Il giorno del green pass divide l’Italia: favorevoli e contrari al provvedimento
Scritto da Francesco Natale il 6 Agosto 2021
Da oggi è obbligatorio il green pass per accedere a numerosi servizi. Una misura, questa, che ha spaccato il Bel Paese. Se da una parte troviamo chi, come Aldo Cazzullo, sostiene che “il green pass è giusto perché in una pandemia ognuno porta la responsabilità della salvezza dell’altro e quindi non si può decidere solo per sé stessi” dall’altra troviamo chi, come Massimo Cacciari, dichiara che “il green pass è discriminatorio”.
L’imposizione del certificato verde, però, non ha diviso solo gli intellettuali, ma anche (e soprattutto) il mondo politico. C’è gente che, come il sindaco di Castelfranco Emilia Giovanni Gargano, afferma che il green pass “impone una riflessione” sul tema delle vaccinazioni e che il vaccino è “un atto di responsabilità in capo a ognuno di noi”, ma altri, come l’Assessore del Comune di Sassuolo Corrado Ruini, parlano di “una limitazione inaccettabile”.
Infine troviamo qualcuno che, come il Sindaco di Masi Torello Riccardo Bizzarri, pur dichiarandosi a favore del green pass, evidenzia un problema nella comunicazione che è stata effettuata.
Di seguito vi proponiamo tutte le interviste integrali rilasciate a Radio 5.9 da parte di questi esponenti del mondo intellettuale e politico.
Aldo Cazzullo (giornalista ed editorialista del Corriere della Sera) – «Il green pass è giusto perché in una pandemia ognuno porta la responsabilità della salvezza dell’altro e quindi non si può decidere solo per sé stessi.»
Qual è la sua posizione in merito al green pass?
Il green pass è giusto perché in una pandemia ognuno porta la responsabilità della salvezza dell’altro e quindi non si può decidere solo per sé stessi. Si è membri di una comunità, ci si ammala insieme e ci si salva insieme. È un modo per incentivare la vaccinazione senza renderla obbligatoria, tranne che per alcune categorie come gli insegnanti che lavorano in contatto con il pubblico e non possono non essere vaccinati. Diciamo che, forse, si poteva avere qualche giorno in più per mettersi apposto. Ad esempio nel Lazio c’è stato un attacco hacker sul sito della regione, in fondo, qualche giorno di tolleranza in più sarebbe stato giusto. Macron lo ha annunciato prima e lo ha fatto entrare in vigore dopo. Il green pass in Francia entrerà in vigore il 9 agosto. Si poteva dare qualche giorno in più per permettere al ristoratore di avere maggior tempo per controllare e ai cittadini per mettersi nelle condizioni di ottenerlo, ma tutto sommato il principio è giusto.
Come commenta le dichiarazioni di Cacciari che ha affermato recentemente che il green pass è discriminatorio?
Non sono d’accordo. Cacciari è un uomo molto intelligente, proprio per questo dovrebbe pensare due volte prima di parlare. Sembra quasi che fare il virologo sia diventato un po’ come fare l’allenatore della Nazionale di calcio. Ognuno vuole dire la sua. Capisco che Cacciari affronti il problema dal punto di vista non della sanità, ma dei diritti. Ma non scherziamo esiste la libertà di non vaccinarsi, ma esiste anche la libertà di non essere contagiati. Secondo me Cacciari sbaglia.
Però, secondo lei, non è ingiusto che una persona che, liberamente, sceglie di non vaccinarsi sia più limitata di una che si vaccina. Dovrebbe essere una scelta libera…
Appunto. Una persona che liberamente sceglie di non vaccinarsi è giusto che abbia delle restrizioni, così come è giusto che una che scelga di vaccinarsi che si assume un senso di responsabilità nei confronti della comunità possa fare delle cose che una persona non vaccinata non può fare.
Lei non teme che molti esercizi commerciali possano risentire dell’introduzione del green pass. penso ai ristoranti che nel periodo invernale potrebbero avere un minore afflusso di gente…
Ma io invece penso che la gente andrà più volentieri fuori perché è più sicura e perché sa di trovare un ambiente sicuro. Penso che si potrà uscire più liberamente.
Massimo Cacciari (filosofo) – Il green pass è discriminatorio
Lei ha affermato che il green pass è discriminatorio, ma per ottenere il green pass basta un tampone che è valido
per 48 ore, non occorre obbligatoriamente il vaccino…
Sì, e le pare che non sia una discriminazione [l’introduzione del green pass, n.d.r.]? È una forma di imposizione comunque. Le pare che ogni volta che devo fare qualcosa debba fare un tampone?
Eppure solo con una grande spinta sul piano vaccinale si può uscire dalla pandemia…
Non sono d’accordo, si può uscire dalla pandemia anche con delle cure, come hanno dimostrato molti medici che non sono stati assolutamente ascoltati che hanno curato senza vaccino migliaia e migliaia di malati. Ma al di là di questo, è stata scelta questa strategia [quella della vaccinazione, n.d.r.]. Benissimo, io sono assolutamente favorevole alla vaccinazione, mi sono vaccinato e dovunque è possibile consiglio la vaccinazione, ma cosa c’entra questo con un’imposizione di un certificato?
Secondo lei le attività commerciali potranno risentirne?
Ma certamente sì.
Giovanni Gargano (Sindaco di Castelfranco Emilia) – «una riflessione rispetto al vaccino»
Qual è la sua posizione in merito al green pass?
La mia posizione è favorevole rispetto ai vantaggi che il green pass porta con sé, ovvero lo stimolare le persone a considerare la vaccinazione come l’unica soluzione per uscire da questo tunnel che siamo attraversando. Ovviamente dà alcune limitazioni rispetto a spazi pubblici e attività commerciali, ma allo stesso tempo impone una riflessione rispetto al vaccino. Ritengo che la vaccinazione sia un atto di responsabilità in capo a ognuno di noi.
Come sta agendo nel suo comune per scongiurare un aumento dei contagi?
Ovviamente ho fatto tutto quello che è in mio potere fare nell’utilizzo delle ordinanze per limitare la diffusione del contagio nei momenti più critici. Stiamo inoltre lavorando da sempre su quello che riguarda la parte dell’investimento più importante: la responsabilità personale. Non è che attraverso le ordinanze o strumenti similari si riesca a indurre un effetto durevole. Siamo puntando molto sul far ragionare le persone. Lo strumento che riteniamo più efficace è quello di “educare” le persone, ovvero fare in modo che riescano a dare, con gli strumenti informativi adeguati, il loro meglio. Le scelte devono essere sempre consapevoli e argomentate da persone autorevoli, non da fake news o da fonti di dubbia autorevolezza.
Che cosa ne pensa delle manifestazioni dei “no green pass”?
Le manifestazioni, in quanto tali, sono assolutamente legittime. Ritengo che forse qualche perplessità rispetto all’utilizzo di questo strumento sia del tutto legittima. Penso che alla fine, però, si deve convenire che da questa situazione dobbiamo assolutamente uscire. Lo dobbiamo a tutti coloro che hanno subito le diverse chiusure dovute al COVID-19, come le attività del tessuto produttivo e commerciale che hanno subito le peggiori conseguenze di queste chiusure e, pertanto, penso che il green pass non sia limitativo da questo punto di vista, penso che sia una maggiore tutela affinché queste attività, che sono quelle che sono più esposte, non dovranno mai più chiudere. Protestare solo per protestare non serve a nulla.
Ci sono comunque vari esercizi commerciali, penso ai ristoranti, che, comunque, saranno in difficoltà. Adesso è estate, quindi il problema non si pone, ma nei mesi invernali ci potrebbe essere una minore clientela, non lo trova uno svantaggio per l’economia?
Anche qui è questione di punti di vista. È peggio questo o la chiusura totale? Dobbiamo scegliere il male minore per tenere in equilibrio il sistema. È una limitazione che può avere delle conseguenze in termini di afflusso, ma non penso che sia assolutamente peggiore di dover chiudere il locale o di dover ridurre l’accessibilità ai locali talmente tanto da mettere in crisi il sistema.
Corrado Ruini (Assessore del Comune di Sassuolo con deleghe al Bilancio e alla Pubblica Istruzione) – «una limitazione della libertà inaccettabile>>
Come mai lei si dice contrario al green pass?
Credo che sia una misura sicuramente non necessaria e che sia una limitazione della libertà inaccettabile perché discrimina cittadini di serie A e di serie B e va influire sulla libertà individuale che non può essere imposta dallo Stato. Le persone in grado di intendere e di volere devono decidere della propria persona, quindi cosa farsi inoculare e cosa no.
Tuttavia i risultati delle parole di Draghi sono veramente clamorosi, un grande aumento del numero delle persone che hanno richiesto il vaccino…
Le parole di Draghi, con tutto rispetto, sono basate su una grande bugia. Ha agito con una linea politica in continuità con il precedente governo. Il virus ha colpito soltanto il 4% della popolazione su 60 milioni di italiani, il 96% non ha avuto nulla. DI questo 4%, il 99% non ha avuto nessun sintomo. Parliamo di numeri marginali. Non è una malattia incurabile, le cure ci sono, ci sono dei protocolli. Chi muore muore perché ha la stessa età per cui si moriva prima con una o più patologie. Questa epidemia è sostanzialmente mediatica. L’apparato mediatico ha amplificato cose che invece nella realtà quotidiana non ci sono. Imporre a tutti questo vaccino è una cosa assurda, allucinante. Una persona che in un momento come questo che amplifica le paure commette uno scivolone dal punto di vista morale inaccettabile.
Sì è parlato di obbligo vaccinale nelle scuole, che cosa ne pensa a riguardo? L’introduzione di un vaccino obbligatorio o di un green pass obbligatorio non sarebbe la soluzione per permettere alla scuola di ripartire in presenza?
No, non lo sarebbe assolutamente. Intanto questo non è un vaccino, ma una terapia sperimentale. Se si leggono con attenzione i bugiardini, come io ho fatto, si nota che non è un vaccino. Non garantisce nessun tipo di risultato, tanto è vero che si deve ancora continuare a mantenere la mascherina e si può contagiare e quindi non porta nessun tipo di beneficio. D’altra parte può portare effetti anche gravi che possono condurre fino alla morte. Un’altra cosa, che non è un’opinione, ma un dato oggettivo, è che i giovani sotto i vent’anni se lo prendono [il covid, n.d.r.] non se ne accorgono e, soprattutto, riescono a guarire.
Il problema dei giovani non c’è.
Riccardo Bizzarri (Sindaco di Masi Torello) – Sì al green pass, il problema è la comunicazione che è stata fatta
Lei che posizione ha in merito al green pass?
Sono assolutamente d’accordo, lo avrei messo anche molto tempo prima. Lo metterei per tutto. Ma c’è un grosso problema: la comunicazione che viene fatta dà la dimostrazione che al green pass, in realtà, non crede nemmeno chi lo mette.
Perché?
Lo dico a ragion veduta. Quando nel gennaio del 2021 sono arrivati i vaccini c’è stata una comunicazione pessima. Tuttavia, le persone di buon senso si sono vaccinate. Io mi sono vaccinato subito e quindi ho il green pass da mesi che però, ad oggi, non serve a nulla perché si continua a fare la quarantena, per andare in alcuni posti non serve solo il green pass, ma anche il tampone e quindi la domanda è: “a cosa serve il green pass?”.
Una comunicazione fatta in questo modo non funziona perché dà spazio a tutti coloro i quali non credono [nel vaccino, n.d.r.].
Lo Stato non vuole proteggere quelli che si sono vaccinati, ma ha talmente paura del problema dell’ospedalizzazione che vuole coprire coloro i quali non si vaccinano.
Tutti, indipendentemente se vaccinati o meno, devono fare la quarantena.
Io sono favorevole al green pass, ma occorre dimostrare che il green pass serva a qualcosa perché la comunicazione che si sta dando è un caos totale.
Grazie al green pass sono state aperte praticamente tutte le attività. Lo trova un incentivo all’economia?
Secondo me è un incentivo all’economia, ma l’anno scorso le attività erano completamente aperte senza green pass. Qual è il passo avanti?
Per avere davvero un incentivo all’economia occorre dire che il green pass serve.
Io alla scienza credo ciecamente, ma non sono d’accordo con questo tipo di comunicazione.
Se lo stato fa fare la quarantena a chi ha il green pass, è il primo a non credere a questa misura.
Lei, invece, nel suo comune come sta agendo per scongiurare l’aumento dei contagi?
Il mio comune è praticamente rimasto covid-free. È un comune di 2500 abitanti e in tutta la pandemia non solo non ha avuto neanche un morto, ma ha avuto anche pochissimi contagi, anche se la maggior parte dei miei cittadini sono anziani. Erano vaccinati con l’antiinfluenzale. Non so se il vaccino antiinfluenzale abbia coperto anche parzialmente il covid. Siamo stati molto fortunati ed educati.
Articoli Correlati:
- Domani altro capitolo della maratona : per la Virtus c'è il Real
- A Varese la Virtus perde la prima partita in Lba 104-95
- Domani a Varese una classica del basket Italiano
- La Virtus stavolta arriva fino al capolinea e batte il Maccabi (84-77)
- Intervista a Stefan Kraft: "sono in forma e voglio essere ancora al top!"
- Domani sera la Virtus ci riprova col Maccabi
- Femminicidio di Alice Neri, le parole della mamma dopo l'udienza: “Mi…
- La Virtus luci e ombre però resta imbattuta (85-81 su Tortona)