La lettera del cantautore Vincenzo Incenzo all’On. Stefania Ascari sulla modifica dell’articolo 414 del codice penale: “Lasci all’intelligenza del pubblico giudicare cosa sia riprovevole”

Scritto da il 30 Marzo 2021

Vincenzo Incenzo

© Foto Maria Laura Antonelli / AGF

In un post di facebook pubblicato oggi il cantautore Vincenzo Incenzo ha scritto una lettere aperta all’Onorevole Stefania Ascari, parlamentare modenese del Movimento 5 Stelle, prima firmataria di una proposta di Legge di modifica dell’articolo 414 del codice penalein materia di circostanza aggravante dell’istigazione o dell’apologia riferite al delitto di associazione di tipo mafioso o a reati commessi da partecipanti ad associazioni di tale natura“. L’articolo 414 del codice penale riguarda il reato di istigazione a delinquere.
Nella proposta di Legge, presentata il 19 febbraio 2021 alla Camera dei Deputati, viene spiegato come la proposta si componga di due articoli:
L’articolo 1 modifica l’articolo 414 del codice penale, aggiungendo, dopo il quarto comma, altri due commi volti a introdurre l’aggravante dell’istigazione o dell’apologia del delitto di associazione di tipo mafioso per cui, salvo che il fatto costituisca più grave reato, se l’istigazione o l’apologia riguardano il delitto previsto dall’articolo 416-bis dello stesso codice o i delitti commessi da tali associazioni la pena è aumentata della metà. La pena è aumentata fino a due terzi se il fatto è commesso durante o mediante spettacoli, manifestazioni o trasmissioni pubbliche o aperte al pubblico ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici. In relazione ai fatti di cui al quinto comma non possono essere invocate, a esimente, ragioni o finalità di carattere artistico, letterario, storico o di costume.
L’articolo 2 stabilisce che quando il delitto di cui al quinto comma dell’articolo 414 del codice penale è commesso mediante l’utilizzo di social network ovvero mediante emittenti radio o televisive o per mezzo della stampa, il soggetto responsabile della divulgazione del contenuto non conforme al divieto di apologia previsto dal medesimo comma è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 10.000 euro e con l’obbligo di rettifica.


LA LETTERA



Onorevole Stefania Ascari,
mi rivolgo a Lei come prima firmataria della proposta di legge presentata in Parlamento, rivolta a modificare l’art. 414 del Codice Penale, introducendo l’aggravante di istigazione o apologia riferite all’associazione di tipo mafioso o a reati commessi da partecipanti ad associazione di tale natura.
La sua intenzione, se riesco a decifrarla, è forse quella di fermare l’onda di neomelodici che inneggiano ai mafiosi, o di trapper che esaltano la criminalità, ma la proposta in sé appare ambigua e pericolosa.
Lei afferma che sempre più spesso ci sono “cantautori che si fanno autori e interpreti di canzoni i cui contenuti inneggiano ai vari esponenti della malavita e della criminalità organizzata”. E prosegue dicendo che “la libertà del pensiero non può più essere invocata quando l’espressione del pensiero si attua mediante un’offesa ai beni e ai diritti tutelati dalla nostra Carta costituzionale”.
Già da queste affermazioni emerge come la proposta possa sfociare in uno scenario pericoloso, andando ad attaccare in maniera indiscriminata e cieca tutto ciò che non canti a voce unisona la legalità.
Le canzoni, Onorevole, raccontano il loro tempo, sono sentinelle della Storia, fotografano epoche, comportamenti, modelli positivi e negativi.
Il suo potere magico e abiettamente poetico, come lo definì Pasolini, non può prevedere censure di sorta. Abbiamo un precedente pericoloso, quello del fascismo, che si arrogò il diritto di orientare la musica, imponendo i valori del regime, curando i rapporti con gli autori, patrocinando eventi e dirigendo stampa e radio. Non mi sembra abbia portato a nulla di buono.
Dov’è il confine, Onorevole? L’arte ha la necessità di immedesimarsi con il suo oggetto, di guardare la realtà anche da punti di osservazione scomodi.
Che succederà poi? Passeremo a censurare la letteratura e il cinema? Bruceremo le serie televisive di Saviano? Elimineremo Gambadilegno dai cartoni animati della Disney? Le tele di Caravaggio, Magritte, Warhol, che hanno esaltato scene di crimine?
L’arte è l’ultimo baluardo degli spiriti liberi. In una società che sempre più tende a livellare le differenze e i comportamenti, ritengo che la libera espressione sia ancora un diritto sacrosanto.
Lasci all’intelligenza e alla sensibilità del pubblico giudicare cosa è riprovevole e cosa no. La Storia poi darà il suo verdetto, come sempre.
Spero che questo mio appello non resti isolato come una voce nel deserto, ma che anche altri artisti si uniscano al mio grido.
La invito a riconsiderare la sua posizione.
Per il futuro del nostro Paese e dell’Arte, che nel bene e nel male ha portato frutti solo quando è stata libera contro tutte le proibizioni e i divieti.
Vincenzo Incenzo 
Una tematica davvero delicata che certamente merita di essere approfondita e dibattuta.

 


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