Emergenti – Radio 5.9 intervista Fedele: un EP che parla di tutti noi

Scritto da il 9 Maggio 2021

Ascolta “Radio 5.9 intervista Fedele: un EP che parla di tutti noi” su Spreaker.

 

Ventuno anni, romano, Gianluca in arte Fedele è uno di quegli artisti che non nasce mai per caso: timido ed introverso, così si definisce parlando di sé da piccolo, trova nella scrittura un momento terapeutico per esprimere le proprie emozioni già dai primi anni delle elementari.

Se dapprima erano semplici poesie che gli hanno valso la vittoria di diversi premi, all’età di 13 anni arriva l’approccio al mondo della musica, con testi personali su basi.

Se le influenze della scena Rap italiana che ha ascoltato fino ai 15/16 anni restano presenti in lui ancora oggi, più presente è sicuramente l’influenza di Ultimo, ma la scelta stilistica delle sue canzoni sono distanti da quelle del cantautore perché, come dice lui stesso “se vuoi comunicare diverse emozioni non puoi comunicarle con gli stessi strumenti”.

Fedele quindi prende le distanze dal cantautorato italiano, genere in cui ammette lui stesso di non identificarsi.

“Io vivo in un mondo fatto di suoni diversi: il fatto che Ultimo abbia lo stesso genere di strumenti per tutte le canzoni gli permette di cambiare quello che dice, quello che scrive, mantenendo lo stesso filo conduttore che è ben evidente e gli permette di mantenere simili tra loro le canzoni.

Nel mio metodo di scrittura c’è un filo conduttore, ma non puoi comunicare la rabbia e l’amore di due canzoni diverse con lo stesso genere di strumenti: sono due mondi ben diversi! In “Non Importa” c’è rabbia, c’è il bisogno di sfogarsi, quindi scelgo di volere la batteria, che non è presente in tutte le mie canzoni, perché gli strumenti aiutano ciò che un artista vuole dire.”

Anche la scelta dell’ordine del suo EP non è casuale: esso racconta una storia attraverso  “immagini abbastanza nitide per far percepire ciò che provo in chi mi ascolta” – afferma.

 

Copertina Fedele

Copertina

I brani

Storia che inizia con “Parlami di Noi”: una storia di una notte, una canzone dalle sonorità trap con un testo pop, con un ritornello che funziona come tormentone estivo ma che forse non esplode mai, al contrario della seconda canzone “Come il Cielo Senza Nuvole”. Lo stesso Fedele mi confessa che “Parlami di Noi” è una scrittura più vecchia, a metà tra la prima scrittura, più acerba e di getto, e quella attuale più ricercata, pur mantenendo la sua semplicità.

Le due canzoni sono accomunate dalle sonorità sebbene la seconda abbia ripreso la nostra storia da dove l’avevamo lasciata, anzi da dove si erano lasciati i nostri protagonisti, come se fosse un film: “vuol dire mi manchi, nonostante tutti i tuoi difetti. Come quando ti sdrai su un prato ed alzi gli occhi al cielo e vedi un cielo senza nuvole… le nuvole sono un po’ i difetti del cielo, perché portano il brutto tempo a volte, ma non per questo il cielo è meno bello. Parla di un senso di malinconia, di quando ci si lascia ma sei ancora in ballo, non sapendo se le cose torneranno come prima o non torneranno più… poi arriva “Non Importa” che è la chiusura: vuol dire adesso basta. Adesso ho il bisogno di pensare a me, non importa adesso, importa solamente quello che sarò.”

Tre brani pensati per colpire l’ascoltatore in modo diverso tra loro.

Se da un lato abbiamo testi portati all’essenziale per essere più di impatto, dall’altro lato la canzone che colpisce di più è sicuramente “Non Importa” per questa unione di sonorità trap e urban ad alcune più rock, sfociando nel punk con una batteria che martella dritta, mantenendo una linea pop che fanno funzionare il pezzo perché come dice lui stesso: “vivo la musica in base alle mie emozioni: non cambio genere, ma cambio il mondo che le accompagni, il vestito cucito attorno a un testo e a una canzone.”

Lo stile

Com’è normale quando ci troviamo davanti ai primi lavori di un giovane artista, la musica risulta mutevole pronta ad adattarsi al meglio all’emozione suscitata nell’atto della scrittura: se la storia che ci viene raccontata attraverso questo EP è quella di un dolore che viene superato, è normale trovare in esso questo dualismo di brani parlati e cantati, ma è altrettanto vero che la voglia di rivincita di Fedele dovrà passare attraverso la ricerca di una componente musicale allo stesso tempo ben definita senza che essa lo limiti, trovando così la sua personalità nel mondo della musica, affinché anch’egli possa delineare al meglio il suo mondo.

Il potenziale di Fedele potrebbe farlo spiccare in contesti musicali dove altri si muoverebbero a tentoni, ma il ragazzo romano ha già confessato di aver molte idee in testa pronte per diventare altre canzoni e noi attendiamo con piacere il suo album.

Fedele

 

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