Il testamento in “analisi”: il ruolo della grafologia

Scritto da il 7 Luglio 2022

Attraverso l’analisi della scrittura la grafologia è in grado di dare indicazioni preziose in sede processuale 

 

Michela Righi

 

 

 

Nel seguente articolo la dottoressa Michela Righi, esperta grafologa giudiziaria che si occupa di perizie e consulenze grafologiche, approfondisce l’interessante tema della grafologia applicata all’analisi del testamento olografo:

 

L’ambito riguardante la grafologia vede l’impronta di una figura professionale che opera sull’analisi del documento olografo oggetto di studi.

La scrittura è un gesto automatizzato ed inconscio che rilascia, all’insaputa del soggetto scrivente, impulsi e stati d’animo personali. Ognuno di noi ha infatti un proprio range di variabilità grafica, la quale può delinearsi transitoria o più duratura nel tempo.

Sistema nervoso e motricità personale

Tali cambiamenti del gesto grafico nascono dallo stretto legame esistente tra il sistema nervoso e la motricità personale e possono essere influenzati da diversi fattori, quali la base d’appoggio a disposizione, le emozioni provate al momento della vergatura, l’età e le diagnosi mediche in quanto l’atassia, talune patologie o l’abuso di sostanze, come l’intossicazione da alcol e stupefacenti, si ripercuotono e si manifestano anche nella scrittura.

Il ruolo del grafologo 

All’interno di una situazione particolareggiata, quale ad esempio il testamento olografo, il professionista deve sottoporre ad accurata valutazione differenti aspetti sulla vergatura grafemica dell’atto testamentario.

Difatti mancando l’autore non è possibile acquisire la scrittura attuale di riferimento se non in minima parte, attraverso la richiesta di documenti comparativi che siano il più coevi possibili alla data citata in atto.

Normalmente, infatti, il testamento viene redatto in tarda età e ciò comporta, già di per sé, una modificazione della grafia del de cuius rispetto alla grafia dello stesso nella precedente fase di vita, in quanto l’indebolimento generale dell’organismo influisce sulla motricità modificando il tratto grafico in relazione alle vibrazioni che il mezzo scrittorio subisce nella conduzione del percorso grafico.

Poiché mediamente l’80% dei testamenti redatti vengono eseguiti da soggetti oltre i sessanta anni d’età, spesso si possono riscontrare forme di scrittura patologica ove la figura del grafopatologo entra in scena.

 

La firma del più celebre dei drammaturghi: William Shakespeare, 23 aprile 1564-23 aprile 1616 (Fototeca Gilardi / AGF)

 

Studio del grafologo peritale, invece, sarà l’analisi di possibili incoerenze grafiche evidenti disseminate nelle tre forme sostanziali del testamento: data, testo e sottoscrizione.

Sarà infatti suo compito verificare tremori spontanei o artificiosi delineando taluni passi “base”.

L’importanza del tremore 

Un’attenzione particolareggiata si avrà sulla collocazione del tremore all’interno dell’atto, in quanto un possibile imitatore, oltre all’imitazione dell’eventuale tremolio, deve prestare attenzione ad occultare la propria gestualità per evitare incoerenze grafiche.

Il tremore simulato presenta spesso incongruenze comparendo maggiormente all’inizio delle parole e/o del testo, a dispetto del tremore spontaneo il quale aumenta progressivamente, e può essere individuato cogliendo disuguaglianze nell’alternanza di tratti tonici ed energici a tremolanti.

Solitamente un’attenzione maggiore si pone altresì sull’ampiezza testamentaria e sulla sua sfera linguistica, il lessico utilizzato nel testo detiene carattere individuale come la grafia.

La scelta della scrittura

Ognuno di noi dispone di infinite possibilità di scelta di forme grammaticali, lessicali, dialettali, linguistiche tra quelle a disposizione; ognuno sceglie la più congrua definendola “propria”, in merito al proprio specchio interpretativo o in merito a quello che già fa parte del proprio vocabolario, lo stesso subisce variazioni così come usi e costumi e fa della scelta di un vocabolo una personalizzazione ed una individuazione del soggetto scrivente.

 

Appendice del testamento autografo in cui Giuseppe Garibaldi – 4 luglio 1807-2 giugno 1882 – dichiara di voler essere cremato, Italia anno 1881 (Fototeca Gilardi / AGF)

 

 


Traccia corrente

Titolo

Artista

Background