In una recente intervista a Fanpage.it, l’attore comico Giovanni Storti parla della città di Milano e delle sue difficoltà nell’affrontare il tema ambientale: “La città si muove spinta solo da denaro e cemento, il verde è sempre l’ultima cosa a cui si pensa”.
“Prima di tutto Milano dovrebbe conservare il verde che c’è che vuol dire mettere risorse – spiega Storti dal giornalista Enrico Spaccini – Ultimamente Città Metropolitana ha perso i milioni di euro che l’Europa aveva destinato per il rimboschimento in città. Non solo a Milano, ma in tutta l’area non c’era un ettaro libero comunale per piantare gli alberi. Questo fa capire come siamo messi”.
Nell’intervista di Fanpage si fa riferimento alla petizione, firmata da 50mila persone, per salvare il glicine di Piazza Baiamonti e, con esso, i tigli del giardino dedicato a Lea Garofalo, testimone di giustizia caduta vittima della ‘ndrangheta nel 2009.
Le piante, spiega l’articolo, potrebbero essere abbattute in modo da far posto a una costruzione piramidale in cemento studiato per ospitare il museo nazionale della Resistenza.
“Le iniziative di Sala sono tutte cose finte – prosegue Storti – Un po’ come il nostro Governo quando dice che è per il lavoro e la famiglia. Poi guardo ai miei figli che hanno circa 30 anni. Un affitto non può costare mille euro. L’asilo non può pesare anche per 800 euro al mese. Non puoi avere uno stipendio di 1.300 euro e pensare di campare facendo tutte queste cose. Queste iniziative sono meccanismi demagogici che non hanno riscontro nella realtà”.
“Perché i giovani, in tutto il mondo, fanno paura. Sono il cambiamento. Vedono più di altri dove va il mondo e quindi cercano di cambiarlo. Ma la nostra generazione, i me, quelli con 50-70 anni, è molto conservativa. Cerca di tenere al massimo lo status quo. E questo crea disastri in tutti i sensi”.