Aviaria, casi positivi nelle province vicine. Il presidente di Confagricoltura Cortesi: “Massima attenzione”
Scritto da Alberto Carmone il 22 Ottobre 2021
La situazione epidemiologica riguardo l’influenza aviaria in Europa è in costante aggiornamento con la conferma di nuove positività nei confronti dell’aviaria ad alta patogenicità in volatili selvatici e nel pollame domestico. I Paesi comunitari già coinvolti sono: Germania, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Irlanda del Nord, Danimarca, Svezia, Francia, Polonia, Croazia, Slovenia, Spagna, Slovacchia, Romania, Lituania, Ungheria, Norvegia, Repubblica Ceca, Finlandia, Svezia, Bulgaria, Svizzera, Austria, Lettonia, Estonia, Grecia, Ucraina, Serbia, Kosovo e Albania.
A questi si aggiunge purtroppo l’Italia: nel nostro paese infatti è appena stata confermata una positività per virus influenzale sottotipo H5 (determinazione dell’indice di patogenicità in corso) in un allevamento di tacchini da carne situato nel comune di Codigoro (Fe). I campioni erano stati prelevati nell’ambito della sorveglianza ordinaria come controllo precarico per il macello. Ad esso, si aggiunge un caso ad alta patogenicità di H5N1 in un altro allevamento di tacchini, questa volta a Ronco all’Adige, in provincia di Verona.
Come prima contromisura, si è cercato di ridurre il più possibile le possibilità di contatto tra il pollame allevato e gli uccelli selvatici, possibili portatori della patologia. Per questo motivo, è stata disposta la detenzione degli animali al chiuso durante i periodi ritenuti a rischio: il pollame e tutti gli altri volatili in cattività pertanto, ove allevati all’aperto, sono trasferiti e trattenuti all’interno di un edificio dell’azienda.
«In questi casi – spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – il consiglio da dare è sempre lo stesso, vale a dire quello di mantenere la massima attenzione negli allevamenti avicoli, con un occhio di riguardo ancora maggiore alle misure di biosicurezza. Sappiamo bene purtroppo cosa significhi la diffusione di questa patologia, soprattutto in termini di capi abbattuti. Dobbiamo pertanto fare di tutto per contenerne la diffusione».
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