Facciamo le carte allo scudetto : determinante il fattore campo ?

Scritto da il 3 Giugno 2024

Da 26 anni la Virtus quando ha vinto lo scudetto ha sempre vinto gara 1, quando l’ha persa non ha conquistato il titolo

Nella foto Virtus di Matteo Marchi : Iffe Lundberg, qui in Eurolega contro il Fenerbhace, è pronto al rientro, il Danese ha saltato per scelta tecnica le finali 2023, quest’anno è atteso come l’uomo della Provvidenza

Conquistare gara 1 fondamentale, lo dicono i numeri

Bisogna risalire al 1998, uno degli anni più importanti nella storia della Vunera, per trovare una sconfitta in gara 1 nella finale scudetto della Virtus poi seguita dalla vittoria finale ma, in quell’anno contrassegnato dalla vittoria della 1° Eurolega, in finale tra Virtus e Fortitudo le due contendenti fecero saltare il fattore campo con due vittorie della Virtus “in trasferta” e altre due della Fortitudo sempre “in trasferta” anche se il parquet era lo stesso dell’allora PalaMalaguti. Poi gara 5 il 31 maggio finì come tutti sanno, la Virtus mantenne il fattore campo e conquistò il 14° scudetto.

Dopo il’98 quando la Virtus ha vinto gara 1 in finale alla fine ha sempre vinto il titolo, addirittura vincendo gara 1 in trasferta al Forum nel 2021, nel 2022 e 2023 invece una volta a Bologna e una a Milano gara 1 è andata all’Ea7 che, in entrambi i casi si è portata a casa lo scudetto.

Quale finale dobbiamo aspettarci ?

Che siano soltanto 3 o 4 o 5 saranno sicuramente gare molto combattute come da tradizione nei derby d’Italia perdippiù con lo scudetto in palio. Se la base di confronto fosse la stagione intera non ci sarebbero dubbi che la Virtus sarebbe favorita ma, negli ultimi due mesi ad un calo notevole di rendimento bianconero ha fatto riscontro un notevole miglioramento di quello biancorosso. Ettore Messina pare aver convinto i suoi, dopo sei mesi di arrabbiature e rimproveri, che dei professionisti super pagati, al di là di antipatie e ripicche personali, debbono andare in campo per vincere e giocare al massimo dal 1° al 40° e, se necessario, anche oltre. I problemi di spogliatoio sono palesi e sotto gli occhi di tutti, molti dei protagonisti attuali non saranno a Milano la prossima stagione ma il linguaggio del corpo e i volti sembrano testimoniare per un patto del tipo “accantoniamo l’ascia di guerra fino al 20 giugno, vinciamo questo scudetto e salutiamoci definitivamente”.

Il problema evidenziato dai biancorossi in stagione è stata sopratutto la discontinuità non solo tra vari impegni ma anche all’interno delle singole gare.  Nei play off l’Olimpia ha steccato una sola gara,la prima con Trento in casa probabilmente per sottovalutazione, poi ha fatto un percorso netto di 6 vittorie consecutive. Sembrerebbe lanciata la squadra di Messina che ha mantenuto il marchio di fabbrica della casa (la difesa) sciorinando grandi percentuali in attacco riuscendo ad avere un consistente apporto anche dai giocatori meno impiegati.

L’unico problema per lo staff tecnico Meneghino potrebbe però essere quello della disabitudine a giocare gare contro avversari che la mettono alla frusta.  Da quasi un mese l’Ea7 non gioca gare strette contro squadre del suo livello essendosi rivelata Brescia non ancora pronta per insidiare squadre di Eurolega.

Molto diversa la situazione in casa Virtus, detto che tra i due roster ci sono grandi differenze quasi tutte a favore di Milano, la squadra di Banchi ha 3 giocatori chiave nel quintetto base tra i 37 e 38 anni (Hackett, Belinelli e Dunston), due giocatori importanti in infermeria (Lundberg e Zizic) che potrebbero dare alcuni minuti ma certamente non fornire il consueto apporto alla squadra. Se la migliore qualità dell’Olimpia è la difesa, la Virtus eccelle in molte classifiche statistiche d’attacco, in primis i punti segnati.

La Virtus ha vinto più partite strette della rivale anche nei play off basta pensare alle due gare di semifinale con Venezia, inoltre ha il fattore campo favorevole ancor più importnte in una serie a 5 anzichè 7, infine pur avendo giocato due gare in più della rivale ha mantenuto il fattore campo sia con Tortona che con Venezia.

Gli arbitri

Sono già note le terne arbitrali per gara 1, 2 e 3. In gara 1 ci saranno Begnis, Mazzoni e Giovannetti mentre gara 2 di sabato toccherà a Lanzarini, Attard e Borgioni. Per gara 3 in programma martedì 11 giugno al Forum ci saranno Paternicò, Rossi e Baldini. In pratica la scelta è quella di garantire in ogni gara due primi arbitri per assicurare la suddivisione della responsabilità nei fischi più importanti e difficili.

Resta il fatto che, personalmente, non trovo giusto che a dirigere una squadra in cui è coinvolta la sua città venga chiamato un fischietto Bolognese come Saverio Lanzarini, in questo modo comunque vada ci sarà l’ombra del sospetto l’ultima cosa di cui il basket Italiano ha bisogno. Il tanto vituperato calcio ha risolto alla radice il problema evitando che a dirigere una gara possa essere un arbitro della stessa città di una delle contendenti.

 

 


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