“Bomba atomica”, il viaggio di Roberto Mercadini nell’incredibile storia dell’ordigno più famoso del mondo

Scritto da il 15 Maggio 2021

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Nella puntata di “Con l’autore” di questa settimana parliamo del libro “Bomba atomica“, l’ultimo lavoro dello scrittore e attore cesenate Roberto Mercadini, edito da Rizzoli.  Un viaggio affascinante nella storia dell’ordigno più famoso e terribile del mondo, un racconto in cui si intrecciano le vite di personaggi celebri che hanno avuto un ruolo da protagonisti, nel bene e nel male, in questa drammatica vicenda.

Sarà stato il caso o il destino a guidare le loro azioni? Leggendo “Bomba atomica” potrete farvi un’idea.

Non a caso sulla sua pagina facebook Roberto Mercadini dice di sé: “racconto storie (che contengono storie (che contengono altre storie))“; e infatti, in questo libro,  le storie sono molte, vite che si intrecciano, che a volte si sfiorano o che si osservano da lontano. Figure che hanno giocato, talvolta a loro insaputa, un ruolo determinante nella storia dell’umanità.

L’intervista 

Come nasce l’idea di questo libro? 

Tre anni prima avevo avuto la commissione di scrivere un monologo teatrale sulla bomba atomica. Avevo capito di trovarmi davanti a una storia straordinaria in cui c’era tutto, estremi estremamente lontani tra loro: una storia di guerra e, allo stesso tempo, una storia di scienza. Ma anche una storia piena di follia e di stupidità, pensiamo ad Hitler. Una storia dove troviamo il calcolo più meticoloso e geniale e dove, contemporaneamente, irrompe il caos a scombussolare tutti i programmi. Era una storia che mi aveva affascinato moltissimo e nel tempo di un monologo non sarebbe stato possibile approfondire adeguatamente i personaggi. Quando Rizzoli mi ha chiesto su cosa avessi voluto scrivere il prossimo libro non ho avuto dubbi e ho indicato come tema quello della bomba atomica. 

Una storia che contiene molte storie…

Sì perché è una storia corale. Questo libro ha più di un inizio, si incontrano personaggi che anche presi singolarmente sarebbero stati grandi e che però, in questa vicenda, vedono i loro destini incrociarsi. Ho voluto raccontare tutto dall’inizio, da quanto Enrico Fermi aveva tre anni e Hitler ne aveva quindici. Una storia dove non troviamo un vero protagonista. 

In alcune parti sembra che le azioni dei personaggi siano governate dal caso e in altre dal destino: il libro parla del caso o del destino?

Il libro è volutamente ambiguo, mi fa piacere che tu colga questa caratteristica. Io sfido il lettore a capire come stiano le cose, alcuni fatti sembrano in effetti dettati dal destino, certi personaggi hanno avvenimenti nell’infanzia che appaiono come premonitori. Altre volte il caso irrompe al di fuori di qualsiasi previsione  logica, pensiamo a Fermi che nasce e apparentemente sembra destinato a essere un eterno secondo, per poi diventare contro ogni previsione un “eterno primo”. Questa per me è la forza delle storie in cui non si possono dare risposte banali. Chi è il buono e chi il cattivo? Qualche avvenimento si sarebbe potuto evitare  oppure no?

Qual è la cosa che più ti ha sorpreso scrivendo questo libro?

Più di una, ma tra tutte il fatto che Enrico Fermi abbia vinto il Nobel per una scoperta in cui in realtà si era sbagliato, l’errore sarebbe stato compreso soltanto sette giorni dopo l’assegnazione del premio. Altra cosa eclatante è il modo in cui Hitler entrò nel Partito Nazista di cui in realtà non fu il fondatore. L’Esercito tedesco inviò Hitler in questo partito come una spia e sappiamo tutti come andò a finire, fu come mandare un piromane a domare un incendio in una foresta. Questi fatti mi hanno sbalordito. 

Nonostante il tema drammatico nel libro non mancano momenti ricchi di ironia…

Siccome racconto la storia dall’inizio copro un arco di tempo molto ampio, di oltre cinquant’anni, anni che hanno al loro interno anche momenti talmente assurdi e spiazzanti che rendono naturale una reazione divertita. Sono convinto che la tragedia e la commedia, i toni foschi e i toni luminosi, se accostati si esaltino  vicendevolmente, per contrasto, mentre un libro tutto tragico rischierebbe di diventare monotono e quindi di perdere la propria forza. Anche Shakespeare mischia tragico e comico, la tragedia di Amleto è terribile, tratta il tema della morte e alla fine muoiono tutti, ma nonostante ciò anche lì troviamo momenti comici. 

Moltissime persone seguono i tuoi video su YouTube e tra chi ti segue ci sono moltissimi giovani. Penso che il tuo potrebbe essere un bel libro per loro, un modo per capire  quanto le azioni che facciamo possano essere interconnesse e creare effetti nella storia.

Io vedo tantissimi ragazzi giovani interessati a ciò che faccio e più in generale alla cultura, ho un’impressione positiva delle nuove generazioni. Mi è capitato di portare questo libro in alcune scuole, essendo stato scelto come libro di lettura, e poi di incontrare i ragazzi che lo avevano letto ed è stato sempre un dialogo vivace in cui i ragazzi coglievano aspetti non banali del libro. 

In conclusione, qual è l’obiettivo che vorresti raggiungere con “Bomba atomica”?

L’augurio più bello che mi viene in mente è quello di divertirsi, emozionarsi, sbalordirsi ed essere contenti di imparare cose nuove come lo sono stato io nello scriverlo. Tra lettore e scrittore c’è un rapporto di reciprocità e di simmetria che mi sembra molto bello. 

 


Ricordiamo che Roberto Mercadini sta portando in scena lo spettacolo “Dante. Più nobile è il volgare” (prossima data il 6 giugno 2021  all’Arena Puccini di Bologna, info sul link link.dice.fm/LiWV7N8d2fb). Un appuntamento imperdibile al quale non possiamo che consigliarvi di partecipare!

 

 


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