Porcari, capitano del Carpi degli ImmortAli, ha appeso gli scarpini al chiodo
Filippo Porcari, all’età di 39 anni, ha dato in questi giorni l’addio al calcio. Lo storico capitano del Carpi promosso in Serie A nel 2015 si è congedato conquistando la salvezza nel Girone A di Eccellenza Emilia-Romagna con la maglia del Nibbiano & Valtidone, l’ultima di una carriera prestigiosa che lo ha visto imporsi in quasi tutti i principali livelli del calcio italiano. Adesso lo attende un ruolo nello staff del Piacenza: sarà collaboratore tecnico del nuovo allenatore Massimo Maccarone (ex attaccante per esempio di Prato, Middlesbrough, Siena ed Empoli).
La carriera: sei promozioni, il Carpi come apice
Pippo arrivò al Carpi, fresco di approdo in Serie B, dallo Spezia nell’estate del 2013 con tutte le credenziali di un rinforzo importante per la categoria. Cresciuto nel vivaio del Parma (1 presenza in Serie A al termine della stagione 2002-2003), passò al Milan per poi essere prestato in Serie C1 a Padova, Pisa, Novara ed Avellino dove nel 2007 conquistò la Serie B vincendo i Play-off del Girone B contro il Foggia. Dal 2008 al 2012 visse un secondo ciclo da sogno al Novara: promozione in Serie B nel 2010 (vittoria del Girone A di Lega Pro Prima Divisione, più la Supercoppa), seguita nel 2011 dalla Serie A raggiunta dopo aver superato nei Play-off di Serie B la Reggina in Semifinale e il Padova in Finale. Nella prima stagione in A da titolare Porcari raccolse 35 presenze e 2 gol, senza evitare la retrocessione.
Porcari nel Carpi, tra il 2013 e il 2016, è stato uno dei giocatori più carismatici, solidi e affidabili con 80 presenze e 1 gol. Le qualità mostrate sono state varie: comando, equilibrio dentro e fuori dal rettangolo verde, grinta da vendere, carattere forte e sicurezza che riusciva a trasmettere ai compagni, dai più giovani ai più navigati (per rimanere a centrocampo, basti pensare a Lollo, Bianco e Pasciuti). Non per niente il suo giocatore di riferimento era un vero guerriero della mediana: l’argentino ex Lazio e Parma Matias Almeyda. Solo una cattiva e ingrata gestione del mercato estivo (fu ceduto al Bari per poi tornare nel gennaio 2016) gli impedì di vivere pienamente quella Serie A che si era ampiamente guadagnato da capitano nell’indimenticabile stagione 2014-2015, conclusa dagli ImmortAli di Fabrizio Castori al primo posto in Serie B con 80 punti, a +9 sul Frosinone secondo e a +12 sulla coppia Vicenza-Bologna. Il 28 aprile non solo è il giorno del suo compleanno (nel 2015 ne aveva 31), ma anche l’anniversario della serata piovosa al Cabassi contro il Bari. Quello o 0-0 che portò i Falchi a volare su vette mai sognate. Come ebbe a dire in una lunga intervista concessa al sito IlMostardino.it nel 2020: “No, non c’era bisogno di tatuarmi quella data perché ce l’ho tatuata nel cuore“. Il 22 maggio entrò nella Storia alzando al cielo la Coppa Ali della Vittoria dopo lo 0-0 casalingo contro il Catania.
Nel 2017 ecco la quinta promozione con la Cremonese, riportata in Serie B dopo una rimonta epica sulla capolista Alessandria (-9) nel Girone A di Lega Pro (le squadre finirono appaiate a 78 punti, ma salirono i grigiorossi grazie agli scontri diretti). Seguirono le ultime due annate in Serie C nella Triestina e nel Piacenza, club con cui nel 2019 perse la Finale Play-off contro il Trapani. Dal 2019 fino a pochi giorni fa Porcari si era cimentato nel calcio dilettantistico: Crema in Serie D; Borgo San Donnino in Eccellenza con annessa sesta promozione in D nel 2021 e ritorno amarcord al Cabassi nella sconfitta dei parmigiani per 2-1 (20 ottobre 2021); e infine la chiusura al Nibbiano & Valtidone. Adesso lo attende la prima esperienza a bordo campo in una piazza che vuole tornare in Serie C. Poi chissà, arriverà anche il momento in cui lo troveremo ad allenare e a trasmettere la sua mentalità vincente.
