La Virtus a due facce delle gare di Coppa, il lato A 46 punti in 13 minuti, il lato B 50 in 27 minuti. Seppur con minor differenza il trend è quello di Podgorica ma in Montenegro le colpe Virtussine furono di non sferrare il colpo del ko contro un’avversaria balbettante e non darle la possibilità di tornare a galla e anche lì andò negli spogliatoi avanti di “soli” 11 punti.
Contro Valencia il problema si è ingigantito perchè al 13′ le Vnere avevano dall’arco un immaginifico 83% contro il 20% avversario e il tabellone recitava 46-25. Chi segue il basket anche da semplice spettatore sa che non esiste squadra in grado di tenere queste medie su tutta la gara. Fin lì il match era stato un massacro, gli spagnoli erano in balia di Bologna, contrastare efficacemente chi tira da 8 metri è sostanzialmente impossibile e nella testa del difensore presto s’insinua il dubbio che sia tutto inutile. Questo aveva anche fatto perdere agli arancioni fiducia in attacco, Prepelic e soci hanno sbagliato molti tiri aperti che la Virtus, anche nei primi 13′, ha concesso.
Scariolo si è trovato a guidare in quei momenti la squadra perfetta che ogni allenatore sogna di avere quando la sera non riesce a prendere sonno. Ogni coach a qualsiasi livello, anche se è obbligato a dire il contrario, ha come sogno ricorrente che i suoi non sbaglino mai un tiro. Discreta in difesa, almeno sugli esterni, incredibile in attacco dove chiunque alzasse la mano il pallone finiva in fondo alla retina. Siccome sotto il proprio canestro gli uomini di Penarroya non lasciavano nulla con le buone e spesso con le cattive (arbitri timidi e alla fine pessimi), le Vinere per non complicarsi la vita hanno scelto la strada più semplice : il tiro pesante.
Purtroppo scelta obbligata perchè, a oggi, l’unico che può fare a sportellate sotto canestro e andare a rendersi pericoloso al tiro nel pitturato è Amedeo Tessitori. Hervey si muove molto ma la sua tendenza è quella di uscire per il tiro dalla media o anche più lontano, Jaiteh è, nell’ultimo mese, il vero rebus della squadra. Il francese nelle tre conclusioni in area nei 2′ iniziali : nelle prime due non ha preso il ferro e nella terza è stato stoppato. Il centro dominante ammirato fino a un mese fa è un pallido ricordo, che lo stop per il problema alla mano gli abbia nuociuto è palese ma il senso della posizione per un centro è fondamentale. Mam è certamente un ottimo rimbalzista, tuttavia ha movimenti spalle a canestro molto elementari e sopratutto non è mai in grado di ricevere i famosi scarichi di Teodosic, specialità per cui ci sarebbe la fila di n.5 all’uscio della Virtus, per informazioni chiedere a Gamble e Hunter.
Rimane l’opzione Jakarr Sampson che ha fatto vedere molte cose buone, poi fermato dal problema muscolare, secondo me e, come ha onestamente riconosciuto lo stesso Scariolo in conferenza post partita, contro Valencia non avrebbe dovuto essere rischiato. Il n.25 a metà fra un centro e un’ala, in pratica un simil Hunter con più tiro e ancor più doti atletiche, potrebbe risolvere molti dei problemi virtussini in area su entrambi i lati del campo.
Inspiegabile nella serata di Eurocup la scelta di tribunare Alexander, in coppa non ci sono limitazioni di stranieri, se si deve portare Ruzzier per tenerlo a sventolare gli asciugamani, tanto varrebbe rischiare qualche minuto del giovane Usa che è un tiratore coi fiocchi e molto bravo a battere l’uomo con il primo passo che costringe il suo uomo a non poter raddoppiare su altri.
La Virtus cambia casa col trasferimento alla Virtus Segafredo Arena e chissà che non lasci i problemi negli spogliatoi del Paladozza, visto che il primo impegno già martedì è di quelli tosti un bel pò e questa Coppa si sta rivelando una manifestazione durissima in cui ancora non ci sono padroni.
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