Fossoli, Carpi: il 17 luglio il ricordo della strage nazista del ’44

Scritto da il 11 Luglio 2022

Domenica la commemorazione della fucilazione di Cibeno del luglio 1944, presenti fra gli altri Elisabetta Gualmini ed Emanuele Fiano

 

Ricorre domani, martedì 12 luglio, il 78° anniversario della strage di Cibeno, quando i nazisti fucilarono 67 internati politici del vicino campo di concentramento di Fossoli: l’annuale commemorazione si terrà domenica 17 nel luogo dove i martiri erano stati prelevati.

 

Il programma

Ore 9:30 ritrovo; 9:45 riti religiosi; ore 10:00 interventi di: Alberto Bellelli, Sindaco di Carpi; Pierluigi Castagnetti, Presidente della Fondazione Fossoli; Emanuele Fiano, deputato, figlio di Nedo (1925-2020), che transitò da Fossoli e sopravvisse ad Auschwitz e Buchenwald, unico della famiglia; Elisabetta Gualmini, europarlamentare, già Vice-Presidente della Regione.

 

Gli ospiti

Alla cerimonia, accompagnata dal corpo bandistico “Città di Carpi”, saranno presenti congiunti e discendenti delle vittime; Comuni e Associazioni sono stati invitati con gonfaloni e labari.

 

 

Per partecipare

L’accesso alla cerimonia sarà libero: la cittadinanza è invitata a partecipare. Nell’occasione, il 17 l’ingresso al Campo di via Remesina Esterna è gratuito fino alle 12.

 

Il ricordo

L’eccidio di Cibeno, così detto perché avvenuta nel locale poligono di tiro, è la più grave strage di civili in un campo italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. Dal 2019 l’annuale commemorazione si tiene a Fossoli perché il poligono demaniale – dove si è sempre svolta, presso il monumento dedicato – è inagibile dal novembre 2018 causa un incendio.

 

L’eccidio di Cibeno

La strage avvenne all’alba di mercoledì 12 Luglio 1944: le vittime, assassinate su ordine delle SS di Verona, furono gettate in una fossa comune e coperte di calce viva per accelerare la distruzione dei cadaveri. I 67 erano tutti italiani, in età compresa fra 19 e 64 anni, provenienti da varie regioni e di diversa estrazione sociale, ben rappresentando le differenti anime dell’antifascismo.

Molti dei compagni di prigionia sopravvissuti riferirono poi che si trattava dei “migliori”, perché anche nella difficile vita del campo di concentramento proseguivano l’attività di resistenza. Ne eran stati prelevati 69, ma due riuscirono a scappare in modo rocambolesco.

 


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