Reggio Emilia: tensione durante udienza per abusi in rete. Imputato coinvolto in altro procedimento, avrebbe adescato una bambina nel 2018

Scritto da il 11 Marzo 2022

Foto Maria Laura Antonelli / AGF

 

Si è svolta questa mattina l’udienza a carico di un ventenne che, nel 2019, ha adescato una minorenne reggiana, costringendola, tramite minaccia, a compiere atti sessuali in chat.

In aula, giudice Ramponi e pubblico ministero Marano, la madre della giovane vittima ha urlato contro l’imputato, mentre questo ero sotto interrogatorio e forniva la sua versione dei fatti.

La signora, comprensibilmente alterata e in lacrime, è quindi stata accompagnata fuori dall’aula da Roberto Mirabile e Giulia Romeo, i rappresentanti dell’associazione La Caramella Buona che assiste la vittima e i genitori parti civile tramite l’avvocato Donatella Ferretti.

I fatti

I fatti risalgono a ottobre del 2019, quando il ventenne, fingendosi fotografo di moda e utilizzando due diversi profili instagram, adesca on-line l’adolescente, minacciandola poi di diffondere alcune sue foto intime se non avesse ubbidito ai suoi perversi desideri sessuali.

L’altro procedimento 

Nel corso del processo incardinato al tribunale di Reggio Emilia, si è venuto a sapere che l’imputato è protagonista di un altro procedimento a Bologna, per la stessa tipologia di reato, a danno di una bambina di dieci anni adescata nel 2018.

Nell’udienza odierna è stata ascoltata anche la madre del ragazzo, che ha rilasciato una sofferta testimonianza dichiarandosi praticamente ignara di quanto faceva il figlio, chiuso in casa tutto il giorno davanti ad un computer.

Il giudice Ramponi ha fissato le discussioni e la sentenza per il 20 giugno.

 

 

 


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