Ex Carpi: Cristiano Giuntoli firma con la Juventus fino al 2028

Scritto da il 7 Luglio 2023

Giuntoli blindato dalla Juventus

 

Juventus

Fonte foto juventus.com

 

Dopo 8 stagioni al Napoli, dove ha vinto la Coppa Italia nel 2020 e lo Scudetto nella stagione appena conclusa (il terzo Tricolore per i partenopei, rimasti fermi ai trionfi del 1987 e del 1990 targati Diego Armando Maradona), Cristiano Giuntoli ha salutato in anticipo rispetto alla scadenza del contratto nel 2024 ed è passato alla Juventus. La Vecchia Signora lo aveva corteggiato da mesi (ma anche negli ultimi 2-3 anni) e oggi è stato ufficializzato tutto al Centro Sportivo della Continassa: accordo fino al 30 giugno 2028.

Giuntoli, nato 51 anni fa ad Agliana il 12 febbraio 1972, ha letteralmente compiuto il salto che aspettava e meritava. Il suo visionario lavoro, svolto sempre in crescendo tra Carpi tra il 2009 e il 2015, dalla Serie D alla inattesa Serie A (la Serie B raggiunta nel 2013 sembra il massimo), non passò inosservato al Napoli di Aurelio De Laurentiis. Come in Emilia, pure in Campania ha deciso di chiudere col botto, lasciare un’immagine vincente e porsi nuove sfide. Un trasferimento in bianconero che per i tifosi napoletani sembra un déja vu dopo quelli di Higuaìn (2016) e Sarri (nel 2019 lasciò il Chelsea sempre per la Juventus).

Nell’estate del 2022 Giuntoli ha inventato sotto traccia una squadra che ha costruito il suo primato schiacciante (90 punti, +16 sulla sorprendente Lazio di Sarri) già a fine girone di andata (+12 sul Milan). Una squadra: 1) orfana di tanti riferimenti (Insigne, Mertens, Koulibaly, Ruiz e Ospina); 2) plasmata intorno a poche conferme di peso o in cerca di riscatto (il nuovo capitano Di Lorenzo, Osimhen, Zielinski, Meret, Rrahmani, Elmas e Politano); 3) e rinforzata (in stile Carpi) con calciatori giovani, poco noti e con qualche esperienza in Serie A (Kvaratskhelia, Kim, Anguissa, Simeone, Raspadori, Ndombele, Ostigard e Olivera).

Un mix esplosivo perfezionato da mister Spalletti e mantenendo i meccanismi di gioco dominante impiantati da Sarri tra il 2015 e il 2018. Qualche passaggio a vuoto c’è stato, specialmente nella stagione condizionata dal covid (2019-2020) dove il deludente rendimento sotto la gestione di Ancelotti (non un allenatore qualsiasi…) portò all’arrivo di Gattuso e al consolatorio successo in Coppa Italia contro la Juventus. 

Le prime parole di Giuntoli trasudano juventinità: “Mio padre me l’ha trasmessa e da piccolo facevamo 8 ore di pullman per andare a vedere la Juventus a Torino. Ora essere qui è una grandissima soddisfazione e di emozione veramente incredibile”. E poi sembra quasi di sentire parole ripetute come un mantra nella Sala Stampa del Cabassi: “Dobbiamo riuscire tutti insieme a mettere da parte la parola ‘io’ e ragionare con il ‘noi’. Mi piacerebbe tanto mettere insieme tante teste, con un solo cuore“.

 

 


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