Ascolta l’articolo: “La depressione post – partum (parte 1)”
Orecchio sul Mondo (75) – Compare a distanza di un paio di mesi dal parto ed aumenta in intensità nelle settimane che seguono. Ci sono voluti diversi anni per iniziare a capire che tale disagio può diventare un problema per la salute del singolo e della famiglia.
La depressione post-partum (dal latino “dopo il parto”) è una particolare forma di disturbo nervoso che colpisce molte mamme a partire dal 3° o 4° giorno seguente la gravidanza e che può avere una durata di diversi giorni, manifestandosi in qualche caso come depressione vera e propria, accompagnata da forme di psicosi.
Oltre il 70% delle madri, quindi, nei giorni immediatamente successivi al parto, manifestano sintomi leggeri di depressione, in una forma che il pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott ha denominato “baby blues”, con riferimento allo stato di malinconia (“blues”) che caratterizza il fenomeno.
Si tratta quindi di una reazione piuttosto comune i cui sintomi includono delle crisi di pianto senza motivi apparenti, irritabilità, inquietudine e ansietà che tendono generalmente a scomparire nel giro di pochi giorni.
Ben più gravi e duraturi sono i sintomi della “depressione post-partum” che possono perdurare anche per un intero anno. Il 15% delle neo-mamme in Italia vive l’esperienza della Depressione post-partum, come disagio psichico; spesso tale manifestazione non è riconosciuta né dalla persona colpita, né dai familiari.
La depressione post-partum può verificarsi indipendentemente dall’ordine di nascita del bambino: non è detto che una madre che non ne abbia sofferto in seguito alla nascita del primo figlio non possa soffrirne dopo la nascita di altri figli.
I sintomi principali della depressione puerperale sono:
- l’umore triste
- la debolezza
- la difficoltà a fare qualsiasi cosa
- la mancanza di gioia, anche nella cura del piccolo
- l’insonnia
- la difficoltà di concentrazione
- l’ansia eccessiva per la salute del bambino (ogni piccolissima cosa diventa una tragedia)
- i sensi di colpa, la sensazione di inadeguatezza e di incapacità come mamma
- pensieri di morte, che devono allertare immediatamente, perché potrebbero indicare che è in agguato la forma più grave.
Talvolta la situazione degenera in disturbi più gravi che costituiscono la vera e propria psicosi puerperale. Anche se relativamente rara – interessa infatti lo 0.1-1.2% di tutti i parti – merita tuttavia estrema attenzione per le gravi conseguenze, anche letali, che può avere sia per la mamma sia per il bambino:
conseguenze che periodicamente occupano le prime pagine dei giornali.
I sintomi compaiono generalmente entro le prime 4 settimane dal parto, quando il rischio di ospedalizzazione per psicosi è di 22
volte superiore a quello pregravidico.
Orazio Cassiani
LM in economia e management internazionale delle aziende sanitarie, LM in SIO. Master e senior in gestione e management delle HR, MADIMAS. Esperto in modelli di gestione ed accreditamento, risk management. PSQM certificato RINA. Consigliere OPI Reggio Emilia e già vice CID ER. Albo esperti AGENAS ed OPI. Ufficiale (cdg) CRI.
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