Che cos’è la mediazione e quali sono i suoi vantaggi? Approfondimento con l’avvocato Sergio Fontana

Scritto da il 16 Novembre 2021

L’avvocato Sergio Fontana dello Studio Pederzoli & Associati di Carpi

Il questo articolo-intervista l’avvocato Sergio Fontana dello Studio Pederzoli & Associati di Carpi ci aiuterà a comprendere meglio un tema di cui si sente (e si sentirà) parlare sempre più spesso, ci stiamo riferendo alla cosiddetta mediazione:

La mediazione è una procedura di risoluzione del conflitto alternativa a quella giudiziale.

Prima di descrivere gli elementi essenziali che caratterizzano la mediazione, ritengo importante delineare le motivazioni per le quali questa procedura, alternativa alla causa in Tribunale, possa essere particolarmente vantaggiosa per chiunque stia vivendo o sia in procinto di vivere una controversia giudiziale.

  1. Tempi: uno dei principali vantaggi della mediazione è la riduzione dei tempi. Infatti, una procedura di mediazione deve concludersi entro 3 mesi dal deposito dell’istanza (salvo proroga consensuale delle parti), contro gli otto anni per una causa in Tribunale.
  2. Costi: i costi di una mediazione sono esigui rispetto a quelli di una causa civile in Tribunale e sono stabilite da un tariffario approvato dal Ministero della Giustizia e di gran lunga più contenuto rispetto ai costi medi della giustizia ordinaria. Per una causa di 5.000 €, ad esempio, l’importo complessivo della mediazione con raggiungimento dell’accordo ammonta a 130 € per parte, IVA inclusa. Per una causa di 25.000 €, invece, l’importo è pari a 350 € per parte, IVA inclusa.
  3. Riservatezza: tutto quello che viene detto in mediazione è soggetto a riservatezza e chiunque partecipi, a qualsiasi titolo, deve sottoscrivere una clausola con sui si impegna a mantenere riservato quanto discusso in mediazione.
  4. Modalità: nella mediazione le parti possono sempre confrontarsi con il mediatore, tra di loro e con i propri legali.  In questo senso tale procedura costituisce un’opportunità, poiché rappresenta l’ultima occasione per le parti per raggiungere un accordo secondo il proprio modo di ragionare e dando valore ai propri interessi. In caso di fallimento, le parti potranno solo sottostare alla decisione di un Giudice, che si potrà basare esclusivamente sugli atti di causa con una valutazione “secondo diritto”, senza soppesare i reali interessi delle parti.
  5. Esigibilità: l’accordo di mediazione ha valore di titolo esecutivo ed in caso di inadempimento di una delle parti potrà essere titolo esecutivo per un’esecuzione forzata a mezzo di ufficiale giudiziario (esattamente come una sentenza).

 

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Quando nasce la mediazione?

Seppur presente nell’ordinamento italiano come “medio-conciliazione” sin dagli anni ’80, la mediazione non ha mai preso molto piede in Italia.

Nel 2010, tuttavia, è stato introdotto l’obbligo, per determinate materie, di passare dal procedimento di mediazione prima di poter radicare una causa civile. à

Chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa a una controversia in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, è tenuto, assistito dall’avvocato, preliminarmente ad esperire il procedimento di mediazione.

Esiste anche la mediazione “volontaria” che permette a chiunque di accedere alla procedura di mediazione per dirimere una qualsivoglia controversia con l’ausilio del mediatore professionista.

A chi si rivolge la mediazione?

La mediazione si rivolge a tutti coloro (società e/o persone fisiche) stanno vivendo un conflitto di qualsiasi natura e cercano una soluzione rapida e risolutiva.

Chi è il mediatore?

Il mediatore è il soggetto incaricato di condurre il procedimento di mediazione e di aiutare le parti a giungere a un accordo bonario.

Come per tutte le professioni, la qualità del mediatore è rapportata all’esperienza sul campo e al possesso di alcune soft skills, che devono necessariamente essere presenti nella “cassetta degli attrezzi” di un buon mediatore, quali: ottime capacità comunicative, una conoscenza approfondita della materia, un’attenzione speciale alla dimensione emotiva e affettiva del conflitto, grandi doti di ascolto, anche empatico, e – spesso – un pizzico di creatività.

La mediazione può essere “applicata” oltre i confini nazionali?

La caratteristica principale della mediazione è che non è soggetta a tutti i formalismi del contenzioso civile e, soprattutto, non deve portare ad una decisione “secondo diritto” proprio perché il mediatore non deve svolgere la funzione di giudice o di avvocato ma deve essere un mero “facilitatore”.

Questo presupposto permette a mediatori (altamente specializzati) di gestire mediazioni anche internazionali.

Ci sono differenze nel modo di fare mediazione in Italia e negli Stati Uniti?

Quello che differenzia l’approccio alla mediazione tra Italia e gli Stati Uniti è principalmente la “quasi totale assenza di cultura della mediazione” nel nostro Paese.

Oggi, negli Stati Uniti (anche a causa degli elevati costi della Giustizia Americana), la stragrande maggioranza del contenzioso viene gestito in mediazione anche per quanto riguarda materie per cui oggi in Italia non è neanche prevista (separazioni-divorzi, controversie in tema di diritto del lavoro ed altri oltre quelli già menzionati nelle materie per cui oggi la mediazione è obbligatoria anche in Italia).

 

 

 


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