Nei regni del mondo l’essenziale è vincere, nel regno di Cristo l’essenziale è dare

Scritto da il 21 Novembre 2021

Nell’immagine la statua del Cristo posto sulla cima della facciata della basilica di San Pietro (foto Pierpaolo Scavuzzo/AGF)

 

La riflessione sul Vangelo di domenica 21 novembre 2021 del Vescovo Emerito di Carpi Francesco Cavina:

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Oggi è l’ultima domenica dell’anno liturgico e la Chiesa celebra la solennità di Cristo re dell’universo.

Il testo di Vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta un episodio della Passione di Cristo secondo il Vangelo di San Giovanni. In questo brano ci viene descritto l’incontro tra un prigioniero indifeso ed umiliato di nome Gesù ed il potente rappresentante dell’imperatore romano.

I nemici di Gesù lo hanno arrestato, insultato, schernito e poi portato da Pilato con l’accusa di volere farsi re. Cristo, rispondendo alle domande del Procuratore romano, dichiara la sua regalità, ma chiarisce anche la natura del suo regno:

Il mio regno non è di questo mondo…non è di quaggiù.

Con queste parole, Gesù dichiara che la storia e la vita terrena dell’uomo non sono eterne, ma non sono neppure destinate alla disgregazione o alla distruzione. Nell’ottica della fede questo fiume che è la storia umana troverà il suo compimento nel grande mare dell’eternità.

La nostra vita, dunque è a due tempi. Il primo tempo è quello terreno che stiamo vivendo, dove la decisione è in mano nostra perché possiamo ancora decidere di accettare o rifiutare l’amicizia di Cristo. Essere amici di Gesù significa non lasciarsi affascinare dalla logica mondana del potere, ma portare nel mondo la forza dell’Amore e della Verità per vivere intensamente il dono della libertà.

Ma nel momento in cui l’uomo varcherà la soglia della vita eterna, in cui si incontrerà faccia a faccia, per usare le parole della seconda lettura, con “Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente”, la decisione non sarà più in mano nostra, ma nelle mani del Signore. Il Quale opererà un discernimento, un giudizio.

È un pensiero austero che ha fatto tremare le vene e il polsi a persone più sante di noi. Ma la Liturgia non vuol farci tremare, piuttosto dirci che fintanto che siamo sulla terra siamo ancora in tempo, siamo ancora nel giorno della scelta. Infatti, qui sulla terra Cristo è per noi il buon Pastore. Ci nutre con la sua Parola e il suo Corpo ed è ancora pronto a perdonarci e a rimetterci sulla strada dell’amore.

La scelta di Cristo si esprime nell’ascolto paziente del fratello, nel sorriso incoraggiante, nel peso condiviso, nell’attenzione affettuosa e amorevole, in ogni gesto di pace e di riconciliazione. Per i regni di questo mondo l’essenziale è vincere mentre nel regno di Cristo l’essenziale è dare:

Non c’è amore più grande che dare la vita per quelli che si amano.

È re, dunque, chi si prende cura degli altri. È re chi si fa servitore della vita. È re chi sa amare, perché l’amore possiede l’eternità.

 

Francesco Cavina

S.E. Mons. Francesco Cavina

 


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