A Natale siamo invitati a non sprecare inutili parole, ma a godere della presenza di Dio con noi

Scritto da il 25 Dicembre 2021

L’Adorazione dei Magi. Stampa da un dipinto di Konrad Witz, XV secolo (Fototeca Gilardi/AGF)

 

La riflessione della notte di Natale, sabato 25 dicembre 2021, del Vescovo Emerito di Carpi Francesco Cavina:

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“Il Natale, con le sue luci, con l’atmosfera che crea, con i riti che si celebrano nelle chiese è ancora una festa che incanta, stupisce, sbalordisce. Ne è riprova il fatto che quando la “Commissione sulla comunicazione inclusiva dell’Unione Europea” ha pensato di cancellarne il nome, la reazione della gente è stata così massiccia che nel giro di poche ore l’insensata proposta è stata ritirata. E tutti ne siamo stati felici.

Tuttavia, dobbiamo anche avere l’onestà di riconoscere, se non si vuol essere ipocriti, che in questa festa ormai è assente il festeggiato: Gesù Cristo. Certo si può anche non credere che Egli sia il Figlio di Dio fatto carne, ma negare che il Natale è sorto per festeggiare un evento ben preciso, unico nella storia, significa negare la realtà.

Per noi che siamo stati raggiunti dal dono della fede, il Natale celebra Dio che finalmente è uscito dalla sua lontananza e dalla sua invisibilità e si è fatto presente nel mondo,  nella povertà della carne umana per divenire  il Dio con noi e per noi. In virtù di questo evento, Dio non è più da cercare, ma da accogliere. “Oggi è nato il Salvatore” abbiamo sentito dire dagli Angeli ai pastori.

La parola Salvatore significa colui che conserva. Tutti siamo malati. E la malattia che distrugge la nostra vita non è solo il Covid, ma il peccato, la mancanza di speranza, la paura, la solitudine. Tutti sentiamo la necessità di restauro, di una riabilitazione, di una pienezza, di una perfezione che sappiamo non dipendere dalle cose o dalla scienza.

Solo Dio è in grado di restaurare la nostra vita. Lui solo, infatti, possiede l’antidoto alla nostra malattia: l’amore. Egli viene per me, perchè è interessato a me e sa che solo nel suo abbraccio io trovo salvezza. Poiché Egli ha percorso la parte più lunga del cammino, ora, in questa notte ci invita: Venite e vedete quanto vi amo. Per renderci partecipi della sua gloria, della sua bellezza, della sua immortalità, per renderci simili a Lui ha fatto sua la nostra povertà e fragilità, fino ad assumere su di sè la bruttura del peccato. Contemplando quanto accade in questa Notte santissima nessuno può dire che Dio non si interessa all’uomo, che è estraneo alla vita dell’umanità, che è assente ai drammi della storia umana.

Per vivere il Natale non sono necessari molti ragionamenti è sufficiente contemplare Gesù Bambino, stare in silenzio davanti a Lui per riempirci della sua presenza. Gesù appena nato dorme o piange, sicuramente non parla, non agisce, non fa nulla di utile. È presente e questo basta sia ai pastori che ai Re Magi!

Questa notte, dunque, siamo invitati a non sprecare inutili parole, ma a godere della presenza di Dio con noi, ad ammirare l’infinita sapienza del Padre che per convincerci del suo amore e per dirci quanto siamo importanti per Lui si è fatto uno di noi, spogliandosi dello splendore della Sua gloria. Torniamo con questa meraviglia nel cuore e raccontiamola anche a chi è distratto dalle troppe cose o sfinito dalla prove della vita”.

 

Francesco Cavina

S.E. Mons. Francesco Cavina

 

 


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