Roma, a Villa Borghese la mostra Daphne is back

Scritto da il 24 Novembre 2021

Immagine di repertorio© Mimmo Frassineti/ AGF

Prevista per il 25 novembre alle ore 19,00 l’inaugurazione dell’opera di Guido Iannuzzi, per celebrare la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Daphne is back sarà esposta all’interno del Tempietto di Diana di Villa Borghese che si trova a poche centinaia di metri dalla statua del Bernini che rappresenta il mito classico da cui l’opera trae origine.
L’installazione è infatti una sorta di sequel concettuale del mito tradizionale di Dafne e Apollo che viene reimmaginato ed attualizzato.

L’opera

In essa è fermato il momento nel quale Dafne torna ad essere libera e non più imprigionata nella pianta di alloro in cui si era trasformata per fuggire alla violenza.
L’obiettivo dell’opera è di affermare che la mimesi, il nascondersi o fuggire possono essere solo soluzioni temporanee, emergenziali contro la violenza mentre è assolutamente necessario liberare Dafne e permetterle di essere se stessa mostrando la propria corporeità e il proprio pensiero senza il rischio di subire violenza fisica o psicologica.
Questo vale non solo per Dafne e la donna, ma per chiunque sia costretto a nascondere la propria natura e le proprie idee per sfuggire alla violenza o all’emarginazione.

L’opera ferma esattamente il momento in cui le due frecce in piombo ed in oro, che avevano dato avvio al mito classico, si incontrano facendo smaterializzare la pianta di alloro che aveva protetto, imprigionandola, l’essenza di Dafne. La ninfa sparisce alla vista degli astanti essendo tornata alla sua piena libertà, rimangono ancora, per pochi attimi, solo le foglie di alloro che aleggiano in espansione nell’aria come unico riverbero ed eco del precedente stato assunto da Dafne.
Dafne è tornata, tornata ad essere libera.

 


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