Il Vangelo è codice esistenziale, legge e segnaletica per una vita nuova

Scritto da il 21 Maggio 2022

“San Matteo e l’Angelo”, dipinto di Guido Reni,1639 circa (Fototeca Gilardi / AGF)

 

La riflessione sul Vangelo di domenica 22 maggio 2022 del Vescovo Emerito di Carpi Francesco Cavina:

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“Nel brando di Vangelo di questa domenica, Gesù ci educa su due temi fondamentali della vita cristiana: l’amore per Lui e il dono dello Spirito Santo. Se vogliamo avere la prova che amiamo veramente il Signore dobbiamo innanzitutto chiederci se siamo obbedienti. Se uno mi ama  – dice Gesù – osserverà la mia parola, ossia i suoi Comandamenti.

Con l’osservanza dei comandamenti noi rendiamo visibile la nostra appartenenza al Signore e l’amore e l’amicizia che proviamo nei suoi confronti. Ma c’è anche un’altra caratteristica dell’amore. Gesù ci dice che l’amore è il luogo dell’incontro con il Padre. Amando Gesù noi entriamo in comunione con il Padre suo. Questo ci porta a riconoscere che senza l’amore l’uomo resta incapace di vivere un’autentica esperienza di Dio.

Il secondo tema che Gesù sviluppa è il dono dello Spirito Santo. Gesù, prima di lasciare questo mondo, cioè prima della sua morte, annuncia la venuta dello Spirito  Santo con un’affermazione singolare: È meglio per voi che io me ne vada (Gv 16.7).

I discepoli colgono solo l’aspetto della separazione, che suscita in loro un sentimento di tristezza. Possiamo ben immaginare le obiezioni degli apostoli: “Ma come! Tu sei venuto per salvarci, per essere la nostra guida, ci hai chiamati tuoi amici e ora vuoi lasciarci soli?

Gesù aiuta i suoi discepoli e anche noi a comprendere l’identità dello Spirito Santo – la terza Persona della Santissima Trinità – con queste parole: “Egli vi insegnerà ogni cosa”. Lo Spirito Santo, quindi, è Qualcuno del tutto simile a Gesù che verrà a prendere il suo posto, ma non a sostituirsi a Lui.

La missione dello Spirito Santo, quindi, non è quella di fare concorrenza a Cristo  o di aggiungere qualcosa al Suo insegnamento, ma di fare conoscere il mistero della Sua persona. In altre parole, lo Spirito Santo ha la missione di suscitare la fede in Gesù, Figlio di Dio, facendo ricordare  quello che Gesù ha detto e fatto.

In sintesi, potremmo affermare che  Cristo è colui che ha portato a compimento le promesse di bene fatte da Dio all’umanità e lo Spirito Santo è Colui che ha il compito di aiutarci ad interiorizzare il messaggio di salvezza Cristo, di farlo penetrare nel nostro cuore. Egli, infatti, è voce che parla al cuore (Gv. 16.13; Rm. 8.26; Gal. 4.6) e ci dice che tutto quello che Gesù ha detto, quando era in mezzo agli uomini, non è arida dottrina, ma legge di vita. Ci insegna che il Vangelo non è solo né principalmente un testo di studio, ma è codice esistenziale, legge e segnaletica per una vita nuova.

Perciò la venuta dello Spirito Santo rappresenta un vantaggio per i discepoli perché consente a loro di “vedere” Gesù con occhi nuovi, gli occhi dello Spirito. Infatti, come dice Sant’Ambrogio: “Non gli occhi del corpo, ma con quelli dello Spirito si vede Gesù”.

Attraverso lo Spirito Gesù tornerà in ogni discepolo che lo ama, e tornerà non più da solo, ma con Padre suo e coì tutte e tre le Persone della Santissima Trinità prenderanno la loro dimora nel cristiano (Gv 14.23).

Sant’Agostino così si esprime: “Ecco dunque, che anche lo Spirito santo, insieme al Padre e al Figlio, fissa la sua dimora nei fedeli, dentro di loro, come Dio nel suo tempio. Dio Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo vengono a noi quando noi andiamo da loro” (Comm a Gio 76.4).

Si realizza così, in modo del tutto imprevedibile, la promessa di Dio di abitare tra gli uomini.”

 

Francesco Cavina

S.E. Mons. Francesco Cavina

 

 


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