Un contributo di 80mila euro dalla Fondazione Cariplo. È questa la tappa decisiva della campagna di raccolta fondi Salviamo San Camillo, portata avanti da Asst Mantova per ristrutturare la chiesetta che si trova nel complesso ospedaliero di Mantova. L’azienda ha infatti recentemente vinto un bando che le ha permesso di ottenere questo importante tassello. Il 27 aprile è stata inoltre affidata la progettazione esecutiva dell’intervento di recupero.
La campagna è partita l’estate scorsa, puntando sulla collaborazione fra il mondo economico e iprivati per restituire alla popolazione uno dei punti di riferimento religiosi più significativi, luogo in cui per decenni si sono svolte numerose cerimonie. Agli 80mila euro Fondazione Cariplo bisogna aggiungere circa 40mila euro, ricavati grazie alla solidarietà di aziende mantovane e privati.
Da sottolineare la partecipazione generosa del mondo dell’arte, che ha portato alla donazione di 14 opere, vendute il 20 maggio in un’asta benefica. Fra gli artisti più popolari autori dei quadri, Sandro Negri e Giovanni Lamberti, in arte Le Rond. La stessa Casa d’aste Estense ha sostenuto l’iniziativa, rinunciando alle commissioni sia a carico di Asst che degli aggiudicatari dei quadri.
“Una bella testimonianza di vicinanza della comunità mantovana all’ospedale e una delle sue chiese, che tanti ricordano soprattutto per i battesimi di numerosi bimbi nati in corsia – commenta Mara Azzi, direttore generale di Asst Mantova – e un esempio di lavoro di squadra all’interno dell’azienda, che ci ha permesso di raggiungere un risultato entusiasmante”.
Marzia Monelli, commissaria CCB Fondazione Cariplo, aggiunge: “La chiesetta di San Camillo ha un significato particolare per la nostra comunità mantovana. Con particolare emozione rappresento quindi oggi la Fondazione Cariplo, che non è rimasta insensibile all’appello lanciato da ASST Mantova. Ricordo anche che la figura di San Camillo ha un forte legame con Mantova. Al tempo della peste ha portato le sue idee ‘rivoluzionarie’ sull’assistenza ai malati”.
La raccolta fondi continua con le modalità indicate sul sito di Asst Mantova, nella sezione dedicata alla campagna. Anche la cappellania dell’ospedale si è impegnata a fondo per portare avanti la causa, come spiega il cappellano don Stefano Menegollo: “Ho riscontrato un grande affetto dei mantovani verso questa chiesa, in tanti chiedono quando verrà riaperta. Abbiamo ricevuto molte donazioni da singoli cittadini, tutte importantissime”.
LA CHIESA DI SAN CAMILLO
La chiesa si trova nei pressi del parcheggio di Strada Lago Paiolo, accanto alla postazione di AAT 118. È chiusa dal 2012, a causa del suo stato di degrado, al quale ha contribuito in modo significativo il sisma. L’intervento di ristrutturazione, per un valore complessivo di oltre 200mila euro, consiste nel restauro degli intonaci e delle superfici pittoriche, nella messa in sicurezza, nel rimaneggiamento del manto di copertura, nel ripristino delle lesioni murarie, nell’adeguamento impiantistico.
Il progetto della chiesa risale al 1926. Prevedeva la costruzione del tempio e degli spazi accessori collegati – casa dei cappellani, camere mortuarie e locali per autopsie – un complesso edilizio autonomo, coerentemente con l’impostazione a padiglioni dell’intera area ospedaliera. L’architettura romantica s’ispira a modelli nordici di astrazione medioevale. Aula unica, un grande arco immette nel presbiterio, sopraelevato rispetto all’assemblea per mezzo di una gradinata.
Questi edifici vennero da subito dati in gestione ai padri camilliani. L’oratorio fu quindi dedicato a San Camillo de Lellis, fondatore della congregazione. Nelle pagine de Il Nuovo Ospedale Civico di Mantova, pubblicazione stampata in occasione dell’inaugurazione, avvenuta il 28 ottobre 1928, si legge: “La chiesa, di elegante architettura, è aperta anche al pubblico per la messa nelle domeniche ed altre festività religiose. La camera mortuaria comprende la sala delle autopsie, il gabinetto necroscopico e la sala di riconoscimento e di deposito”.
Nella foto un momento della conferenza stampa (da sinistra Marzia Monelli, Mara Azzi e don Stefano Menegollo)