Caffè Lungo: L’Angelo dei pendolari

Scritto da il 17 Dicembre 2019

La vita dei pendolari non è una vita semplice: ritardi, disagi, intere tratte passate in piedi, servizi spesso non all’altezza delle aspettative, anche di quelle meno rosee, e la lista potrebbe proseguire; come se lo stile di vita di chi prende il treno quotidianamente, o quasi, non fosse già abbastanza frenetico e stressante. Ma, in mezzo a questa landa nebulosa con la quale non si può far altro che convivere, c’è uno spiraglio di luce e di positività. Nel cuore del Lazio, tra le provincie di Roma e Viterbo, questo spiraglio ha un nome ed un cognome: Stefano Mecali.

Stefano lavora come operaio nella stazione di Bracciano, ma il suo ruolo va ben oltre le mansioni che svolge durante la settimana. Chiunque abbia preso il treno almeno una volta in questa stazione ha avuto modo di incontrarlo, imbattendosi piacevolmente nei suoi modi gentili e nella sua estrema disponibilità. Sempre pronto ad esserci per gli altri senza mai aspettarsi nulla in cambio, che sia per aiutare a fare un biglietto al distributore self service che per dare un’indicazione, così come per regalare un sorriso a chi ha avuto una giornata no proprio per i motivi che sono stati elencati qualche riga fa.

Un vero e proprio “angelo dei pendolari”, al quale risulta difficile non voler bene, alla faccia del malumore per una coincidenza persa o per un appuntamento andato in fumo a causa di un ritardo per il quale l’unica scusa è arrivata da un’inanimata voce metallica. Qualcuno potrà pensare che, in fondo, Stefano è pagato per fare tutto questo. E questo qualcuno avrebbe anche ragione, se la cordialità, la gentilezza e il buonumore rientrassero nelle mansioni che Stefano deve svolgere quotidianamente. Cosa che, ovviamente, non è.

Potrebbe essere uno dei tanti operai che passano inosservati, ma lui preferisce allungare un po’ la sua giornata di lavoro se questo significa dedicare del tempo a chi ne ha bisogno, fosse solo un istante di luce, di buonumore. Sì, “angelo dei pendolari” è il nome giusto per definirlo e il luogo in cui passa la maggior parte delle giornate, la stazione, è il suo ambiente ideale. Forse questa bontà, che quasi stona con il mondo del pendolarismo, è dettata da un amore ancestrale per tutto ciò che riguarda i treni.

Il mondo delle ferrovie fa parte del dna di Stefano, figlio dello storico ferroviere di Anguillara Sabazia: Mecali, inoltre, è presidente di “Terratua”, un’associazione che punta alla promozione del turismo responsabile e sostenibile nel centro Italia, nonché capofila del progetto “Train Station Recovery”. Con Terratua, Stefano è riuscito a portare nel corso degli anni i treni storici in alcune delle stazioni dell’area del Lago di Bracciano: un’iniziativa che ha colto il favore di grandi e piccini che vedevano arrivare in lontananza la locomotiva accompagnata dalla sua immancabile scia di fumo.

Insomma, l’ennesimo momento di buonumore, meraviglia e di gioia reso possibile grazie all’animo gentile di Stefano.  O forse, più semplicemente, Stefano è fatto così ed è una manna dal cielo per tutti i pendolari e per chi ha il piacere di incontrarlo. Se vivessimo in un mondo “normale”, o perlomeno più gentile, sicuramente questa storia sarebbe una componente della quotidianità; invece, è una bella, ma rara, eccezione. Che, come tutte le eccezioni, fa notizia.  Nel nostro mondo “non normale” e sempre più imbruttito, la battaglia si vince a colpi di gentilezza, di educazione e di bellezza.

Sono i gesti quotidiani di persone come Stefano che restituiscono speranza nel futuro, mentre ci troviamo a fare i conti con un presente fatto di odiatori, chiusure, querele per un tweet, messa in discussione di secoli di scoperte scientifiche e ripicche; un presente in cui la comunità umana si sta voltando le spalle. Ma, fortunatamente, ci sono le eccezioni, ancore di salvezza per chi non ha perso la fiducia nel domani. Perché, se è vero che non è tutto oro quel che luccica, è anche vero che non è tutto nero il mondo che abbiamo davanti ai nostri occhi. Federico Bonati 

 


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