Via i crocifissi dalle aule della Scuola “Odoardo Focherini” di Carpi: lettera aperta alla preside

Scritto da il 11 Ottobre 2023

Fa discutere la notizia della decisione di togliere i crocifissi dalle aule della Scuola media Focherini di Carpi

 

Crocifisso, Cattedrale di Carpi

 

Gentile dottoressa Federica Ansaloni,

ho appreso nella giornata di ieri della sua decisione di togliere il crocifisso dalle aule della Scuola secondaria di primo grado Odoardo Focherini di Carpi che lei dirige.

Su Il Resto del Carlino ho potuto leggere le sue parole in merito a questa decisione: “Il crocifisso è un simbolo religioso. Qui siamo in una scuola, non in una chiesa. Per questo ho ritenuto di fare togliere i crocifissi dalle aule, questa estate, in occasione di alcuni lavori di ristrutturazione e pittura dei locali dell’istituto“.

La sua opinione è legittima e rispettabile ma, almeno dal mio personale punto di vista, non condivisibile. Vorrei quindi portare alla sua attenzione alcune considerazioni.

  1. La sua scuola prende il nome dal beato Odoardo Focherini che, come lei certamente saprà, fu un fervente cattolico. Il suo nome è presente allo Yad Vashem insieme a quello degli altri Giusti tra le Nazioni. Nella motivazione alla Medaglia d’oro al merito civile a lui conferita si ricorda come “nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, con eroico coraggio e preclara virtù civica, promosse la costruzione di una struttura clandestina che diede ospitalità ed assistenza ad un gran numero di ebrei italiani e stranieri, riuscendo a salvarli dalla persecuzione nazista.  Arrestato, veniva internato nel campo di concentramento di Fossoli e successivamente deportato nel campo di Hersbruck, dove moriva di stenti e di setticemia”. Le virtù eroiche di Focherini non possono essere slegate o isolate dalla sua profonda fede. Sarebbe fuori luogo auspicare che i suoi studenti, all’interno delle loro classi, possano trovare davanti a sé quel simbolo che ha ispirato, così profondamente, un uomo normale come Focherini rendendolo capace di virtù tanto eroiche?
  2.  La laicità dello Stato è un concetto figlio del cristianesimo: “Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio” (Mt 22, 15-22). Il cristianesimo ha portato nel mondo una vera e propria rivoluzione, prima di Cristo, infatti, vigeva la legge del taglione, dopo si cominciò a parlare di perdono e di dignità dell’uomo. Come potrebbe la presenza del crocifisso rappresentare qualcosa di negativo per gli studenti o per i docenti della sua scuola?
  3. Cristo è crocifisso, non può imporsi ma soltanto esporsi, proporsi, mostrarsi. Non costringe nessuno a credere, può soltanto essere d’esempio lasciando a ciascuno la libertà assoluta di una scelta possibile. Invece, quale scelta potrebbe offrire ai suoi studenti un muro vuoto?
  4. Il cristianesimo è una religione razionale, una fede che non rifiuta la ragione ma che anzi, anche attraverso l’uso della ragione, ricerca conferme e indaga sé stessa. Storicamente, nei monasteri sparsi per tutta l’Europa progredì la scienza; medicina, botanica, chimica e astronomia fiorirono in questi luoghi di fede. Per non parlare dell’arte dove il cristianesimo è stato capace di ispirare alcuni dei più grandi artisti che l’umanità abbia avuto, che si parli di pittura, scultura, musica o architettura. Come può un simbolo che ha portato tanta bellezza e tanto progresso essere escluso da quelle aule all’interno delle quali si stanno formando le nuove generazioni?
  5. In Africa, Medio Oriente e Asia, tuttora, i cristiani vengono perseguitati. Secondo “Perseguitati più che mai” (2020-2022), il rapporto realizzato dalla Fondazione ACS, “per la prima volta nei 29 anni di storia di questo studio, tutti i 50 Paesi in cui si commettono maggiori violazioni della libertà religiosa sono stati classificati con livelli di persecuzione “elevati””. Milioni di persone che, avendo le nostre stesse radici culturali, vivono quotidianamente l’emarginazione, l’umiliazione, il pericolo per la propria vita. Potrebbe essere questo simbolo un’occasione di dibattito per i suoi studenti, affinché non restino indifferenti, affinché non diano mai per scontato il privilegio di vivere, liberi, in Occidente.

Non mi soffermerò poi su molti esempi di educatori e figure legate al mondo della scuola che, attraverso il messaggio cristiano, hanno formato intere generazioni portando nuove visioni nell’ambito della pedagogia e dell’istruzione.

Gentile Dirigente,

so bene quanto il suo lavoro sia difficile, così come non deve esser facile fare gli insegnanti: la responsabilità è grande, gli strumenti scarsi e le difficoltà innumerevoli. Tuttavia, togliere un crocifisso dal muro non renderà il vostro compito meno gravoso, non offrirà ai vostri studenti una prospettiva migliore, non garantirà a nessuno più libertà e neppure più laicità. Ci pensi.

 

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