“Il genio invisibile”: Andrea Scanzi racconta Lucio Battisti

Scritto da il 5 Agosto 2023

Andrea Scanzi

Andrea Scanzi intervistato sul suo ultimo libro “Lucio Battisti. Il genio invisibile”

 

“Lucio Battisti. Il genio invisibile” (Paperfirst, 2023) è l’ultimo libro di Andrea Scanzi, uscito lo scorso 27 giugno. Lucio Battisti, a 80 anni dalla nascita e a 25 dalla sua prematura scomparsa, è il terzo cantautore omaggiato dal giornalista aretino dopo i libri su Gaber e Battiato.

“Lucio Battisti. Il genio invisibile” è un tributo a 360 gradi al mitologico cantante di Poggio Bustone che ha rivoluzionato la musica italiana: dal “genio” che concepiva sonorità impensabili, al desiderio di “invisibilità” che ha caratterizzato la sua sfera privata e non.

Dal rapporto (lavorativo e umano) con un altro “Serial Killer dei successi” come Mogol, al rifiuto rispetto ad altre possibili collaborazioni con cantautori di assoluto livello come Dalla e Celentano. Dal tema dell’amore affrontato in ogni sua sfaccettatura, all’interesse per il denaro, ma sempre nel rifiuto del concetto “vendere per vendere” e sempre alla ricerca dell’emozione del proprio disco. Dove c’è emozione nella canzone, non c’è nient’altro da spiegare.

Per concludere con la morte, avvenuta nel 1998, e ancora oggi avvolta dal mistero. Una fine forse coerente all’esistenza di un gigante lontano dai riflettori, di un “genio invisibile”.

 

 

“Lucio Battisti. Il genio invisibile” 

Lucio Battisti. Il genio invisibile

 

“Andrea Scanzi torna in libreria con il suo terzo libro dedicato ai cantautori italiani. Dopo i libri su Franco Battiato e Giorgio Gaber, il volo si sposta sopra Lucio Battisti. Come spiega lo stesso autore, ci sono almeno dieci motivi per scrivere di Battisti: perché è la più grande e geniale espressione italiana del concetto di “canzone popolare”; perché sta all’Italia come i Beatles stanno al mondo; perché credono di conoscerlo tutti, ma in realtà lo conoscono in pochi; perché era un genio: un implacabile costruttore di melodie, ora immediatissime e ora ricercatissime; perché nessuno, tra i miti italiani, ha coltivato così ostinatamente il concetto più assoluto e totale di assenza; perché se ne fregava della politica, ma è stato uno dei più grandi rivoluzionari del Novecento; perché ancora oggi viene chiamato da molti “papà dei cantautori”, eppure “cantautore” in senso classico non lo era per niente; perché quando Mogol gli dava dei testi splendidi sapeva esaltarli, e quando gli propinava dei testi bruttini sapeva esaltarli lo stesso; perché non ha parlato quasi mai, ma ha detto tutto. E, infine, perché Scanzi lo ha sempre adorato.”

 


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *



Traccia corrente

Titolo

Artista

Background