Anagni, in laboratorio l’enorme zanna di elefante vecchia mezzo milione di anni

Scritto da il 31 Agosto 2022

fontana ranuccio

 

Frosinone, Anagni – Dopo mezzo milione di anni, l’enorme zanna di Palaeoloxodon antiquus scoperta a Fontana Ranuccio è stata trasportata in laboratorio. Il trasbordo, dopo giorni di meticolosi interventi, è stato effettuato nella tarda mattinata di martedì 30 agosto.

Il rinvenimento dell’eccezionale reperto, della lunghezza di oltre tre metri, era stato effettuato nell’estate del 2020 dai ricercatori dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana (IsIPU) diretti dal professor Stefano Grimaldi.

 

Il Palaeoloxodon antiquus

Il maestoso antenato dell’elefante ha fatto la sua comparsa sulla terra all’incirca 550.000 anni fa, per estinguersi 70.000 anni fa; il Palaeoloxodon antiquus era fra le specie più diffuse nell’Europa meridionale, quindi anche in Italia. Molto più grande dei pachidermi attuali, viveva in foreste o in praterie ricche di macchie di alberi decidui, senza trascurare le foreste di conifere della fascia temperata.

Il territorio di Anagni, nel periodo compreso tra il Pleistocene medio e quello superiore, era caratterizzato da questo tipo di foreste. Nel sito di Fontana Ranuccio, vero scrigno ricco di reperti, gli esperti dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana (IsIPU) proseguono nelle campagne di scavo, portando alla luce preziose testimonianze di epoche remote.

 

Fontana Ranuccio, la campagna di scavo 2022

La campagna di scavo 2022 ha visto la collaborazione di studenti provenienti dall’Università di Trento e da altri atenei. A Fontana Ranuccio sono venuti alla luce resti molto interessanti, appartenenti soprattutto a grandi mammiferi (cervi, elefanti, buoi…) oltre a manufatti di selce ed osso realizzati dall’Homo Heidelbergensis (458.000 anni fa).

Tra i collaboratori del presidente Grimaldi, il direttore degli scavi Fabio Santaniello, le archeologhe Serena Vona e Laura Bruni e Luciano Bruni, veterano dell’archeologia anagnina. I resti rinvenuti vengono analizzati e custoditi nel laboratorio dell’Istituto, ospitato presso i locali del Convitto Nazionale Regina Margherita.

 

Il sostegno di BancAnagni

Le iniziative dell’Istituto si avvalgono del concreto sostegno economico di BancAnagni, il cui presidente Stefano Marzioli segue con attenzione l’evoluzione delle scoperte. Il Comune s’era impegnato nel realizzare una struttura che consentisse la fruizione del sito anche nei mesi invernali, e BancAnagni non si tirerà certamente indietro, se chiamata a collaborare.

 

Le parole del direttore degli scavi Fabio Santaniello e al presidente dell’IsIPU Stefano Grimaldi

 


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