“Ci parliamo con gli occhi. Ha una malattia tipo Alzheimer che si infiltra e sbriciola la memoria”, aveva riferito teneramente Roberto Russo, marito di Monica Vitti, a seguito della malattia degenerativa che l’aveva colpita.
Vent’anni lontana dalle scene non hanno mai influenzato la memoria collettiva: la Vitti era e rimarrà la Vitti, tra le interpreti più brillanti del cinema italiano.
Musa di Michelangelo Antonioni, iniziò la sua carriera dal teatro a soli 14 anni, poi come doppiatrice fino all’incontro con il regista ferrarese, un sodalizio da cui presero vita film come “La Notte”, “L’Avventura” e “Deserto Rosso”, pellicole rimaste immortali nel panorama cinematografico mondiale.
Negli anni Sessanta il cambio di rotta, l’approccio vincente alla commedia la incoronò attrice poliedrica, esilarante e impareggiabile compagna di scena di Alberto Sordi in “Polvere di stelle”.
Si è spenta oggi a 90 anni, nella sua casa romana, Monica Vitti, icona del cinema, personalità forte, intelligente ed ironica, tra le più talentuose attrici italiane di tutti i tempi.
