Quando l’Italia intera pianse per Alfredino Rampi

Scritto da il 9 Giugno 2021

Alfredino Rampi – Foto di archivio

Era il 10 giugno del 1981 quando, nella periferia romana di Vermicino, un padre disperato denunciava la scomparsa di suo figlio Alfredino Rampi, sei anni.

Dopo alcune ore di ricerche, si ipotizzò che il piccolo fosse caduto all’interno del vicino pozzo artesiano e, quando un agente di polizia provò a sporgersi, pronti arrivano i lamenti del bambino.

Il pozzo artesiano era profondo circa 30 metri con un’apertura larga circa 30 centimetri: i soccorsi furono fin da subito molto difficili. Dapprima si provò a calare una tavoletta di legno che però si incastrò a pochi metri dal fondo. Poi si pensò di scavare due tunnel a fianco, verticale e orizzontale, per raggiungere il punto esatto ma, forse a causa delle vibrazioni, Alfredino era scivolato ancora più in profondità.

L’ultimo tentativo fu affidato ad un volontario, Angelo Licheri, 37 anni e dalla corporatura che lasciava ben sperare.

Era la notte fra il 12 e il 13 giugno quando Angelo calatosi nel pozzo raggiunse Alfredino dopo venti minuti. Gli parlò, cerco di incoraggiarlo, lo imbragò due volte, nella disperazione lo prese persino dai gomiti ma nulla.

Tutta l’Italia rimase incollata alla tv, la RAI trasmise, infatti, oltre 18 ore di diretta sperando in un salvataggio spettacolare che purtroppo non avvenne.

Poche ore dopo, il cuore del bambino smise di battere, si spensero i riflettori ma nessuno dimenticò il dolore di quei due genitori ed oggi, dopo quarant’anni, nessuno dimentica Alfredino e quel pozzo maledetto tanto che, il 21 e il 28 giugno, andrà in onda su Sky Cinema, “Alfredino – Una storia italiana“, film di Marco Pontecorvo.

Vermicino

Foto Mimmo Frassineti / AGF

 

 

 

 

 

 

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