“Dalla parte degli ultimi”: un progetto di Fondazioni e Diocesi per prevenire abusi su minori e persone vulnerabili
Scritto da Redazione Emilia-Romagna il 21 Giugno 2022
Primo anno di realizzazione per il progetto territoriale dedicato alla prevenzione ed al contrasto degli abusi sui minori nei contesti educativi
Fondazioni e Diocesi insieme contro le violenze sui minori in famiglia e nei contesti educativi. È passato un anno dalla stipula del protocollo sottoscritto da Arcidiocesi di Modena–Nonantola e Diocesi di Carpi con Fondazione di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e Fondazione di Vignola per affrontare con concretezza il delicato tema degli abusi, non solo in chiave di intervento su situazioni già conclamate, ma anche azioni in grado di mettere al centro la cura, protezione e la prevenzione come valori da tutelare per vincere ogni silenzio, indifferenza e inattività.
Le quattro Fondazioni di origine bancaria attive sul territorio della Provincia di Modena, da sempre impegnate in interventi filantropici in ambito associazionistico, educativo, socio-sanitario, scolastico e sportivo, hanno individuato nel Servizio Interdiocesano per la Tutela dei Minori un soggetto, di cui sono parte attiva i Centri di Consulenza e Ascolto per la Famiglia delle Diocesi di Modena e Carpi, in grado di attivare un progetto di sistema che mettesse a frutto competenze, esperienza e presenza di reti, ramificate e durevoli, da realizzarsi nelle molte realtà educative della provincia di Modena.
Il progetto
Il progetto Dalla parte degli ultimi, frutto di questi presupposti ed intenti, si è dunque realizzato prevenendo, accogliendo e prendendosi carico delle richieste di aiuto che hanno toccato l’ambito degli abusi sui minori e delle persone maggiormente vulnerabili:
Abuso di potere, fisico e psicologico, che implica un esercizio patologico del potere volto a trarre vantaggio, soddisfazione e piacere creando relazioni tossiche che si insinuano in modo seduttivo e manipolatorio nella vita dei minori e delle persone più vulnerabili rompendo confini, provocando in essi sofferenza e disarmonia e minandone l’autostima.
Incontri tematici, sportelli d’ascolto, gruppi di lavoro, ma anche l’attivazione di spazi di consulenza strutturati e stabili, attraverso un servizio di ascolto specifico per persone, coppie, genitori e comunità sono stati gli strumenti attivati.
L’iniziativa è nata nel pieno dell’emergenza pandemica ed in risposta ai primi segnali di difficoltà espresse dal contesto sociale, come l’aggravarsi delle situazioni di fragilità, in particolare in ambito famigliare ed educativo, e l’emergere di forme di disagio e di abuso.
L’esigenza è stata individuata a seguito dell’analisi dei dati di monitoraggio, in corso da anni, relativi agli accessi e alle richieste di aiuto pervenute ai Centri di Consulenza e Ascolto per la Famiglia delle Diocesi.
È in questi contesti che si è potuto verificare come le crescenti dinamiche di abuso e di potere si siano acuite attraverso manifestazioni di violenza psico-fisica nei confronti dei più deboli.
Un anno di lavoro
Nel suo primo anno di realizzazione, Dalla parte degli ultimi ha permesso, tra le altre azioni, di implementare e fare crescere un’equipe multidisciplinare di specialisti (tre psicologi-psicoterapeuti, due pedagogiste, una psichiatra, un canonista, un giurista, un esperto della comunicazione e un moralista) per attivare percorsi di formazione e costituire un centro d’ascolto specializzato sul tema degli abusi sui minori.
- Attivare percorsi di formazione e prevenzione, sia ad intra per l’equipe stessa con formatori esperti a livello nazionale sul trauma e sugli abusi, sia ad extra, al fine di sensibilizzare, informare e formare rispetto alle tematiche degli abusi e a conoscere e riconoscere gli indicatori di rischio e le dinamiche relazionali benevole per una gestione consapevole e costruttiva delle stesse.
- Intensificare le attività di prevenzione e di consulenza per le realtà individuali e familiari al fine di sostenere e ridurre sul piano clinico e relazionale il disagio e monitorare e gestire i bisogni personali e relazionali.
Ad essere coinvolti attivamente su questi fronti sono stati i capi scout della zona Modena-Pedemontana (e a breve anche per quelli della zona di Modena-Bassa e Carpi); gli insegnanti di Religione Cattolica di ogni ordine e grado scolastico della Provincia; i sacerdoti delle Diocesi di Modena-Nonantola e Carpi; gli educatori dei Centri Estivi delle due Diocesi e i referenti delle Caritas Diocesane di Modena-Nonantola e Carpi.
I professionisti coinvolti nel progetto
Il progetto si è avvalso una rete già esistente di collaborazioni con il territorio, ampliata e implementata attraverso un dialogo continuo con le associazioni di volontariato, gli enti pubblici e privati, oltre alle scuole di ogni ordine e grado.
I particolari del progetto e gli esiti del primo anno di attivazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nel Salone dell’Arcivescovado di Modena, alla presenza di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, don Maurizio Trevisan, responsabile del Servizio Interdiocesano di Prevenzione Ascolto e Tutela dei Minori e direttore del Centro di Consulenza per la famiglia di Modena, Eleonora De Marco, Consigliera di Amministrazione della Fondazione di Modena, Cosimo Zaccaria, Consigliere di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Viviana Giacomini, Comitato di gestione della Fondazione di Vignola, e Cosimo Quarta, Segretario Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.
Il commento di Castellucci
«Grazie per il sostegno al progetto Dalla parte degli ultimi – ha dichiarato l’aricvescovo Castellucci – che fin da subito la Fondazione di Modena e poi tutte le altre Fondazioni della provincia hanno accolto con interesse e convinzione.
Stiamo affrontando un problema culturale che richiede un cambio di mentalità: considerare l’altro, il minore o la persona vulnerabile, come dono e mistero da rispettare e non come preda».
Il commento di Trevisan
Don Trevisan ha illustrato l’attività svolta: «Abbiamo portato avanti un piano capillare di incontri formativi a vari livelli educatori, insegnanti, operatori sociali che hanno coinvolto un migliaio di persone su tutto il territorio provinciale.
L’attività del Servizio interdiocesano per la tutela minori si è sviluppata in sinergia con i centri di ascolto dei consultori familiari di Modena e Carpi sensibilizzati su questo tema con presa in carico di circa 800 utenti per un totale di 4500 colloqui.
Obiettivo del prossimo anno è estendere la rete delle collaborazioni con enti e istituzioni del territorio come l’Università, la Procura, l’Azienda USL e continuare l’azione formativa e informativa».
Il futuro
Unanime il plauso e il ringraziamento dei rappresentanti delle Fondazioni che nei loro interventi hanno evidenziato la concretezza delle azioni compiute, il valore sociale del progetto, l’agire in rete con enti e associazioni, la prospettiva di lungo periodo per la formazione degli operatori.
Inoltre il progetto acquisisce particolare valore per il periodo difficile che stiamo vivendo dove il contesto socio-economico fa esplodere disagio e disuguaglianze.
Compito delle Fondazioni è stato ribadito essere proprio quello di intervenire sul territorio per promuovere uguaglianza e piena realizzazione di ogni persona specie i più deboli e fragili.