Palazzi e Tommasi: con le civiche si vince. Le esperienze di Mantova e Verona

Scritto da il 3 Luglio 2023

Una sera insieme a Mattia Palazzi e Damiano Tommasi per parlare di politica e impegno civico 

 

nella foto : Mattia Palazzi a sinistra nella foto e Damiano Tommasi rispettivamente Sindaco di Mantova e Verona

 

 

Lombardia, Mantova – Simpatica serata d’estate al Circolo Ferrovieri di Mantova dove, in occasione della Festa della lista gialla, si è svolto un dibattito che vedeva coinvolti oltre ai due primi cittadini di Mantova e Verona anche Davide Provenzano capogruppo della lista gialla nel consiglio comunale di Mantova, Tommaso Ferrari coideatore della lista civica Traguardi e assessore all’ambiente-transizione ecologica-mobilità del comune di Verona e Anna Maria Molino responsabile politico della lista civica per Damiano Tommasi sindaco e capogruppo della stessa nel consiglio comunale della città scaligera.

 

 

Nella foto da sinistra: Davide Provenzano capo gruppo lista gialla in consiglio comunale di Mantova, Mattia Palazzi sindaco di Mantova, Damiano Tommasi sindaco di Verona, Matteo Bursi di Telemantova che ha moderato la serata, Anna Maria Molino capo gruppo lista per Damiano Tommasi sindaco e Tommaso Ferrari coideatore della lista Traguardi a sostegno della lista per Damiano Tommasi sindaco nonchè assessore all’ambiente, transizione ecologica e delega alla mobilità.

 

Le elezioni a Mantova 

Intanto per fare chiarezza qualche numero: alle ultime elezioni comunali nella città Virgiliana (anno 2020) il Sindaco uscente Mattia Palazzi ha stravinto al primo turno con il 71% dei voti validi, in questa percentuale la lista “Gialla”, civica di appoggio al Sindaco, ha portato in dote addirittura il 30%.

Ricordiamo che Palazzi governa la città da ben otto anni essendo al secondo mandato.

Ben diversa la situazione a Verona dove esattamente un anno fa Damiano Tommasi 49enne uomo di sport, ha sbaragliato la concorrenza avendo bisogno però del 2° turno.

Nel primo turno la lista civica per Tommasi sindaco ha dato il 16% (col Pd al 13%) mentre fondamentale è stato l’apporto della civica “Traguardi” con il 5,5 % che ha consentito all’ex calciatore della Roma e della Nazionale di approdare al 2° turno con la percentuale maggiore. Al secondo turno con 50 mila voti ha conquistato la poltrona di Sindaco.

 

A cosa servono le liste civiche

Stabilito dunque che le liste civiche si sono rivelate decisive per  il successo sia a Mantova che a Verona, i veronesi Ferrari e Molino hanno individuato le ragioni per cui le loro due liste hanno consentito, dopo vent’anni, di togliere alla destra l’amministrazione di Verona.

È chiaro che, ha detto Tommaso Ferrari, per un convinto elettore di destra, votare per un partito di sinistra sarebbe stato arduo, nonostante l’insoddisfazione per il lavoro della giunta Sboarina. Poi la lista civica da me ideata insieme ad altri si è da subito connotata per la capacità di ascolto dei problemi quotidiani dei cittadini.  Compito questo semplificato dal fatto che Verona essendo città di grandi dimensioni (255.343 dati aprile 2023) possiede le circoscrizioni in cui la possibilità di stare vicino alle persone riesce più facile. Nei territori infatti rispondono a un vuoto che le politiche nazionali creano con la distanza dalla gente. Inoltre la lista civica è in grado di farsi rappresentare da persone giovani (a Verona media 35 anni ad oggi) e prive di precedenti esperienze politiche, senza quindi nessun legame col passato.

Anna Maria Molino, capogruppo in consiglio comunale ha descritto l’esperienza che ha portato a vincere la battaglia del Comune di Verona. Riconosciuto che il carisma del personaggio Damiano Tommasi ha avuto una notevole importanza nel successo finale, Molino ha affermato che la lista civica trae origine dall’attuale tendenza dell’elettorato a non riconoscersi in un partito politico tradizionale. Il ritornello è sempre lo stesso: il partito è a Roma cosa ne sa delle nostre necessità e del come risolverle. Inoltre la lista civica nella composizione delle proprie liste di candidati è più autonoma rispetto ai partiti tradizionali potendo presentare un ventaglio di personaggi di varie provenienze sociali e professionali (ricordiamo che Anna Maria Molino ad esempio è un’affermata oncologa).

Davide Provenzano dopo aver ricordato la vicinanza delle due esperienza tra Mantova e Verona, ha affermato che dopo 5 anni di governo della città la lista ha dovuto rinnovarsi inserendo figure nuove rispetto alla precedente, anche perchè ha dovuto intercettare la necessità di cambiamento che veniva dai cittadini. Infatti non era assolutamente scontato che la lista civica che aveva portato al successo nel 2015 rimanesse in vita anche nella successiva elezione (2020). Invece la volontà di parlare a tutti, compresi tanti elettori di destra che quindi hanno cambiato la loro scelta, è stata una mossa decisiva per un successo di proporzioni incredibili (oltre il 70%).

Damiano Tommasi ha affermato in modo categorico che l’esperienza delle due liste civiche è stata decisiva per la sua elezione. Dal basso è stata intercettata la sensazione di stanchezza palese di molti cittadini nei confronti della precedente esperienza di governo della città. Insomma a Verona era palpabile il desiderio di cambiare. Io non ho mai avuto nessuna tessera di partito e quindi mi sono sentito libero da condizionamenti esterni per la scelta dei candidati (che ho chiesto non dovessero avere precedenti esperienze politiche) e ho puntato decisamente al coinvolgimento e all’ascolto delle necessità dei giovani che sono il futuro della società. Abbiamo quindi scelto per il governo della città persone competenti che dessero garanzie assolute di trasparenza e di volontà d’impegnarsi per il bene comune.  Credo che nessuno possa pensare che qualcuno di essi stia in consiglio per scaldare la sedia o per opportunismo. Tommasi ha citato poi diversi casi come la nomina nelle partecipate, ruoli di responsabilità, investimenti importanti per lo sviluppo della città che venivano attuati sempre con un occhio di riguardo più al bene del partito che a quello della città. Il Sindaco veronese si è detto anche sicuro che le liste civiche possano rappresentare in futuro una soluzione anche per il governo regionale e nazionale.

Mattia Palazzi il padrone di casa si è detto molto felice di poter finalmente dialogare con un Sindaco di Verona col quale esistono convergenze di tipo politico, anche se sul piano umano col predecessore non vi sono stati problemi. Le due città vicine pur nella loro diversità sopratutto dimensionale (vi sono circoscrizioni a Verona con gli stessi abitanti dell’intera Mantova), sono tuttavia due città per certi versi simili : due città che non vogliono essere rinchiuse in un’idea provincialistica, città accoglienti, sfidanti ed anche competitive in grado di tenere tutti per mano. Anche per Palazzi come per Tommasi la lista civica di appoggio ha significato vincere, lo dicono i numeri, in quanto con il 40% chiaramente oggi e anche nell’altra legislatura Palazzi non avrebbe fatto il Sindaco. Al contrario di Tommasi però il Sindaco Virgiliano (che ricordiamolo al contrario del collega) rappresenta il Pd in città, non pensa che in sede locale i partiti debbano fare un passo indietro ma semmai cercare altri modi per tentare di operare quei cambiamenti della società non solo generazionali. Secondo Palazzi i partiti, troppo condizionati dalle esigenze nazionali, hanno bisogno di trovare localmente alternative per il governo della città, ecco quindi che una lista civica può contribuire a trovare queste soluzioni. Bisogna fare attenzione a non demonizzare i partiti (perchè poi si rischiano esperienze surreali come quelle che sono sotto gli occhi di tutti n.d.r.) piuttosto le liste civiche devono essere uno stimolo ai partiti che, anche localmente, dovranno cercare di essere sempre più vicini alla gente.

 


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