Caparezza “EXUVIA Tour 2022” a Mantova: bagno di folla in Piazza Sordello per l’artista di Molfetta

Scritto da il 10 Luglio 2022

 

Si è svolta ieri, sabato 9 luglio, l’ultima data del “Mantova Live estate 2022”, evento che ha visto l’esibizione di diversi artisti della scena italiana e internazionale all’interno della cornice di Piazza Sordello, in pieno centro a Mantova.

Ad “infiammare” il pubblico della città virgiliana questo giro è stato Caparezza che ha messo in scena la presentazione del suo nuovo album “EXUVIA”, un’opera che fa riferimento alla muta delle cicale quando cambiano pelle, per simboleggiare la metamorfosi che ha subito l’artista nel corso degli anni.

La metamorfosi 

Ed è proprio quello della metamorfosi kafkiana il tema di tutto il concerto, come non solo lui ma l’essere umano in generale sia coinvolto in questo processo, partendo dalla sua esperienza personale fino a coinvolgere anche quella subita da personaggi illustri, reali o fittizi, il tutto ambientato in una foresta, luogo dove secondo il rapper avviene questa metamorfosi.

Il concerto inizia con il “Capa” che viene portato sul palco su una specie di letto da quelli che sembrano gli abitanti di questa foresta sotto le note di “Canthology”, successivamente il tutto comincia ad entrare nel vivo con “Fugadà”, dove l’artista spiega la sua metamorfosi in “lumaca” (con tanto di guscio durante l’esibizione”) a simboleggiare come, in questi ultimi anni, si sia sentito “lento” nei confronti di un mondo che tendeva ad andare sempre più veloce senza fermarsi per un secondo.

Tolto il guscio, ecco che Michele (il vero nome di Caparezza, ndr.)comincia a parlare di quelli che sono stati i suoi esordi, di come tutto ebbe inizio, per cui abbiamo un ritorno alle origini con “Larsen” e “Campione dei Novanta”, in cui parla dei suoi inizi, di quando si faceva ancora chiamare “Mikimix” e di come cercava di divulgare la sua musica, facendo ironia col pubblico sul fatto che all’epoca si usassero ancora strumenti obsoleti come le musicassette.

La risposta del pubblico a questo inizio è esplosiva, i presenti si sentono tutti coinvolti da questo viaggio che il cantante ha messo in scena sul palco.

Successivamente si ritorna a parlare di natura, anzi di “Contronatura”, altro brano del nuovo album “EXUVIA” come i primi due presentati, tornando quindi a tematiche riguardanti il rapporto tra lui e come si rapporta al mondo che lo circonda, con le sonorità che richiamano ad un’atmosfera tribale, da foresta appunto.

Ed è sempre la foresta il luogo dove un altro artista ha avuto la sua “metamorfosi” che ha portato il suddetto a rivoluzionare il suo stile di pittura, ovvero Vincent Van Gogh.

Portando come esempio “La ragazza in un bosco”, Caparezza ha parlato di come l’artista abbia voluto rendere tridimensionale l’opera per coinvolgere nella sua esperienza coloro che ammirano il quadro, pretesto che porta alla successiva canzone “Mica Van Gogh”, quasi a difesa del pittore che ha vissuto i suoi ultimi momenti di vita in un manicomio, nonostante la sua genialità. Da qui in poi si compie un viaggio in tutto ciò che riguarda “l’onirico” con “Eyes wide shut”, canzone che parla di come la gente porti sempre una maschera in mezzo agli altri, con riferimenti durante il concerto al film omonimo di Stanley Kubrick, e con “Il mondo dopo Lewis Carroll”, in cui nell’esibizione si fanno riferimenti al suo racconto più famoso (Alice nel paese delle Meraviglie), mentre nel testo viene buttata fuori una realtà in cui tutta questa meraviglia crolla. Nel mezzo delle due canzoni c’è spazio per “Una chiave”, con tanto di dedica al pubblico.

Arrivati a metà concerto si affronta il momento di svolta: attraverso “Goodbye Malinconia” il cantante comincia a parlare di come tutti noi abbiamo affrontato un momento in cui avviene un cambiamento nella nostra vita, dove abbandoniamo ciò che ha fatto parte di noi per un nuovo inizio, come può essere il cambiare città per motivi di studio e/o di lavoro, e sarà questo il tema ricorrente nelle canzoni “La certa”, “El Sendero” (cantata insieme alla cantante messicana Mishel Domenssain), “Ghost memo” e “Come Pripyat”.

In queste canzoni si fanno riferimenti al proprio passato, alla famiglia, a ciò che si lascia e a ciò che si andra ad affrontare nella nuova esperienza, messi in scena sul palco come riti di passaggio.

Siamo quasi giunti al termine di questo viaggio (perché più che un concerto è stato un vero e proprio viaggio attraverso la mente e l’esperienza di vita del rapper salentino) dove viene trattato un tema che porta a far commettere degli errori all’essere umano nel corso della sua esistenza: la differenza tra fiducia in sé e fede in sé.

Seppur apparentemente simili, Caparezza spiega come le due cose siano totalmente diverse, in quanto la prima è più sana, porta a mettersi si in gioco nei confronti del mondo che ci circonda, ma è più fragile, ci può portare a metterci in discussione nel caso ci dovessimo trovare davanti a degli inghippi e ci porta a crescere come persone e saper affrontare anche idee diverse dalle nostre, mentre la seconda è cieca, incrollabile, più forte ma allo stesso tempo più dannosa, che ci porta a vedere una realtà distorta e renderci incapaci di affrontare l’opposto, in quanto troppo ciechi per vedere la realtà delle cose.

Per spiegare tutto ciò mette in scena un simpatico siparietto dove riassume le vicende de “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto, dove Orlando, paladino alla corte di Carlo Magno, si innamora di Angelica, la quale però si invaghisce di Medoro, soldato dell’esercito saraceno e quindi nemico di Orlando. Quest’ultimo, acciecato dalla fede in sé stesso, finisce col perdere il senno una volta scoperta la relazione tra i due (in quanto troppo sicuro dei suoi mezzi) e toccherà ad Astolfo andar a recuperare la ragione finita, secondo il poema epico, sulla luna.

Inutile dire che, con questo pretesto, venga presentata “Vengo dalla luna”, una delle canzoni più popolari del cantante e dalle tematiche tutt’ora attuali, su tutte il riferimento al razzismo, alla xenofobia e di come in realtà siamo tutti uguali in quanto “veniamo dall’universo” (per citare in parte il testo).

Il finale 

Finale dal mood energico, dove le successive canzoni faranno ballare e saltare tutto il pubblico presente in Piazza Sordello, dai presenti nel parterre a quelli seduti sugli spalti, sotto le note di canzoni come “Abiura di me”, “Zeit”, “La scelta” e “Ti fa stare bene”, con tanto di invito da parte dell’artista a scegliere una strada nella propria vita che porta a far star bene con sé stessi.

Altro piccolo siparietto coi fan, in cui finge di chiudere la serata per poi ritornare sul palco a presentarei brani “Exuvia”, “Vieni a ballare in Puglia” e “Fuori dal tunnel”, con quest’ultimo brano portato come esempio di nuovo inizio, dal momento che ha portato il cantante alla consacrazione nella scena nazionale, augurando al pubblico di poter vivere lo stesso momento che ha vissuto pure lui.

Finita la serata Caparezza si appresta a presentare e ringraziare tutti coloro che hanno collaborato con lui, dai musicisti ai ballerini e a chi ha lavorato dietro le quinte, ringraziando anche il pubblico per aver compiuto questo viaggio insieme a lui, anche se a dover dire grazie sia il pubblico stesso, per aver assistito ad un vero e proprio spettacolo ricco di emozioni indescrivibili.

Non esistono parole difatti per descrivere tutto ciò, se non “grazie”, concerti come questi rimarranno impressi per tutta la vita nella mente di chi ha partecipato.

 

 

Tracklist

  • Canthology
  • Fugadà
  • Larsen
  • Campione dei Novanta
  • Contronatura
  • Mica Van Gogh
  • Eyes Wide Shut
  • Una chiave
  • Il mondo dopo Lewis Carroll
  • Goodbye Malinconia
  • China Town
  • La Certa
  • El Sendero
  • Ghost memo (skit)
  • Come Pripyat
  • Vengo dalla Luna
  • Abiura di me
  • Zeit!
  • La scelta
  • Ti fa stare bene
BONUS
  • Exuvia
  • Vieni a ballare in Puglia
  • Fuori dal tunnel

 

 

 

 


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