DOMANI CAMBIANO I VERTICI DELLA EUROLEAGUE
Scritto da Franco Vannini il 13 Settembre 2022
Domani comincia l’era di Bodiroga in EuroLeague mentre Jordi Bertomeu lascerà il suo incarico di CEO.
Il 14 settembre i club dell’ECA si riuniranno per ratificare l’ingresso di Dejan Bodiroga come presidente e anche l’assunzione di Marshall Glickman come Amministratore Delegato ad interim, anche se i club spagnoli non sono ancora convinti che questa sia la strada migliore.
E se il lavoro del Presidente sarà quello di ricondurre di costruire ponti tra IMG e FIBA e quelli tra tutti i soci, Glickman si concentrerà sull’aspetto commerciale del campionato che dovrebbe superare quest’anno la soglia per la prima volta dei 100 milioni di euro.
I numeri finanziari dell’EuroLeague hanno già superato i livelli pre-pandemia e la previsione per il 2022-2023 è che le entrate aumenteranno di un altro 15% anno su anno e quindi facilmente raggiungeranno questa cifra.
Inoltre l’interesse per il campionato, secondo il rapporto annuale redatto da Nielsen, è cresciuto significativamente grazie al boom del digitale ed allo sviluppo di nuovi mercati, con l’audience in Francia, Germania, Russia, Italia e Regno Unito cresciuta del 120% dal 2018-2019.
Resta da vedere se il benessere finanziario del campionato, praticamente garantito dalla joint-venture con IMG, ristabilirà il consenso tra i sei club (CSKA, Olympiacos, Panathinaikos, Maccabi, Milano, Zalgiris) che hanno guidato il rimpasto ed i cinque (Real Madrid, Barcellona, Fenerbahce, Efes, Baskonia) che erano legati a Jordi Bertomeu.
Particolarmente interessante vedere come influenzerà la politica sociale l’ingresso come soci nel prossimo futuro di ASVEL, Bayern e ALBA che hanno ottenuto una licenza a lungo termine portando a 14 il numero delle società.
Da dirimere saranno anche le richieste d’ingresso nella compagine sociale di Valencia e Virtus , forti delle loro potenzialità sportive, strutturali ed economiche, il letterale “casus belli” del CSKA e delle altre società russe nel calendario 2023\24 e l’ipotesi (onirica in Europa, con paesi con tassazioni diverse) di applicare un salary cap, con l’idea di limitare il budget al 60/65% di quello complessivo.
Il tutto mentre FIBA Europe e la NBA, che ventila un improbabile progetto NBA Europe, volteggiano sul cielo della futura EuroLeague.
(foto Eurohoops)