Le Beatitudini ci permettono di conoscere il Cuore di Cristo

Scritto da il 12 Febbraio 2022

Gustave Dorè (1832-1883) Sermone della montagna, Vangelo secondo Matteo 6, 28-29. Gesù offre l’esempio della preghiera ‘Padre Nostro’ con la quale avvicinarsi e rivolgersi al Padre. Incisione dall’edizione della Bibbia Illustrata, XIX secolo (Foto Fototeca Gilardi / AGF)

 

La riflessione sul Vangelo di domenica 13 febbraio 2022 del Vescovo Emerito di Carpi Francesco Cavina:
Ascolta “Le Beatitudini ci permettono di conoscere il Cuore di Cristo” su Spreaker.

“Il Vangelo di questa domenica ci presenta il discorso delle beatitudini, definite da papa Francesco via pratica di santità.

Nei primi secoli del cristianesimo le beatitudini venivano consegnate ai neo-battezzati insieme al Padre Nostro. Questa scelta era motivata dalla convinzione che esse non sono espressioni poetiche, astrazioni “spirituali”, regole di condotta, ma costituiscono l’autobiografia di Cristo, ci dipingono il suo ritratto, ci descrivono la sua personalità.

Le beatitudini, cioè, ci dicono chi è Gesù, ci parlano di Lui. Lui è il povero, il mite, il puro di cuore, il perseguitato a causa della giustizia, l’afflitto, il misericordioso, colui che ha fame e sete di giustizia, colui che porta la pace vera… Le Beatitudini, dunque, sono la chiave che ci permette di entrare nella vita di Gesù e di conoscere il Cuore.

Il cuore del cristiano, reso nuovo dall’unione con Cristo, diventa capace di una vita piena di consolazione e autenticamente umana, “totalmente altra” rispetto alla mentalità del mondo. Solo in quest’ottica le beatitudini possono essere accolte “con sincera apertura”, “sine glossa” vale a dire senza commenti, senza elucubrazioni e scuse che tolgono ad esse forza.

Per vivere le beatitudini, allora, come ci ricorda il Papa nella Esortazione Gaudete et exsultate, è necessario tornare

ad ascoltare Gesù, con tutto l’amore e il rispetto che merita il Maestro. Permettiamogli di colpirci con le sue parole, di provocarci, di richiamarci a un reale cambiamento di vita. Altrimenti la santità sarà solo parole.

Il Vangelo precisa che per divenire discepoli di Cristo è necessario essere poveri. È un richiamo alla condivisione e alla fraternità e a liberarci dall’ansia del possesso che, privandoci della libertà interiore, ci allontana da Dio e dai fratelli.

Le parole di Gesù, “beati i poveri” sono un invito ad amare i poveri, ad aiutarli e a schierarsi dalla loro parte. Come essi sono amati da Dio perché appartengono al Suo Regno, così devono essere amati da noi.

I profeti avevano annunciato che con la venuta del Messia Dio si sarebbe preso cura dei poveri, degli affamati, dei perseguitati… Gesù proclama che questo tempo è arrivato. Le Beatitudini sono le “azioni più grandi”, anzi “le opere esterne” che meglio manifestano il nostro “amore per Dio” perché annunciano che il regno di Dio è arrivato.”

 

Francesco Cavina

S.E. Mons. Francesco Cavina

 


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