Il cristiano è un terreno buono che produce frutti

Scritto da il 15 Luglio 2023

La riflessione sul Vangelo di domenica 16 luglio 2023 del Vescovo Emerito di Carpi Francesco Cavina:

Ascolta “Il cristiano è un terreno buono che produce frutti” su Spreaker.

 

Il Vangelo di oggi ci presenta la parabola del seminatore che esce per seminare e il seme da lui gettato cade su terreni diversi con risultati differenti. Con questa parabola il Signore ci pone di fronte alla tremenda responsabilità della nostra libertà.

In effetti, i differenti terreni rappresentano le modalità con cui l’uomo accoglie la Parola di Dio, il dono di Cristo che Egli ha fatto all’umanità.

C’è il cuore superficiale, quello arido e sassoso, quello dissipato e, infine, quello buono e disponibile alla parola di Dio.

 

Il cuore e il terreno nel Vangelo 

Emerge con naturalezza una domanda: “A quale categoria di terreno appartiene il mio cuore? Ma per non generare un atteggiamento di sconforto, vale la pena soffermare la nostra attenzione sull’aspetto positivo ed incoraggiante del Vangelo di oggi.

La Parola di Dio, insegna Gesù, trova anche tanti cuori disponibili,  aperti, tanto terreno buono.

Terreno fertile fu quello di Maria che accoglieva tutte le parole e le conservava nel cuore; terreno buono furono gli apostoli e i discepoli che accolsero la parola e la predicarono al mondo, irrigandola con il proprio sangue.

Terreno ricco sono i tanti martiri e santi che hanno abbellito e continuano ad abbellire la Chiesa con la loro vita, i loro scritti e le loro opere.

 

Il cristiano è un terreno buono che produce frutti 

Chi è oggi il terreno buono che produce frutto? È il cristiano che, avendo sete e fame della della parola di Dio, la ama, si preoccupa di ascoltarla, di capirla, consapevole che “non di solo pane vive l’ uomo, ma anche di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. È colui che applica la parola alla sua vita; le dà modo e spazio, con la riflessione, di attecchire nel suo cuore, di illuminare le sue scelte, di fortificare i propositi, in modo che essi si trasformino in opere evangeliche, cioè in quel cento per uno di cui parla Gesù alla fine della parabola.

Noi saremo terreno buono in proporzione alla nostra capacità di lasciarci penetrare dal Vangelo, di adeguare ad esso il nostro modo di pensare, di aderire alla Verità portata da Gesù. In una parola saremo terreno buono se il nostro cuore si apre al dono della conversione della vita. L’ inizio del Vangelo ci ha presentato Gesù che dalla barca parla alle folle accalcate sulla riva. Noi siamo quella folla. A chi lo ascoltò, di lì a poco, Gesù moltiplicò il pane nel deserto.

Anche a noi il Signore nella celebrazione della Santa Messa moltiplica il pane  che diventerà il suo corpo dato per noi. E così la sua presenza sarà piena in noi, perchè Egli sarà in noi con la sua parola e con il sacramento che è la sua carne.

 


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