolaresche per le visite guidate, parliamo di oltre 24mila persone tra studenti e docenti, tutte attività che abbiamo dovuto annullare. A cui dobbiamo aggiungere chi autonomamente frequentava il Campo nei giorni di apertura. Quando a maggio i luoghi di cultura sono stati riaperti, la frequentazione del Campo di Fossoli in questa fase della pandemia è stata agevolata dal fatto che ha un grande spazio aperto percorribile passeggiando magari con l’ausilio della applicazione multimediale scaricabile sul telefono che introduce alla storia del Campo.
Certamente la salute dei cittadini viene al primo posto e va tutelata in modo determinato ma, come tutto il mondo della cultura, ci siamo chiesti perché, nonostante il rispetto scrupoloso delle normative di sicurezza, si sia dovuto chiudere gli spazi culturali. Cerchiamo in tutti i modi che questa forzata chiusura non diminuisca comunque la funzione d’incontro della Fondazione con il mondo della scuola, coi cittadini che oggi come già detto prosegue. Ad esempio, il progetto “Storia in viaggio”, che nelle quattro edizioni precedenti ha coinvolto oltre 400 studenti, non può essere oggi svolto con le modalità precedenti che prevedevano la visita ai campi di concentramento in Germania e Austria. Quindi stiamo preparando in questa fase degli incontri con memoriali europei e italiani per proporre agli studenti un viaggio virtuale per dare la possibilità di incontro con diverse realtà pur restando fermi. Siamo consapevoli che la visita a un sito storico non si possa fare a distanza, ma nel frattempo aiutiamo gli studenti a conoscere questi luoghi così importanti.
C’è anche un importante lavoro svolto dalla Fondazione in questi anni.
Il Campo di Fossoli è aperto tutte le domeniche e nei giorni festivi. Sarebbe auspicabile un’apertura come quella museale (da martedì a domenica) ma al momento è difficile, Covid a parte, avere la sostenibilità economica. Si sta lavorando alla costruzione di un nuovo centro di accoglienza che consenta una accoglienza adeguata agli oltre 30.000 visitatori che ogni anno arrivano a Fossoli; che consenta agli studenti di restare un’intera giornata al Campo tra momenti formativi e di approfondimento in un ambiente attrezzato. Proprio ora si sta ora chiudendo il bando per la selezione del progetto che sarà individuato nell’anno nuovo. Diciamo che realisticamente al 2023 dovrebbe essere realizzato, ma speriamo anche prima. Ricordo però che per le visite guidate il campo viene aperto in qualsiasi giorno. Attualmente stiamo anche raccogliendo molte adesioni alla campagna per votare il Campo di Fossoli all’interno del concorso “Luoghi del cuore” indetto dal FAI (https://www.fondoambiente.it/luoghi/fossoli?ldc). Ricordiamo infine l’importanza del Museo Monumento al Deportato che si trova al piano terra di Palazzo dei Pio; è un’opera d’arte fondamentale, realizzato da artisti di fama internazionale, per ricordare la deportazione; un patrimonio che la Fondazione custodisce e valorizza in connessione con il Campo di Fossoli
Qual è un aspetto che colpisce i visitatori del Campo di Fossoli?
Molte persone non conoscono la storia del Campo di Fossoli, molti si stupiscono che in Italia siano stati presenti campi di concentramento e di transito che sono stati funzionali allo sterminio degli ebrei e non solo. Si ritiene erroneamente che l’Italia sia stata esente da questa politica di eliminazione di esseri umani ritenuti nemici, cosa non vera. Questo Campo inoltre ha avuto moltissime storie e quindi la sua storia non si limita alla vicenda della deportazione, ricordiamo che vi fu Nomadelfia, fondata da don Zeno Saltini come rifugio per oltre ottocento orfani e ricordiamo anche che tra il 1954 e il 1970 il Campo di Fossoli venne rinominato Villaggio San Marco dove furono ospitate oltre centocinquanta famiglie di esuli istriani.
Il tema del lavoro è centrale anche nella storia del ‘900.
Il tema del lavoro è importantissimo, parlando di deportazione si parla anche di “campi di lavoro”, dove una parte della popolazione veniva in sostanza rinchiusa e resa schiava e costretta a lavorare. Quando facciamo i viaggi della Memoria, per esempio a Mauthausen, gli studenti vedono in modo evidente come vi fosse un regime che portava all’annullamento delle persone riducendole a mezzi (pezzi venivano chiamate). Durante queste visite i ragazzi hanno lungamente riflettuto proprio sul tema del lavoro facendo nascere un dibattito molto interessante perché per loro oggi il lavoro, la qulita del lavoro è un tema centrale
Col passare del tempo vengono a meno i testimoni e risulta quindi sempre più importante l’attività di valorizzazione della nostra storia.
Oggi si parla di post-memoria, una fase in cui la voce diretta dei testimoni si è spenta, ma non persa se abbiamo saputo ascoltarla, custodirla e ricercata; se l’abbiamo registrata. Il testimone va ascoltato per la sua esperienza diretta e per la sua vicenda umana, alla storia spetta il compito di restituirci l’interpretazione dei fenomeni entro i quali quella testimonianza è collocata. Nel 2009 la Fondazione Fossoli ha raccolto molte testimonianze attraverso l’iniziativa “Crocevia Fossoli” alcune delle quali oggi si possono ascoltare sull’app scaricabile al Campo; si può da una parte ha la voce del narratore storico che fornisce nozioni utili al visitatore e, dall’altra, la voce reale e registrata dei testimoni che vissero quei giorni tanto drammatici.
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