Ascolta l’articolo: “Strategie di coping in sanità (II parte)”
Orecchio sul Mondo (27) – Lo stress sul luogo di lavoro può influenzare la salute psicofisica dei lavoratori e conseguentemente l’efficacia del loro operato in campo aziendale e la loro qualità di vita. Il settore sanitario, in particolare, presenta grosse difficoltà, date dalle numerose esigenze alle quali i lavoratori sono portati a rispondere; tra le tante essere pronti ad affrontare le emergenze e riporre la giusta distanza tra la propria vita e ciò di cui si fa esperienza in ospedale.
La sindrome da burnout è uno stato psicologico risultante di una lunga esposizione ad elementi stressanti facenti parte del proprio lavoro. Sulla base di recenti studi, una severa sindrome da burnout è stata rilevata in circa il 50% del personale sanitario; coloro che tendono a soffrire più spesso di questa sindrome sono
quelli ai quali viene richiesto un alto numero di ore lavorative, anche se le determinanti della sindrome tendono ad essere relative all’organizzazione aziendale ed al tipo di utenza.
Lo stress occupazionale diffuso tra i professionisti in ambito sanitario è spesso il risultato di una combinazione di tempo, abilità sociali o supporto insufficienti sul luogo di lavoro. I costi (anche su un piano concreto) di stress e burnout sono alti, grazie anche all’aumento di assenteismo e licenziamento che possono causare.
Una ricerca recente ha cercato di individuare modalità preventive da mettere in atto per disincentivare la comparsa di fenomeni ad impatto negativo sulla qualità dell’operato. Due sono stati i metodi principalmente individuati, a livello di utilizzo, da parte dei professionisti; gli interventi diretti alla persona includono un approccio cognitivo-comportamentale alla situazione stressante, abbinato eventualmente a tecniche di rilassamento.
Esso può dimostrarsi utile nel ridurre burnout, ansia, stress e sintomi generali nei lavoratori. I metodi diretti sul lavoro invece, possono includere cambiamenti nella
mansione o nella comunicazione e si dimostrano altrettanto efficaci nella riduzione dei sintomi di stress.
Metodologie di coping inefficaci possono dar vita ad una performance lavorativa scadente, insieme a conseguenze più gravi come il burnout o sintomi andanti a condizionare il benessere di lavoratori e degenti.
Uno studio nell’epoca covid si è prefissato di valutare gli effetti dello stile di coping sui livelli di burnout di 616 membri dello staff sanitario. Tre sono state le categorie di coping individuate: orientato al compito, alle emozioni ed all’evitamento.
Il coping presentante un minor rischio di burnout è risultato essere quello orientato al compito, probabilmente per la natura degli agiti del personale nei riguardi delle situazioni potenzialmente stressanti.
Orazio Cassiani
LM in economia e management internazionale delle aziende sanitarie, LM in SIO. Master e senior in gestione e management delle HR, MADIMAS. Esperto in modelli di gestione ed accreditamento, risk management. PSQM certificato RINA. Consigliere OPI Reggio Emilia e già vice CID ER. Albo esperti AGENAS ed OPI. Ufficiale (cdg) CRI.
“Strumenti di gestione delle Risorse Umane in un’azienda sanitaria” di Orazio Cassiani
“Dopo questi mesi ed anni caratterizzati da una pandemia, una guerra, una grande crisi economica, ho il piacere di annunciare l’uscita del mio prossimo libro intitolato “La gestione delle Risorse umane in un’azienda sanitaria“.
Espressione del lavoro in TEAM di studenti e stagisti, si offre quale strumento utile agli studenti per acquisire competenze ed esperienza ed ai professionisti sanitari per tracciare il perimetro entro cui sviluppare ed applicare modelli organizzativi innovativi.
Anche con questo ultimo elaborato tutti i proventi saranno destinati a La Caramella Buona Onlus“.