Due Dop diverse, con numeri e volumi produttivi certamente differenti, ma che in un mercato sempre più globalizzato possono e devono unire gli intenti. È un messaggio di unità quello che è emerso dal convegno “Grana Padano e Parmigiano Reggiano: strategie e prospettive per il futuro”, organizzato da Confagricoltura Mantova e andato in scena questa mattina al MaMu Multicentre.
«D’altronde – ha detto in apertura Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – soltanto fino a pochi anni fa in queste sedi si parlava di fine quote, e di un periodo che portava con sé ansie e preoccupazioni. Oggi,
anche grazie al lavoro dei consorzi, siamo usciti da quel sistema in maniera vincente. Abbiamo aumentato la produzione mantenendo la redditività del latte, e nessun paese europeo ha fatto altrettanto». Tutto bene dunque? «No – prosegue Cortesi – oggi la filiera soffre di un aumento dei costi spropositato, mai visto, e questo comporta difficoltà per molti allevatori. Questo, assieme alla situazione del mercato del latte al di fuori delle Dop, è un problema di cui tener conto nel prossimo futuro».
E il valore delle due Dop, il loro peso specifico, è stato ben sottolineato anche da Angelo Rossi, fondatore e anima del portale Clal.it: «Nel 2020 quasi il 50% del latte italiano è stato destinato alla produzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, con Lombardia ed Emilia Romagna a farla da padrone, seguite dal Veneto e dalle altre regioni. Ma vi sono spazi di mercato, specialmente al di fuori della Ue, enormi, da esplorare per le nostre Dop. Il Made in Italy ha un valore altissimo».
A prendere la parola poi è stato il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, Renato Zaghini: «Serve unità d’intenti – ha detto – e su certi temi, come il sistema di etichettatura Nutriscore, le visioni dei due consorzi non sono differenti, ci sono battaglie da affrontare insieme. Rappresentare il 50% del latte italiano è un grande onore, ma al contempo una grande responsabilità». Tra i temi toccati da Zaghini anche la pianificazione del futuro: «Per il 2022 puntiamo ad una crescita dei consumi di circa il 3%, con 144.000 forme in più. Ci tengo a sottolineare come, nel triennio pandemico 2020-2021-2022, i consumi di Grana Padano siano cresciuti quasi del 10%, con 480.000 forme e 250.000 tonnellate di latte in più».
E proprio su quest’ultimo aspetto è tornato anche Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano: «Nel 2020, con il lockdown, è letteralmente esploso il consumo di prodotti di valore, sani e Made in Italy. E proprio lo sviluppo della domanda è la chiave della nostra attività: dobbiamo essere in grado di pianificarlo al meglio. Su ciò pesa però il problema dell’aumento dei prezzi. Chi lo assorbe lungo la filiera? In Italia purtroppo il lavorare insieme spesso non è visto di buon occhio, ma così ci rimettiamo tutti. Con Grana Padano c’è un rapporto di collaborazione su tematiche comuni, da diversi anni, con addirittura un momento storico rappresentato dai Cda congiunti contro il Nutriscore. Mantova è una provincia fondamentale per noi, che guarda allo sviluppo e all’innovazione».
In chiusura l’intervento, in collegamento Zoom, del presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti: «Grana Padano e Parmigiano Reggiano non sono in competizione, ma entrambi pronti a scoprire ed espandersi in nuovi mercati. In questo momento, nel quale la nuova Pac non sembra dare certezze al settore agricolo, le strategie delle due Dop devono svilupparsi per garantire un futuro roseo ai nostri imprenditori. A Bruxelles non tira aria buona per l’agricoltura, ma nonostante ciò guardo al futuro con ottimismo. Il futuro sarà degli agricoltori».
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